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Israele - Gaza, le news del 22 settembre. Usa valutano sanzioni contro Corte penale internazionale

Il riconoscimento dello stato di Palestina da parte di quattro Paesi (Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo) è “solo di facciata” per gli Usa, ma intanto scatena l’ira di Netanyahu. Alle 21 inizia la Conferenza all’Onu. Oggi le manifestazioni per Gaza in tutta Italia. Papa: “Terra Santa dilaniata da odio e violenza”
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Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo riconoscono lo Stato di Palestina a poche ore dall'Assemblea generale dell'Onu, che inizia oggi. Sono oltre 150 i Paesi del mondo ad averlo fatto. La mossa provoca l'ira di Netanyahu: “Non ci sarà alcuno Stato palestinese, si mette in pericolo la stessa esistenza di Israele”. Ancora più dura la risposta dei ministri dell'ultradestra Ben Gvir e Miki Zohar che propongono di occupare per rappresaglia l'intera Cisgiordania. Dal Papa un nuovo monito per “Gaza martoriata”: “Porre fine alla violenza e all'esilio forzato”. Il presidente della Repubblica Mattarella ha detto che “dal Capodanno ebraico arriva un invito contro la violenza e per una convivenza basata su rispetto, solidarietà e pace”. Oggi manifestazioni e cortei per Gaza in tutta Italia con lo slogan: “Blocchiamo tutto”.

Punti chiave

Egitto: “Due Stati sono "imperativo per la sicurezza"

Il primo ministro egiziano, Mostafa Madbouly, afferma che la soluzione dei due Stati "non è solo una scelta politica o un obbligo morale", ma "un imperativo per la sicurezza". "L'unica via verso un Medio Oriente sicuro e stabile è garantire al popolo palestinese il diritto alla libertà, alla dignità e all'indipendenza", ha affermato. Madbouly ha sottolineato che l'Egitto respinge qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi o di "liquidare la loro causa". Ha aggiunto che l'Egitto ospiterà una conferenza internazionale sulla ricostruzione non appena sarà in vigore un cessate il fuoco, per mobilitare fondi e "garantire che il popolo palestinese rimanga nella sua terra".

Australia: “Israele accetti la sua parte di responsabilità”

Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha dichiarato alla conferenza delle Nazioni Unite che Gaza è "nella morsa di una catastrofe umanitaria" e ha affermato che Israele "deve accettare la sua parte di responsabilità".


"Durante tutto questo conflitto, l'Australia ha sostenuto le richieste di cessate il fuoco perchè ogni vita innocente è importante. Ogni vita israeliana. Ogni vita palestinese", ha affermato. "Decine di migliaia di civili sono stati uccisi. Persone disperate, compresi bambini, a cui sono stati negati aiuti vitali. Operatori umanitari uccisi. Giornalisti uccisi mentre cercavano di far emergere la verità". Albanese ha inoltre condannato la politica di insediamento di Israele nella Cisgiordania occupata, sottolineando "la continua espansione illegale degli insediamenti e l'aumento della violenza dei coloni", nonchè "le minacce di annettere parti della Palestina e di sfollare definitivamente il popolo palestinese". "Una simile condotta rischia di rendere irrealizzabile la soluzione dei due Stati", ha affermato. "E' lì che porta la strada attuale. Dobbiamo scegliere una strada diversa. Dobbiamo interrompere questo ciclo di violenza e costruire qualcosa di migliore".

Lula: “Plaudiamo ai paesi che hanno riconosciuto la Palestina”

“Plaudiamo ai paesi che hanno riconosciuto lo stato di Palestina come il Brasile ha fatto nel 2010". Lo ha detto il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva parlando al vertice sulla soluzione dei due stati all'Onu.


"Uno stato è basato su tre pilastri: territorio, gente e governo, e tutti e tre vengono minati per quanto riguarda lo stato palestinese", ha proseguito Lula, sottolineando che "gli atti terroristici commessi da Hamas sono inaccettabili ma il diritto di autodifesa non autorizza l'uccisione indiscriminata dei civili, usare la fame come arma di guerra, affamare la gente che cerca aiuto".

Re Giordania all'Onu: “Due stati sono l’unica strada per la pace”

"Il riconoscimento della Palestina manda un messaggio chiaro: il conflitto a Gaza deve finire, i due stati sono l'unica strada per una soluzione pacifica": lo ha detto il re di Giordania Abdallah II intervenendo alla conferenza di alto livello dell'Onu sulla soluzione dei due stati.

Macron: “Francia pronta alla missione di stabilizzazione a Gaza”

Nel suo intervento all'Onu sulla soluzione dei due stati, Emmanuel Macron ha anche chiesto un'amministrazione transitoria a Gaza che coinvolga l'Autorità Nazionale Palestinese, che avrà il compito di supervisionare lo smantellamento di Hamas. La Francia, ha aggiunto, è pronta a contribuire a una "missione di stabilizzazione" a Gaza, sollevando la prospettiva di una presenza di sicurezza internazionale nel territorio.

