Israele - Gaza, le news sulla guerra. Gli Usa: “Riconoscimento della Palestina è mossa di facciata”

Pubblicato: 22/09/2025, 08:59:14 ·

Le news in diretta dalla guerra tra Israele e Palestina

Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo riconoscono lo Stato di Palestina alla vigilia dell'Assemblea generale dell'Onu. Sono oltre 150 i Paesi del mondo ad averlo fatto. La mossa provoca l'ira di Netanyahu: “Non ci sarà alcuno Stato palestinese, si mette in pericolo la stessa esistenza di Israele”. Ancora più dura la risposta dei ministri dell'ultradestra Ben Gvir e Miki Zohar che propongono di occupare per rappresaglia l'intera Cisgiordania. Dal Papa un nuovo monito per “Gaza martoriata”: “Porre fine alla violenza e all'esilio forzato”. Il presidente della Repubblica Mattarella ha detto che “dal Capodanno ebraico arriva un invito contro la violenza e per una convivenza basata su rispetto, solidarietà e pace”. Oggi manifestazioni e cortei per Gaza in tutta Italia con lo slogan: “Blocchiamo tutto”.

Punti chiave

Londra ammonisce Israele sulla minaccia di annessione della Cisgiordania

Il Regno Unito ha messo in guardia Israele contro la minaccia evocata dall'interno del governo di Benjamin Netanyahu di dichiarare l'annessione della Cisgiordania occupata, in tutto o in parte, in risposta al riconoscimento formale dello Stato di Palestina annunciato ufficialmente da Londra e da altri Paesi occidentali. Lo ha detto la ministra degli Esteri, Yvette Cooper, intervistata dalla Bbc prima del suo previsto intervento odierno all'Onu, insistendo che il riconoscimento britannico della Palestina mira "chiaramente a garantire la sicurezza d'Israele al pari di quella dei palestinesi".
"Si tratta di proteggere la pace e la giustizia in Medio Oriente continuando a lavorare con tutte le parti", ha proseguito: "Dobbiamo riconoscere ai palestinesi il diritto a un loro Stato così come riconosciamo lo Stato d'Israele".
La titolare del Foreign Office non ha tuttavia indicato quando il governo di Keir Starmer intenda attribuire al consolato generale britannico di Gerusalemme, sede diplomatica che si occupa tradizionalmente dei rapporti con l'Autorità nazionale palestinese (Anp) in un'ambasciata a pieno titolo.

Global Sumud Flotilla: “Ci seguono droni non identificati”

“Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell'attività aerea ci preoccupa". E' quanto ha segnalato in un messaggio postato sul suo canale Telegram la Global Sumud Flotilla, la spedizione con una quarantina di imbarcazioni di 44 Paesi, che sta raggiungendo le coste di Gaza per rompere il blocco israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione. L'episodio si è verificato alle 21:09 di ieri ora italiana.
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Belgio: “Riconosciamo la Palestina per forzare la mano di Netanyahu”

