Gaza, Netanyahu: «Continueremo a combattere nella Striscia». Oggi assemblea Onu su riconoscimento Palestina

Pubblicato: 22/09/2025, 10:06:04 ·

Si apre oggi a New York, l’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, Unga80, con la guerra a Gaza e la questione del riconoscimento al centro dei lavori dei delegati. Nel consenso globale andrà in onda lo scontro tra Stati Uniti e Israele da una parte e una maggioranza di Paesi guidata dalla Francia e dal Regno Unito, decisi a confermare al Palazzo di Vetro il riconoscimento della Palestina e affiancate da un gruppo in via di allargamento, che a sua volta annuncia la volontà di procedere al passo tanto simbolico quanto diplomaticamente pesante: oltre a Malta, ci sono in lizza Australia, Canada, Belgio, Lussemburgo e Portogallo

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Si apre oggi a New York, l’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, Unga80, con la guerra a Gaza e la questione del riconoscimento al centro dei lavori dei delegati. Nel consenso globale andrà in onda lo scontro tra Stati Uniti e Israele da una parte e una maggioranza di Paesi guidata dalla Francia e dal Regno Unito, decisi a confermare al Palazzo di Vetro il riconoscimento della Palestina e affiancate da un gruppo in via di allargamento, che a sua volta annuncia la volontà di procedere al passo tanto simbolico quanto diplomaticamente pesante: oltre a Malta, ci sono in lizza Australia, Canada, Belgio, Lussemburgo e Portogallo

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Netanyahu: vogliamo pace ma continueremo a combattere a Gaza

Israele continuerà a combattere nella Striscia di Gaza, e preparerà il terreno per ampliare il numero degli accordi di pace con gli altri Paesi della regione: lo ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio alla nazione in occasione del capodanno ebraico.

“Continueremo ad agire con determinazione finché non raggiungeremo tutti gli obiettivi della guerra, per garantire il nostro futuro nella nostra meravigliosa terra; e così facendo, apriremo anche la strada all’ampliamento del cerchio della pace”, ha proseguito.

Idf: ucciso vicecomandante forze navali Hamas

Le forze armate israeliane hanno annunciato di aver ucciso in un raid aereo Iyad Abu Yousef, vicecomandante delle forze navali di Hamas nella Striscia di Gaza. Come riporta il Times of Israel, Abu Yousef aveva partecipato agli attacchi del 7 ottobre del 2023.

22 settembre 2025

Spari in Siria contro una pattuglia israeliana

Una pattuglia militare israeliana che occupa il sud-ovest della Siria è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco esplosi da non meglio precisati uomini armati siriani. Non ci sono state vittime. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui l’attacco è avvenuto nella parte sud-orientale della regione meridionale di Daraa, confinante con il Golan occupato da Israele dal 1967. In queste ore sono in corso trattative per definire gli ultimi dettagli di un più volte annunciato “accordo di sicurezza” tra Siria e Israele mediato dagli Stati Uniti. Col cambio di potere in Siria lo scorso 8 dicembre, Israele ha esteso di fatto il raggio della sua occupazione militare del Golan arrivando a occupare territori nelle regioni di Qunaytra e Daraa a sud-ovest di Damasco.

I palestinesi sfollati fuggono verso sud nella Striscia di Gaza

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22 settembre 2025

L’esercito israeliano irrompe in una università in Cisgiordania

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel campus dell’Università di Birzeit, a nord di Ramallah, in Cisgiordania, all’alba di oggi, secondo quanto riferito da fonti locali all’agenzia palestinese Wafa. I militari hanno fatto irruzione nel campus e trattenuto gli addetti alla sicurezza dell’ateneo. Hanno anche confiscato oggetti appartenenti al movimento studentesco all’università, ne hanno distrutti altri e hanno affisso volantini minacciosi contro gli studenti. Raid in Cisgiordania e arresti anche in alcune case.

22 settembre 2025

Almeno 11 palestinesi uccisi dall’alba a Gaza

Almeno 11 palestinesi sono state uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza dall’alba di oggi. Lo riportano fonti mediche ad Al Jazeera. Sette persone sono state uccise a Gaza City, altre presso l’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa nella città di Deir el-Balah, dove sono stati trasportati due corpi e feriti dopo che un attacco aereo israeliano ha colpito una tenda per sfollati nella zona di al-Sawarha, a sud-ovest di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Due persone sono state uccise in un attacco con drone israeliano nel quartiere di Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City.

22 settembre 2025

Global Sumud Flotilla: «Ci seguono droni non identificati

“Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa”. E’ quanto ha segnalato in un messaggio postato sul suo canale Telegram la Global Sumud Flotilla, la spedizione con una quarantina di imbarcazioni di 44 Paesi, che sta raggiungendo le coste di Gaza per rompere il blocco israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione. L’episodio si è verificato alle 21:09 di ieri ora italiana.