Erdogan: “Israele vuole annientare la soluzione dei due Stati”

Il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, afferma che l'obiettivo del governo Nentanyahu è rendere impossibile la creazione di uno Stato palestinese. Ha detto che opporsi all'"oppressione" israeliana è una "responsabilità morale". Erdogan ha aggiunto che "l'obiettivo delle politiche di occupazione e annessione è chiaro: annientare la visione della soluzione dei due stati, non lasciare alcun terreno di sopravvivenza ai palestinesi ed esiliare il popolo palestinese".

Abu Mazen chiede ad Hamas di consegnare armi ad Anp

Il Presidente palestinese Abbas (Abu Mazen) ha affermato che Hamas non avrà alcun ruolo nella governance e ha chiesto al gruppo di consegnare le sue armi all'Autorità Nazionale Palestinese.
Abbas ha inoltre affermato: "Chiediamo un cessate il fuoco immediato. Dobbiamo far arrivare gli aiuti a Gaza. Abbiamo bisogno del rilascio degli ostaggi. Elogiamo il ruolo dell'Egitto e del Qatar nel mediare la fine della guerra e anche dell'Egitto e della Giordania che hanno respinto i piani di sfollamento dei palestinesi".

Macron: “Nulla può giustificare il ricorso al terrorismo, il 7 Ottobre è una ferita ancora aperta”

"Nulla può giustificare il ricorso al terrorismo". A dichiararlo, intervenendo all'Onu, è stato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha definito gli attacchi del 7 ottobre "una ferita ancora aperta".

Macron ha poi ribadito il suo appello per la "liberazione" dei 48 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas, affermando che "il 7 ottobre il popolo israeliano ha subito il peggior attacco della sua storia". "La legge deve prevalere sulla forza", ha proseguito il presidente francese.

Macron: “Hamas deve essere neutralizzato politicamente”

Emmanuel Macron chiede che Hamas venga "neutralizzato" "sul piano politico". Intervenendo all'Onu, il presidente francese "ha elogiato gli sforzi" di Qatar, Egitto e Stati Uniti per il loro ruolo nei negoziati tra Israele e il movimento palestinese. Macron ha quindi ribadito il suo appello per la fine delle operazioni militari a Gaza.

Riad: “Invitiamo tutti a compiere il riconoscimento della Palestina”

"L'Arabia Saudita è desiderosa di proseguire la sua partnership con la Francia e tutti i Paesi che chiedono la pace, di dare seguito all'attuazione dei risultati di questa conferenza, di porre fine alla guerra a Gaza e di porre fine alle misure che minacciano la sovranità palestinese, di lavorare per porre fine al conflitto nella regione. Ringrazio ancora una volta quei Paesi che hanno riconosciuto o hanno annunciato la loro intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina". Lo ha detto il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan a nome del principe ereditario Mohamed Bin Salman, che quindi non è intervenuto di persona. "Invitiamo tutti gli altri paesi a compiere un passo storico simile che avrà un grande impatto nel sostenere gli sforzi per l'attuazione della soluzione dei due stati - ha aggiunto - raggiungere una pace permanente e globale in Medio Oriente".

Guterres: “Sovranità nazionale per i palestinesi è un diritto”

“Dobbiamo impegnarci nuovamente per la soluzione dei due Stati prima che sia troppo tardi. Una soluzione in cui due Stati indipendenti, contigui, democratici, vitali e sovrani - Israele e Palestina - siano reciprocamente riconosciuti e pienamente integrati nella comunità internazionale. Sia chiaro: la sovranità nazionale per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa. E negarla sarebbe un regalo agli estremisti di tutto il mondo". Lo ha detto tra gli applausi il segretario generale Onu, Antonio Guterres, al summit in Assemblea Generale ospitato da Francia e Arabia Saudita, dopo aver condannato gli attacchi di Hamas.

Macron: “Per un’ambasciata francese in Palestina serve il rilascio degli ostaggi e la tregua”

Un'ambasciata francese in Palestina è subordinata al rilascio di "tutti gli ostaggi" da parte di Hamas e a un "cessate il fuoco" a Gaza: lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron alla conferenza di alto livello all'Onu per la soluzione dei due stati.

Anp: “La decisione della Francia è "storica e coraggiosa"

L'Autorità Palestinese ha salutato il riconoscimento formale di uno Stato palestinese da parte del Presidente francese Emmanuel Macron come una "decisione storica e coraggiosa". "Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati accoglie con favore il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'amica Repubblica di Francia, considerandolo una decisione storica e coraggiosa, coerente con il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite e che sostiene gli sforzi in corso per raggiungere la pace e attuare la soluzione dei due Stati", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah.