Il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot ha celebrato il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina da parte del Belgio e ha chiesto sanzioni contro il governo israeliano per "forzare la mano" all'amministrazione di Benjamin Netanyahu.
"Riconosciamo con chiarezza lo Stato di Palestina, la legittimità del popolo palestinese a vedere tale Stato. Lo formalizzeremo amministrativamente e giuridicamente in una seconda fase, ma è per questo che siamo molto orgogliosi di essere tra le nazioni che oggi compiranno un ulteriore passo ufficiale verso il riconoscimento", ha dichiarato il capo della diplomazia belga in un'intervista alla radio Rtl. Prevot ha rilasciato la dichiarazione prima di recarsi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, dove il Belgio riconoscerà "politicamente" la Palestina come Stato, aderendo alla dichiarazione promossa da Francia e Arabia Saudita. Il Belgio formalizzerà legalmente il riconoscimento in un secondo momento, in futuro "senza scadenze" e quando Hamas consegnerà gli ostaggi israeliani e scomparirà dalla scena politica, a seguito dell'accordo raggiunto dal governo di coalizione belga. "L'importante è inviare un messaggio forte sulla scena internazionale sul riconoscimento che il Belgio desidera concedere allo Stato di Palestina", ha affermato Prevot. Il ministro belga, tuttavia, ha sottolineato che il riconoscimento non è urgente "se ciò che vogliamo è portare cibo a quelle bocche che gridano fame, a quei bambini che muoiono di fame, a quelle donne e cittadini che aspettano aiuti umanitari a Gaza". "Dobbiamo agire imponendo sanzioni al governo israeliano, il cui braccio deve essere torto un po’ affinché gli aiuti umanitari possano finalmente essere distribuiti in massa a Gaza", ha aggiunto Prevot, che ha ricordato che "il Belgio è attualmente in prima linea tra i Paesi europei nell'attuazione delle sanzioni più severe contro il governo israeliano, in modo che possiamo finalmente aspettarci un impatto sulla situazione umanitaria".

Al Jazeera: scene disperate sulle strade verso il sud di Gaza

Migliaia di persone, in auto, sui camion o su carretti trainati da asini carichi di mobili ed effetti personali, si dirigono verso il sud della Striscia in cerca di un rifugio, mentre proseguono i raid su Gaza city. Lo riporta Al Jazeera pubblicando immagini di lunghe file di persone e mezzi.
"Alcune auto sono in panne o hanno esaurito il carburante - osserva un giornalista sul posto in un reportage -. A volte si vedono auto che trainano un altro veicolo o che vengono spinte a mano. Scene disperate", commenta, lungo la strada costiera considerata al momento un'ancora di salvezza per le famiglie in fuga da Gaza City sotto la minaccia dei bombardamenti.
"Scene come queste si verificano da più di una settimana.
Abbiamo visto famiglie dormire sul ciglio della strada. Per loro, spostarsi verso sud non significa essere completamente al sicuro. Ma stanno cercando di allontanarsi dalle zone di bombardamento verso aree designate come cosiddetti spazi umanitari, nonostante l'assenza di infrastrutture umanitarie".

Al Jazeera: 11 morti in attacchi di Israele a Gaza dall'alba

Secondo fonti mediche contattate da Al Jazeera Arabic, dall'alba le forze israeliane hanno ucciso almeno 11 palestinesi nella Striscia di Gaza, tra cui sette persone uccise a Gaza City. Gli ultimi decessi sono stati registrati presso l'ospedale dei martiri di Al-Aqsa nella città di Deir el-Balah, dove sono stati trasportati due corpi e alcuni feriti dopo che un attacco aereo israeliano ha colpito una tenda per sfollati nella zona di al-Sawarha, a sud-ovest di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza. Separatamente, due persone sono state uccise in un attacco di droni israeliani nel quartiere di Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City.

Danimarca annuncia un “cambio di posizione” sulla Palestina

"Desideriamo cambiare la nostra posizione, affinché non sia Israele, ma il popolo palestinese stesso, a prendere le decisioni e ad agire in modo che la Danimarca riconosca la Palestina. Questo è qualcosa che speriamo di poter fare". Lo ha detto il ministro degli Esteri danese Lars Loekke Rasmussen annunciando che in giornata fornirà dettagli più precisi in merito a quali ritiene essere i criteri necessari per un riconoscimento della Palestina da parte di Copenaghen.
"Finora abbiamo di fatto concesso a Israele il diritto di veto sulla questione, poiché abbiamo affermato che il riconoscimento danese della Palestina avverrà solo quando sarà stata negoziata una soluzione a due Stati" ha dichiarato il ministro in un video pubblicato su Instagram. "E questa soluzione sembra ancora lontana, se si guarda a cosa sta accadendo non solo a Gaza, ma anche con gli insediamenti in Cisgiordania e la dichiarata opposizione del governo Netanyahu a una soluzione a due Stati" ha aggiunto il ministro, che è già a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu in cui si parlerà della situazione a Gaza e del riconoscimento della Palestina.