22 settembre 2025

Media: «Almeno 11 palestinesi uccisi da stamattina in attacchi israeliani a Gaza

Almeno 11 palestinesi sono stati uccisi da stamattina negli attacchi israeliani a Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche ad al Jazeera Arabic, precisando che sette delle vittime sono state uccise a Gaza City.

22 settembre 2025

Al via assemblea Onu: guerra a Gaza e Stato palestinese al centro

Si apre oggi a New York, l’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, Unga80, con la guerra a Gaza e la questione del riconoscimento al centro dei lavori dei delegati. Nel consenso globale andrà in onda lo scontro tra Stati Uniti e Israele da una parte e una maggioranza di Paesi guidata dalla Francia e dal Regno Unito, decisi a confermare al Palazzo di Vetro il riconoscimento della Palestina e affiancate da un gruppo in via di allargamento, che a sua volta annuncia la volontà di procedere al passo tanto simbolico quanto diplomaticamente pesante: oltre a Malta, ci sono in lizza Australia, Canada, Belgio, Lussemburgo e Portogallo. Per un riconoscimento effettivo serve l’ok del Consiglio di Sicurezza, dove gli Stati Uniti si opporrebbero. Ma intanto si configura uno scontro tra amministrazione americana e un drappello nutrito di Paesi europei e di alleati americani in tensione con Washington.

Oggi è prevista la cerimonia di apertura e una Conferenza di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita e che dovrebbe vedere la formalizzazione del riconoscimento della Palestina da parte di Francia, Gran Bretagna e Malta.

Il dibattito dell’Assemblea generale inizia domani, senza i delegati palestinesi, dato che il governo statunitense ha negati i visti. Tuttavia, una risoluzione approvata il 19 settembre permette ai rappresentanti dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) di partecipare a distanza, e il presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas) andrà in onda al dibattito generale con una dichiarazione preregistrata. La Palestina è dal 2012 stato non membro a cui è riconosciuto il ruolo di osservatore permanente, anche questo di grande valore simbolico ma senza riscontro nella realtà della sanguinosa guerra a Gaza. Sul conflitto che continua a mietere vittime e vede il governo israeliano respingere ogni pressione internazionale, l’Assemblea generale ha votato il 12 settembre la dichiarazione di New York per una risoluzione pacifica della questione palestinese e l’implementazione della soluzione a due Stati, che prevede una road map per l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi israeliani ancora in mano a Hamas, e la creazione di uno Stato sovrano palestinese: 142 i voti a favore, 10 i contrari e 12 i paesi astenuti.

Per Israele, il riconoscimento della Palestina è inaccettabile e favorisce il terrorismo di Hamas, per gli Stati che hanno abbandonato gli indugi è un modo per tentare di ridare slancio alla soluzione diplomatica e anche di rispondere alle tensioni interne delle proprie opinioni pubbliche.

Secondo lo Stato ebraico, il riconoscimento di uno Stato sovrano palestinese inficia la possibilità di raggiungere un accordo con Hamas, è tornato a ribadire oggi il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein. “Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento dello Stato palestinese da parte del Regno unito e di diversi altri Paesi. Questa dichiarazione non promuove la pace, ma al contrario destabilizza ulteriormente la regione e mina la possibilità di ottenere in futuro una soluzione pacifica”, ha scritto Marmorstein sul suo account X.

L’Italia è favorevole alla soluzione “due popoli due Stati”, assieme ad altri 141 paesi che siedono nell’ONU, ma non vuole procedere al riconoscimento dello Stato palestinese prima che sia avviato un concreto processo diplomatico. La premier Giorgia Meloni interverrà mercoledì e nel palazzo di Vetro ci sarà anche il vice premiere ministro degli Esteri Antonio Tajani, per una serie di iniziative che gravitano attorno alla questione palestinese e alla necessità di porre fine alla guerra. Sull’agenda di Tajani, il briefing del Consiglio di Sicurezza su Ucraina e Gaza, colloqui bilaterali ma anche la riunione ministeriale del Gruppo Amici dei Balcani Occidentali.

La guerra in Ucraina rischia di essere oscurata dall’urgenza sulla questione palestinese e il presidente Volodymyr Zelensky cercherà di riportare l’attenzione e accrescere il sostegno al suo Paese in una fase di aumentate tensioni tra Russia e Nato e di stallo dei tentativi negoziali. Zelensky, che a margine della riunione Onu incontrerà il presidente Usa Donald Trump, parlerà mercoledì, mentre per la Russia il ministro degli Esteri Sergei Lavrov interverrà sabato. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU terrà inoltre un incontro di alto livello sull’Ucraina.

Il discorso di Trump dalla tribuna Onu è previsto per domani.