Kallas: “A Gaza è fallimento per l'umanità”

"La situazione a Gaza rappresenta un fallimento devastante per l'umanità. Il governo israeliano deve rimuovere immediatamente tutte le restrizioni umanitarie. L'espansione degli insediamenti e l'annessione di territori sono incompatibili con la pace, ed è chiaro che Hamas deve deporre le armi e liberare tutti gli ostaggi". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a margine dell'Assemblea Onu a New York.

Macron all'Onu: “Niente giustifica la guerra a Gaza”

"Niente giustifica la guerra in corso a Gaza. Niente. "Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine definitivamente, visto che non l'abbiamo fatto prima. Dobbiamo farlo per salvare vite umane": lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron alla conferenza di alto livello all'Onu per la soluzione dei due stati.

Macron riconosce lo stato della Palestina 'nel nome della pace'

"La Francia dichiara di riconoscere lo stato di Palestina nell'interesse della pace". Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron al vertice che ospita con l'Arabia Saudita all'Onu ricevendo un applauso scrosciante dalla sala. "Questo riconosce che i palestinesi non sono gente di troppo sulla Terra", ha aggiunto.

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Macron: “Non cesseremo la lotta esistenziale all’antisemitismo”

"Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l'antisemitismo": lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron alla conferenza di alto livello all'Onu per la soluzione dei due stati.

Macron all’Onu: “Giunto il tempo della pace in Medio Oriente”

E' arrivato il tempo di fermare la guerra, il massacro, è arrivato il tempo della pace" a Gaza e in Medio Oriente: lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron aprendo la conferenza di alto livello all'Onu per la soluzione dei due stati e sottolineando l'"urgenza" di una soluzione.

Tajani: “Fornite migliaia di tonnellate di aiuti alla popolazione palestinese”

"Dall'inizio del conflitto, l'Italia ha fornito migliaia di tonnellate di aiuti alla popolazione palestinese. Ringrazio in particolare la Giordania, l'Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e tutti i partner regionali che hanno collaborato a questo sforzo cruciale. Abbiamo anche organizzato evacuazioni mediche per curare in Italia centinaia di bambini palestinesi. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo a New York alla conferenza di alto livello delle Nazioni Unite sulla 'risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Stati. "Sappiamo che questo non è sufficiente. Dobbiamo interrompere il ciclo di violenza".

Tajani: “Gli attacchi a Doha hanno danneggiato la sovranità di un Paese amico”

"L'Italia ha condannato il recente attacco contro Doha. Gli attacchi hanno danneggiato la sovranità di un Paese amico che si è adoperato per fermare la guerra a Gaza". A dichiararlo, intervenendo alla conferenza di alto livello delle Nazioni Unite sulla 'risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Statì a New York, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Incoraggiamo Doha a proseguire nel cruciale sforzo di mediazione, insieme all'Egitto e agli Stati Uniti, per raggiungere un cessate il fuoco", ha aggiunto.

Tajani: “Pienamente convinti che la strada verso la pace sia ancora percorribile”

"Siamo pienamente convinti che la strada verso la pace sia ancora percorribile". A dichiararlo, intervenendo alla conferenza di alto livello delle Nazioni Unite sulla 'risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Statì, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

"Come disse Papa Leone XIV, non possiamo abbandonare la speranza di pace. La soluzione dei due Stati, con la coesistenza pacifica di palestinesi e israeliani, è l'unica soluzione praticabile per garantire un futuro di pace e prosperità in Medio Oriente", ha aggiunto. "Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale ottenere il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ripristino del pieno accesso umanitario".

"Dobbiamo concentrarci sul 'giorno dopo'. Esso dovrebbe soddisfare le aspirazioni di israeliani e palestinesi e portare stabilità nella regione", ha proseguito il capo della diplomazia italiana, per il quale "è fondamentale continuare a lavorare per la soluzione dei due Stati ed è essenziale salvaguardarne le fondamenta".

Tajani: “La situazione umanitaria a Gaza è catastrofica”

"La situazione umanitaria a Gaza è catastrofica. L'Italia è contraria all'occupazione della Striscia di Gaza e a qualsiasi idea di trasferimento della popolazione". E' il messaggio del vicepremier Antonio Tajani alla conferenza di alto livello sulla soluzione dei due stati all'Onu. "Deploriamo la decisione del governo israeliano di espandere gli insediamenti in Cisgiordania", ha messo in evidenza Tajani condannando "inoltre con fermezza i recenti attacchi terroristici compiuti da Hamas contro la popolazione civile israeliana a Gerusalemme".

Tajani: “Non deve esserci futuro per Hamas a Gaza”

"La soluzione dei due stati, con la coesistenza pacifica di palestinesi e israeliani, è l'unica soluzione per garantire un futuro di pace in Medio Oriente". E' il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani alla conferenza sulla soluzione dei 2 Stati all'Onu. "Per raggiungere l'obiettivo è fondamentale ottenere il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ripristino del pieno accesso umanitario", ha aggiunto. "Non deve esserci futuro per Hamas a Gaza. Un futuro pacifico per la regione deve iniziare con una Gaza libera da Hamas, riunificata con la Cisgiordania sotto un'autorità palestinese rafforzata e riformata".