Berlino: “Il riconoscimento della Palestina dopo la soluzione dei due Stati”

In vista del dibattito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza e l'avvio di un processo per la creazione di due Stati con i palestinesi. "Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avverrà probabilmente alla fine del processo", ha detto Wadephul prima della partenza. Tuttavia, un processo negoziale corrispondente deve "iniziare ora". "Uno Stato palestinese è il nostro obiettivo", ha continuato Wadephul. Non c'è altra via se non quella della soluzione a due Stati. Tuttavia, uno Stato palestinese deve essere raggiunto attraverso i negoziati. Prima del dibattito all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri tedesco prevede di partecipare a una conferenza organizzata da Francia e Arabia Saudita a New York questo pomeriggio per rafforzare la soluzione a due Stati tra Israele e palestinesi. Nella sua dichiarazione, Wadephul ha anche sottolineato che "due anni dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, non si intravede ancora una via d'uscita dal conflitto". "Ciò di cui la regione ha bisogno ora è un cessate il fuoco immediato, un aumento significativo degli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi", ha chiesto il ministro degli Esteri. Ha nuovamente condannato l'attuale offensiva israeliana a Gaza City definendola "completamente sbagliata".

Israele: “Respingiamo la dichiarazione di riconoscimento dello Stato palestinese”

"Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da alcuni altri paesi. Questa dichiarazione non promuove la pace, ma al contrario destabilizza ulteriormente la regione e compromette le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro". Lo ha scritto su X Oren Marmorstein, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, in risposta alla dichiarazione del Regno Unito, Canada e Australia in merito al riconoscimento di uno Stato palestinese.
"Definita dai leader di Hamas 'i frutti del massacro del 7 ottobre' - prosegue il portavoce - la dichiarazione non solo premia il più grande massacro di ebrei dall'Olocausto da parte di un'organizzazione terroristica che invoca e agisce per l'annientamento di Israele, ma consolida anche il sostegno di cui gode Hamas. È distruttivo separare la statualità - una delle questioni relative allo status finale - dalla pace. Questa decisione va contro ogni logica di negoziazione e di raggiungimento di un compromesso tra le due parti e allontanerà ulteriormente la pace desiderata".
"Inoltre - afferma Marmorstein - l'Autorità Nazionale Palestinese non ha rispettato nessuno dei suoi obblighi e requisiti; non ha fermato né l'incitamento, né la politica del 'pagare per uccidere', né ha adottato le misure necessarie per combattere il terrorismo, come dimostrato di recente con la scoperta di razzi e missili vicino a Ramallah la scorsa settimana. L'Autorità Nazionale Palestinese è parte del problema e non della soluzione. Questo è anche il motivo per cui gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni all'Autorità Nazionale Palestinese e impedito ai suoi alti funzionari di entrare nel suo territorio. In ogni caso, Israele non accetterà alcun testo distaccato e immaginario che tenti di costringerlo ad accettare confini indifendibili. I gesti politici rivolti al pubblico nazionale danneggiano solo il Medio Oriente e non sono utili. Invece, se i Paesi che hanno firmato questa dichiarazione desiderano davvero stabilizzare la regione, dovrebbero concentrarsi sulla pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi e proceda al disarmo immediato".

Gli Usa: “Il riconoscimento della Palestina è una mossa di facciata”

Gli Stati Uniti hanno criticato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo, definendolo una “mossa di facciata” e affermando di “privilegiare una diplomazia seria” in Medio Oriente. “Continuiamo a privilegiare una diplomazia seria piuttosto che mosse di facciata. Le nostre priorità sono chiare: la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, che non possono essere garantite finché esiste Hamas”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato sotto condizione di anonimato secondo quanto riportato dall’agenzia France Press