
Oggi, lunedì 22 settembre 2025, Milano è teatro di una grande manifestazione nell'ambito di uno sciopero generale nazionale di 24 ore indetto da sindacati di base e organizzazioni autonome. La protesta si concentra sulla condanna del conflitto in Palestina, in particolare il genocidio nella Striscia di Gaza, e sul rifiuto dell'aumento delle spese militari e dello sfruttamento sul lavoro. La mobilitazione coinvolge diversi settori, tra cui scuola, trasporti e servizi pubblici, con disagi diffusi in città e in tutta Italia.
Contesto e motivazioni della manifestazione
La manifestazione di Milano di oggi 22 settembre 2025 si inserisce in una giornata di sciopero generale di 24 ore che interessa tutto il Paese, promossa da sindacati di base come Usb, Cub, Adl e Sgb. L'iniziativa nasce come risposta al conflitto in corso nella Striscia di Gaza, con particolare attenzione al genocidio della popolazione civile palestinese e al blocco degli aiuti umanitari da parte dell'esercito israeliano.
I sindacati chiedono inoltre la rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele, sanzioni e un fermo no alla corsa al riarmo e all'aumento delle spese militari. La protesta si estende anche contro lo sfruttamento sul lavoro, unendo così rivendicazioni sociali e pacifiste in un'unica mobilitazione nazionale.
Questa giornata segue una precedente ondata di proteste del 19 settembre e si caratterizza per un coinvolgimento trasversale di lavoratori pubblici e privati, con particolare attenzione ai settori della scuola, dei trasporti e dei servizi essenziali.
Le modalità della protesta a Milano
A Milano, la manifestazione si svolge con cortei e presidi in punti strategici della città, coinvolgendo lavoratori, studenti e cittadini. Le scuole sono chiuse o con lezioni sospese, mentre i trasporti pubblici registrano forti disagi a causa dello sciopero del personale.
La mobilitazione è caratterizzata da una forte partecipazione popolare, con migliaia di persone che si sono radunate in piazze e strade per esprimere solidarietà alla Palestina e per chiedere un cambiamento nelle politiche di difesa e di lavoro del Paese.
Oltre ai cortei, sono previste assemblee e interventi pubblici che approfondiscono le ragioni della protesta e le richieste dei sindacati, con un appello a mantenere alta l'attenzione sulle questioni internazionali e sociali.
Impatto e conseguenze della mobilitazione
Lo sciopero generale di oggi ha causato disagi significativi nei trasporti pubblici, nelle scuole e in altri servizi essenziali, con milioni di cittadini coinvolti indirettamente. A Milano, come in altre grandi città italiane, la mobilitazione ha bloccato molte attività, sottolineando la forza e la diffusione della protesta.
Le autorità locali e nazionali hanno monitorato la situazione per garantire la sicurezza e la regolarità dell'ordine pubblico, mentre i sindacati hanno ribadito la necessità di mantenere la protesta pacifica e costruttiva.
Questa giornata di sciopero e manifestazioni rappresenta un momento di forte pressione politica e sociale, con l'obiettivo di influenzare le scelte governative su politica estera, spese militari e diritti dei lavoratori.
Le altre manifestazioni in Italia e il quadro nazionale
Oltre a Milano, numerose altre città italiane hanno ospitato manifestazioni e presidi, tra cui Roma, Genova, Venezia, Bologna, Palermo, Catania, Lecce e Taranto. Le piazze hanno visto la partecipazione di lavoratori di diversi settori, studenti e associazioni pacifiste.
La mobilitazione nazionale è stata definita come una delle più vaste e partecipate degli ultimi anni, con quasi 80 piazze coinvolte e un'adesione trasversale che ha superato le singole categorie professionali.
L'unità di intenti tra sindacati di base e organizzazioni sociali ha permesso di portare all'attenzione pubblica temi di grande attualità, come la crisi umanitaria in Palestina, la necessità di una politica di pace e la tutela dei diritti sul lavoro.
Prospettive e richieste future
I promotori dello sciopero e della manifestazione a Milano chiedono un impegno concreto da parte delle istituzioni italiane ed europee per fermare il conflitto in Palestina, garantire il passaggio degli aiuti umanitari e adottare sanzioni contro Israele.
Sul fronte interno, viene richiesto un cambiamento nelle politiche economiche e sociali, con particolare attenzione alla riduzione delle spese militari e al contrasto dello sfruttamento lavorativo.
La mobilitazione di oggi vuole essere un punto di partenza per ulteriori iniziative di protesta e sensibilizzazione, con l'obiettivo di costruire un movimento ampio e duraturo che unisca pace, giustizia sociale e diritti dei lavoratori.