Media: “Gli Usa valutano sanzioni contro l'intera Cpi”

Gli Stati Uniti stanno valutando di imporre sanzioni già questa settimana contro l'intera Corte penale internazionale, in risposta alle indagini su presunti crimini di guerra israeliani. Lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti, secondo cui una decisione su tali sanzioni è attesa a breve. Questo potrebbe mettere a rischio le operazioni quotidiane della Corte. Washington ha già imposto sanzioni mirate a diversi procuratori e giudici della Corte. Inserire la Corte stessa nella lista delle sanzioni costituirebbe un'escalation significativa.

Tajani: “L’Italia sostiene fermamente il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato”

"L'Italia sostiene fermamente il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato. Continueremo a sostenere l'Autorità Nazionale Palestinese nei suoi sforzi di rafforzamento istituzionale e riforma e lavoreremo duramente per la soluzione dei due Stati, con una coesistenza pacifica tra palestinesi e israeliani. Questa è l'unica soluzione praticabile per garantire un futuro di pace e prosperità in Medio Oriente". A dichiararlo intervenendo all'Onu è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Kallas: “Per la soluzione dei 2 Stati devono esistere i 2 Stati”

"Se parliamo di una soluzione a due Stati, allora devono esserci due stati, ed è per questo che gli stati membri hanno preso provvedimenti per riconoscere" lo Stato palestinese "in modo che ci sia un altro Stato, oltre a Israele". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a margine dell'Assemblea Onu a New York. "Spetta agli Stati membri riconoscere o meno qualsiasi Paese. Ma penso che oggi ci siano diversi Paesi che si stanno facendo avanti, il che fa sì che la maggior parte dei Paesi europei riconosca la Palestina", ha spiegato.


Su Hamas - ha evidenziato il capo della diplomazia Ue - "tutti gli Stati membri europei affermano non dovrebbe avere alcun ruolo nella futura governance di Gaza e stiamo anche proponendo sanzioni aggiuntive contro la leadership di Hamas per fare pressione affinchè ci sia un cessate il fuoco e la liberazione di ostaggi. Credo che queste questioni debbano essere tenute separate", ha aggiunto.

Capo di Stato Maggiore dell'Idf alle famiglie degli ostaggi: “Spingo il governo a raggiungere un accordo di tregua”

Il Capo di Stato Maggiore delle Forze di difesa israeliane, Generale Eyal Zamir, ha dichiarato nel corso di un incontro con le famiglie di sette ostaggi che sta spingendo il governo a raggiungere un accordo di cessate il fuoco che ne consenta la liberazione. A riferirne è l'emittente israeliana Canale 12, citata dal Times of Israel.

Zamir ha detto di essere responsabile delle azioni dell'Idf a Gaza e di avere sempre in mente gli ostaggi. "Ho autorizzato io stesso questa operazione e il capo del Comando Sud la sta portando avanti in modo responsabile", ha affermato, secondo la fonte. "Sono io che autorizzo qualsiasi avanzata".

Zamir ha poi sottolineato di sostenere un accordo di cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi anche dopo l'avvio dell'offensiva. "Sono favorevole a un accordo, sto spingendo per un accordo e continuerò a spingere per raggiungere un accordo".

Berlino: “L’unica soluzione resta quella dei due stati”

"L'offensiva di terra su Gaza va in una direzione completamente sbagliata" lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul a New York prendendo parte a una iniziativa di Francia e Arabia Saudita sulla Palestina. Lo riferisce l'agenzia di stampa tedesca Dpa.


Inoltre "ogni passo verso un'annessione contraria al diritto internazionale dei territori occupati mina la possibilità di risolvere in modo duraturo il conflitto". Ad avviso del ministro degli Esteri tedesco la soluzione di due Stati "resta l'unica strada che può condurre israeliani e palestinesi a poter vivere insieme una vita in pace, sicurezza e dignità". Tuttavia, per la Germania il riconoscimento dello Stato palestinese è il passaggio finale di un processo che "deve iniziare adesso".

Costa: “A Gaza si va ben oltre il diritto di autodifesa”

"La catastrofe umanitaria a Gaza è completamente inaccettabile, chiediamo il rilascio degli ostaggi, il cessate il fuoco, che Israele consenta un accesso umanitario senza ostacoli e crei le condizioni per una soluzione dei due stati. Il futuro della Palestina non può essere nelle mani di Hamas, ma deve essere uno stato con una autorità democratica". Lo ha detto il presidente del consiglio europeo Antonio Costa anticipando ai giornalisti i temi che toccherà a breve nel suo discorso al vertice sulla soluzione dei due stati all'Onu.
"Dopo oggi la maggior parte degli stati membri dell'Ue avranno riconosciuto la Palestina come stato indipendente", ha aggiunto, ribadendo la condanna del 7 ottobre ma sottolineando che quello che sta accadendo a Gaza "va oltre il diritto di autodifesa". Per quanto riguarda le azioni dell'Ue, spiega che "raggiungere una dichiarazione comune tra i 27 paesi membri sul Medio Oriente è un risultato molto importante".

