L’ombra di una nuova faida spaventa Torre del Greco: tra “voci di popolo”, vecchi e nuovi business

Pubblicato: 22/09/2025, 09:34:47 ·

Un uomo sparato in pieno giorno a Torre del Greco: la città che ha vissuto decenni di paura per la guerra tra clan ora teme un ritorno agli anni bui proprio mentre cerca di costruire la sua "primavera".

Set 22, 2025 - Giuseppe Mennella

Un uomo sparato in pieno giorno a Torre del Greco: la città che ha vissuto decenni di paura per la guerra tra clan ora teme un ritorno agli anni bui proprio mentre cerca di costruire la sua “primavera”.

Uomo sparato a Torre del Greco, il terzo in pochi mesi

È una domenica mattina di fine estate, in Litoranea. Per fortuna siamo nel “ventre della vacca”, come dicono gli anziani. Un clima baciato da Cristo che permette di vivere settembre, spesso pure ottobre, come fosse luglio.

Sono tanti quelli che ne approfittano per godersi una giornata di sole. Solo che all’improvviso, alle 11 di mattina, si sentono degli spari. Uno, due, tre. Diciannove, si dice. Poi le sirene.

Che è stato? Non sono petardi. Hanno sparato nelle gambe ad un uomo. La gente si barrica in casa a via Alcide De Gasperi, a pochi metri dal lungomare.

Qui non è Gomorra. Sicuro?

Dai primi riscontri, pare che a sparare siano stati due uomini, esili, a primo impatto giovani ma non si può essere sicuri perché avevano il casco integrale. Sullo scooter. Come da copione.

Come negli storyboard di Gomorra, ma guai a pronunciare questa parola nella città che con tutte le sue forze buone prova a conquistarsi la sua strameritata primavera.

Hanno sparato ad un uomo che non sa per quale motivo è stato colpito nelle gambe (dirà poi egli stesso in ospedale). Non sarebbe in pericolo di vita.

FanPage ricostruisce il curriculum del ferito: in passato sarebbe stato già in carcere e avrebbe anche provato a sfuggire per mesi ad un ordine di cattura, negli anni scorsi, finito poi con un inseguimento con le forze dell’ordine e l’arresto. Che non è comunque, in uno stato di diritto come il nostro, una buona ragione per essere sparati.

“Finché si sparano tra di loro…”

Il lungomare è affollato di cittadini. E se pure fossero pochi, cosa importa? Se pure piovesse, se pure non ci fosse nessun passeggio per strada ma un povero cristo che esce dal portone per far pisciare il cane. Una bambina in bicicletta. Un papà che rientra con le “pastarelle” che solo poche ore dopo questi diciannove spari la Presidente Meloni ricorderà con nostalgia in diretta nazionale in un vergognoso teatrino del surreale.

L’importante è che si “sparano tra di loro”, dice la gente, no? Finché si sparano tra di loro… Chissà se questa frase l’hanno mai sentita, da vive, Silvia Ruotolo e Annalisa Durante, solo per ricordare due delle decine di vittime innocenti, dei “danni collaterali” di camorra. Annalisa aveva 14 anni quando è morta ammazzata. Forse non ha fatto in tempo a sentire questi discorsi “da grandi”.

Anche la malavita tra tradizione e innovazione

Nel pomeriggio arriva sul posto l’Onorevole Francesco Emilio Borrelli. In diretta Facebook mostra i segni dei bossoli sul selciato. Mostra i balconi attorno. Bassi. Poteva esserci chiunque su quei balconi, durante quei diciannove spari.

Racconta qualcosa, Borrelli, che prima di ieri era vox populi, “Radio Torre”, lui dice, chiacchiericcio di paese per cercare di spiegare gli agguati che sono avvenuti prima di questo. Perché non è mica il primo eh. Hanno sparato a via Piscopia, poi a piazza Luigi Palomba. In pieno centro, solo in questo 2025.

Quello che dice “giustifica” la paura di tanti: la vecchia camorra che esce di galera in un mondo cambiato dove la droga non frutta più. Oggi i soldi “pesanti” si farebbero online. Carte clonate ed altri business simili. “Guagliuncielli” che al PC sono passati dai videogiochi al “livello successivo”.

Probabilmente, senza fare i conti con chi “comandava prima”. Non si sa, è lavoro per gli inquirenti e ne avranno di che indagare. Come già fatto in passato, scoprendo che nella città del corallo ci sarebbero dei geni dell’informatica che avrebbero prestato la propria “scienza” alla malavita mettendo in piedi una piccola “silicon valley” della truffa ai piedi del Vesuvio.

Voce di popolo, voce di Borrelli: le indagini diranno la verità (speriamo presto)

Che questa notizia c’entri qualcosa con gli spari della domenica mattina lo ipotizza Borrelli, lo ipotizza “la gente” e lo riportano pure i giornali. La giustizia ci dirà se è vero che pure questi altri colpi di pistola sono stati sparati per rincorrere quei dannati soldi. ‘E denare: 46 nella smorfia napoletana. Guarda caso, un numero prima di 47, “‘o muorto”.

O se ci sono altri motivi e quindi questa paura, questa voce di popolo altro non è che il frutto di un abbaglio collettivo.

La nostra speranza, la speranza della parte onesta della città, è che si faccia in fretta. Che si stronchi sul nascere con ogni mezzo questa ennesima escalation.

“Ma perché questo non pensa alle cose più importanti?”, dicono, quando arriva Borrelli. E cosa ci sta di più importante del diritto di vivere – in primis – e di farlo liberi dalla paura? Piuttosto, perché non incidere con le armi della politica che all’Onorevole, da diversi mandati, gli sono state consegnate con lo strumento del voto?

Intanto la città guarda alla finestra e spera nel bene. Magari chiacchierando con la vicina. Ma al momento giusto, alla prima frenata, al primo sparo, si entra dentro e si sbarrano le imposte. Come darle torto: meglio stare attenti ai proiettili vaganti.