Usa, per Trump riconoscere la Palestina è un premio a Hamas

Donald Trump ritiene che il riconoscimento di uno stato palestinese sia "una ricompensa per Hamas". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, sottolineando che di questo parlerà il presidente domani all'Onu.

Media: “37 morti in attacchi israeliani a Gaza”

Dall'alba, almeno 37 palestinesi sono morti negli attacchi israeliani nella Striscia, di cui 30 a Gaza City. Lo riporta Al Jazeera.

Sanzioni di Singapore ai coloni israeliani

Singapore ha dichiarato che imporrà sanzioni mirate ai leader dei gruppi di coloni israeliani e riconoscerà uno Stato palestinese alle giuste condizioni. Le nazioni occidentali e di altri Paesi hanno adottato una linea sempre più dura contro i gruppi di coloni e alcuni funzionari israeliani, accusati di fomentare la violenza, mentre cresce il riconoscimento globale dell'aspirazione dei palestinesi a una patria indipendente.


Il ministro degli Esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan, intervenendo in Parlamento, ha rimproverato i politici israeliani che hanno parlato di annettere parti della Cisgiordania o di Gaza, i due territori palestinesi occupati da Israele. "Chiediamo al governo israeliano di cessare la costruzione e l'espansione degli insediamenti", ha affermato, citando il cosiddetto progetto di insediamento E1 come causa di frammentazione della Cisgiordania. "Ci opponiamo ai continui tentativi di creare nuovi fatti sul campo che compromettano le prospettive di una soluzione a due Stati".

Bandiera della Palestina srotolata sul municipio di Parigi

Nonostante la contrarietà della sindaca Anne Hidalgo, una grande bandiera della Palestina è comparsa oggi sulla facciata del Municipio di Parigi. Attivisti pro-Pal e politici di sinistra hanno srotolato poco dopo le 18:00 uno striscione rosso-verde-bianco-nero lungo diversi metri, poche ore prima che il presidente Emmanuel Macron riconosca ufficialmente lo Stato palestinese. La bandiera gigante è stata rimossa dopo una mezz'ora.


Hidalgo, socialista, non ha seguito l'appello del suo leader di partito Olivier Faure a esporre le bandiere fuori dell'Hotel de Ville, nonostante il divieto diramato dal ministero dell'Interno. La sindaca ha invece fatto proiettare sulla Torre Eiffel una bandiera israeliana accanto a quella palestinese, iniziativa che ha suscitato non poche polemiche. "Disgustoso", ha commentato il leader della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon.

Francia, oltre 50 comuni issano la bandiera palestinese

Sale ad oltre una cinquantina il numero di comuni francesi che hanno issato oggi la bandiera palestinese, malgrado il divieto, nel giorno in cui la Francia si appresta a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina dinanzi alle Nazioni Unite. Il ministro dell'Interno dimissionario, Bruno Retailleau, aveva ordinato la settimana scorsa ai prefetti di vietare l'esposizione della bandiera palestinese sulle facciate dei comuni della République, in nome della neutralità del servizio pubblico e la non ingerenza nella politica estera della Francia, competenza esclusiva dello Stato, a rischio di denunce amministrative. Malgrado il divieto, 52 comuni - in larga maggioranza amministrate dai socialisti o da partiti della gauche - hanno ignorato l'ordine di Retailleau.


Dopo Nantes, Rennes, Grigny o Saint-Denis in mattinata, si sono aggiunte nel pomeriggio città come Besançon e Lione, amministrate dagli ecologisti. "Questo riconoscimento dello Stato palestinese non è un'offesa a Israele", commenta il sindaco di Lione, Grégory Doucet, sottolineando che "l'assenza di uno Stato è terreno fertile per tutti i gruppi terroristi, Isis o Hamas". Il sindaco di Tours, Emmanuel Denis, che prevede di issare la bandiera palestinese alle 19, sottolinea da parte sua che "riconoscere lo Stato di Palestina significa ricordare che nessuna conquista territoriale attraverso l'uso della forza può essere legittima e che nessuna pace duratura è possibile senza giustizia e reciprocità".

Israele: “La Flotilla è al servizio di Hamas, la fermeremo”

"Questa Flotilla, organizzata da Hamas, è destinata a servire Hamas. Israele non permetterà alle imbarcazioni di entrare in una zona di combattimento attiva e non consentirà la violazione di un blocco navale legittimo". E' quanto dichiara in una nota il ministero degli Esteri israeliano, in merito alla spedizione della Global Sumud Flotilla. "Se il reale intento dei partecipanti alla flottiglia è quello di fornire aiuti umanitari e non servire Hamas, Israele invita le imbarcazioni a attraccare al Marina di Ashkelon e a scaricare lì gli aiuti, da dove saranno trasferiti prontamente in maniera coordinata nella Striscia di Gaza", si legge. Israele esorta i partecipanti a non violare la legge e ad accettare la proposta israeliana per un trasferimento pacifico di eventuali aiuti in loro possesso", conclude la nota.

Hamas: “Chiusi 2 ospedali a Gaza City a causa dell’offensiva di Israele”

Due ospedali di Gaza City sono chiusi a causa dell'offensiva di terra israeliana e dei danni causati dai continui bombardamenti. Lo ha denunciato il ministero della Salute a Gaza controllato da Hamas, secondo cui l'ospedale pediatrico Al Rantisi è stato gravemente danneggiato pochi giorni fa in un raid israeliano e costretto a sospendere i servizi così come l'ospedale oculistico.

"L'occupazione prende deliberatamente e sistematicamente di mira il sistema sanitario del governatorato di Gaza nell'ambito della sua politica genocida contro la Striscia", ha dichiarato il ministero della Salute, aggiungendo che "nessuna struttura o ospedale ha vie di accesso sicure che consentano ai pazienti e ai feriti di raggiungerli".

Hamas diffonde un nuovo video dell’ostaggio Ohel

Hamas ha diffuso un nuovo video di Alon Ohel, ostaggio a Gaza del gruppo militante islamista dal 7 ottobre 2023. Si tratta del secondo filmato da quando è stato rapito, il precedente era stato diffuso il mese scorso. Sui media israeliani il nuovo filmato non è stato pubblicato, in attesa del via libera della famiglia.

Vescovi tedeschi: “Disumano quanto sta accadendo a Gaza”

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Baetzing, ha criticato l'operato del governo israeliano nella Striscia di Gaza. "Quello che sta accadendo in questo momento nella Striscia di Gaza, quello che accade ormai da tempo, è disumano", ha affermato Baetzing, sottolineando che decine di migliaia di innocenti hanno perso la vita, come riporta Ard. "Molti soffrono la fame. Ora centinaia di migliaia di persone sono in fuga e non sanno dove andare", ha detto ancora il presidente della Conferenza episcopale tedesca, ricordando anche che "i responsabili di questo inferno sono i terroristi di Hamas e le loro azioni del 7 ottobre 2023".

Israele alla Flotilla: “Dia aiuti a noi e li porteremo a Gaza”

"Questa Flotilla, organizzata da Hamas, è destinata a servire Hamas". Così su X il ministero degli Esteri israeliano. "Israele non permetterà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva" e "la violazione di un blocco navale legittimo. Se il reale desiderio dei partecipanti è fornire aiuti umanitari invece che servire Hamas, Israele invita le navi ad attraccare al porto di Ashkelon e a scaricare lì gli aiuti, da dove saranno trasferiti prontamente e in modo coordinato a Gaza. Israele esorta i partecipanti a non violare la legge e ad accettare la proposta di Israele per un trasferimento pacifico di qualsiasi aiuto".

Governo spagnolo: “Onorificenza ai sanitari che lavorano a Gaza”

Il governo spagnolo concederà la medaglia dell'Ordine civile della Sanità ai sanitari che lavorano a Gaza, come riconoscimento per "tutti coloro che, nonostante tutte le difficoltà e il genocidio, si dedicano 24 ore su 24 a salvare i loro compatrioti": lo ha annunciato la ministra della Sanità iberica, Monica Garcia, durante un evento organizzato dall'agenzia Europa Press. L'onorificenza, ha aggiunto, sarà consegnata da Raul Incertis, medico spagnolo che negli scorsi mesi ha lavorato a Gaza. La ministra ha anche annunciato che la Spagna effettuerà "la quinta missione di evacuazione" di bambini di Gaza che hanno bisogno di cure sanitarie in Europa.

Trump convoca domani a New York i leader arabi per Gaza

Donald Trump chiama a raccolta domani a New York, a margine dell'assemblea generale dell'Onu, un gruppo ristretto di leader arabi e musulmani per discutere come porre fine alla guerra a Gaza e per definire un piano per la fase post bellica. Stando a funzionari arabi citati da Axios, sono stati invitati a partecipare i leader di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Giordania e Turchia. La Casa Bianca vuole che i Paesi arabi e musulmani invitati prendano parte a un piano post-bellico per Gaza e persino inviino truppe per una forza di stabilizzazione che sostituirà l'esercito israeliano, affermano alcune fonti. I leader arabi dovrebbero chiedere a Trump di fare pressione su Netanyahu affinché ponga fine alla guerra a Gaza e si astenga dall'annettere parti della Cisgiordania. Gli Emirati Arabi Uniti hanno già chiarito alla Casa Bianca che l'annessione israeliana di parti della Cisgiordania potrebbe portare al crollo degli Accordi di Abramo, che rappresentano il principale risultato di politica estera di Trump durante il suo primo mandato presidenziale.


Sempre secondo Axios, Trump dovrebbe tenere lo stesso giorno anche un incontro separato con i leader di diversi paesi del Golfo Persico; Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Bahrein e Kuwait -: una questione chiave in quell'incontro sarà la preoccupazione dei Paesi della regione per l'attacco israeliano contro leader di Hamas in Qatar, il primo mai condotto contro uno dei Paesi del Golfo. Funzionari arabi affermano che i Paesi del Golfo vogliono ottenere assicurazioni dall'amministrazione Trump che tali attacchi non si ripeteranno.

Capodanno ebraico, Israele salta la riunione dell’Onu su Gaza

Israele non parteciperà domani alla riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su Gaza prevista per domani, per la coincidenza con il capodanno ebraico. "Desidero informarvi che la delegazione di Israele non parteciperà a questo incontro, in quanto coincide con Rosh Hashanah, il capodanno ebraico", ha spiegato l'ambasciatore Danny Danon in una lettera al presidente di turno del Consiglio di sicurezza. Israele aveva chiesto di spostare la riunione, ha spiegato, che però "rimane fissata per quella data, una delle più significative del calendario ebraico".

Tajani: “Ho insistito con Israele sulle garanzie per gli italiani sulla Flotilla”

"Stamane ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano per insistere affinché ci siano tutte le garanzie necessarie per i cittadini italiani che fanno parte della Flotilla, ricordando a Israele che ci sono anche alcuni parlamentari". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando di aver "anche chiesto che potessero essere messi nelle condizioni di depositare il materiale umanitario, gli aiuti alimentari, che possa essere consegnato al popolo palestinese quello che porta con sè la Flotilla".

Tajani: “Lo Stato palestinese va costruito, lavoriamo per questo”

"Credo che riconoscere lo Stato palestinese oggi non serva a granché. Noi dobbiamo impedire che Hamas rappresenti il futuro della Palestina", ha affermato Tajani. "Stiamo aiutando in tutti i modi il popolo palestinese. Siamo il Paese che in Europa ha accolto il maggior numero di palestinesi". "Stiamo lavorando intensamente per far sì che si metta fine a questa carneficina inaccettabile, che condanniamo con grande fermezza", ha osservato il ministro.


"Il popolo palestinese è vittima di una guerra, di una reazione sproporzionata di Israele e di Hamas che si fa scudo del proprio popolo per difendere i propri arsenali. Andremo avanti perché vogliamo che il popolo palestinese possa realizzare il proprio sogno, quello di essere protetto da uno Stato che noi lavoriamo per riconoscere - ha messo in evidenza Tajani -. Le dichiarazioni servono non a molto, noi lavoriamo per raggiungere l'obiettivo vero, quello di costruire uno Stato palestinese".

Tajani: “Riconoscere lo Stato palestinese oggi non serve a un granché”

"Siamo favorevoli al riconoscimento dello Stato della Palestina, ma prima bisogna costruirlo. Noi stiamo lavorando qui per fare questo". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa a New York.

"Non possiamo certamente fare un favore a Hamas, non c'è oggi uno Stato palestinese, bisogna costruirlo", ha ribadito il titolare della Farnesina, sottolineando di ritenere che "riconoscere lo Stato palestinese oggi non serva a granché. Noi dobbiamo impedire che Hamas rappresenti il futuro della Palestina e oggi in Palestina c'è Hamas che controlla in qualche modo la Striscia di Gaza".

Ministero Salute Gaza: “Chiusi due ospedali a causa dei raid”

Il ministero della Salute di Gaza, guidata da Hamas, ha dichiarato che due ospedali di Gaza City sono stati chiusi a causa dell'intensificazione dell'offensiva terrestre israeliana e dei danni causati dai continui bombardamenti israeliani, mentre i carri armati avanzavano sempre più nel territorio. Lo riporta Haaretz.
Il ministero ha affermato nella sua dichiarazione che l'ospedale pediatrico Al-Rantisi è stato gravemente danneggiato qualche giorno fa da un bombardamento israeliano. Allo stesso tempo ha segnalato attacchi israeliani nei pressi del vicino ospedale oculistico, che hanno costretto alla sospensione dei servizi anche lì.

Cisgiordania, irruzione dell’Idf all'Università Birzeit di Ramallah

Militari israeliani hanno fatto irruzione nella notte nel campus dell'Università di Birzeit, a nord di Ramallah, hanno trattenuto le guardie universitarie in un edificio e affisso volantini minacciosi contro gli studenti. E' quanto ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa.
Secondo il responsabile degli Affari Studenteschi, Ghassan Barghouti, ha dichiarato a Radio Alam che 11 veicoli dell'Idf hanno fatto irruzione nel campus dopo mezzanotte, attaccando e ferendo cinque membri del personale di sicurezza. Durante l'operazione, i soldati avrebbero affisso volantini minacciosi e vandalizzato murales nel teatro Nassib Shahin che denunciavano la distruzione delle istituzioni accademiche a Gaza. Intanto a Hebron, i soldati israeliani avrebbero arrestato un accademico a capo di un comitato scientifico che insegna all'Università locale, riporta Haaretz.

Netanyahu: “Distruzione dell’asse iraniano è l’obiettivo del prossimo anno”

"Siamo impegnati in una lotta in cui stiamo prevalendo sui nostri nemici e dobbiamo distruggere l'asse iraniano, e abbiamo il potere di farlo. Questo è ciò che ci aspetta nel prossimo anno, che potrebbe essere un anno storico per la sicurezza di Israele". Lo ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, incontrando il Forum dello Stato Maggiore dell'esercito di Israele (Idf), insieme al capo di Stato Maggiore delle IDF, Tenente Generale Eyal Zamir, e al ministro della Difesa Israel Katz. Lo riporta il Times of Israel. "Voglio ripetere che siamo determinati a raggiungere tutti i nostri obiettivi di guerra", ha aggiunto, "non solo a Gaza, non solo per completare l'eliminazione di Hamas, per liberare i nostri ostaggi e per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele, ma anche su altri fronti, per aprire opportunità di sicurezza, di vittoria e anche di pace".

Hamas scrive a Trump: “Metà ostaggi in cambio della tregua”

Hamas ha scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti Donald Trump chiedendogli direttamente di garantire una tregua di 60 giorni a Gaza in cambio del rilascio di metà degli ostaggi prigionieri a Gaza. E' quanto ha riferito in esclusiva Fox News, citando un alto funzionario dell'amministrazione americana e una fonte coinvolta nei negoziati.
La lettera è attualmente nelle mani del Qatar che la consegnerà al capo della Casa Bianca nel corso della settimana. Doha ha sospeso gli sforzi di mediazione per raggiungere un accordo su un cessate il fuoco nella Striscia e la liberazione dei 48 ostaggi ancora a Gaza dall'attacco sferrato da Israele contro la dirigenza di Hamas nella capitale qatarina due settimane fa.

Il Regno Unito aggiorna le mappe dopo il riconoscimento della Palestina

Il ministero degli Esteri del Regno Unito ha aggiornato la mappa dei territori palestinesi. Ora la Cisgiordania e Gaza vengono indicate come Palestina, anziché come Territori palestinesi occupati. Lo riporta Sky News Uk.

Idf: “Razzo lanciato da Gaza City verso Nahal Oz”

Un razzo è stato lanciato da Gaza City contro la comunità di confine di Nahal Oz. Lo dice l'esercito israeliano. Un missile intercettore è stato lanciato per abbattere il razzo, fanno sapere le Idf. L'allarme aereo ha risuonato nelle aree aperte vicino alla comunità, "secondo il protocollo", aggiungono le Idf.

Hamas giustizia a Gaza tre sospetti collaborazionisti di Israele

Hamas ha giustiziato nella Striscia di Gaza tre sospetti collaborazionisti di Israele. Lo ha riferito Haaretz, precisando che i tre sono stati giustiziati dai miliziani palestinesi davanti all'ospedale al-Shifa di Gaza City.

Le Pen: “Macron non riconosce la Palestina ma l'Hamastan”

"Emmanuel Macron riconosce oggi l"Hamastan', non la Palestina. E' un errore estremamente grave, soprattutto rispetto a quelle nazioni che lottano contro il terrorismo islamico": lo scrive l'esponente del Rassemblement National (RN), Marine Le Pen, in un messaggio pubblicato su X in cui allega un estratto di una sua videointervista a Bfmtv.


L’Arabia Saudita a Israele: “L’annessione della Cisgiordania è una linea rossa”

L'Arabia Saudita ha trasmesso un messaggio a Israele avvisando di ritenere l'eventuale annessione della Cisgiordania "una linea rossa" che comporterebbe "importanti implicazioni in tutti i campi". Riad potrebbe rinunciare alla prospettiva della normalizzazione, sottrarsi agli Accordi di Abramo o chiudere nuovamente il suo spazio aereo ai voli israeliani. Lo scrive Channel 12. Un simile avvertimento era stato espresso nei giorni scorsi dagli Emirati Arabi Uniti. I funzionari sauditi - aggiunge l'emittente israeliana - discuteranno su come porre fine alla guerra a Gaza e sugli scenari futuri con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, insieme ai leader di Emirati Arabi Uniti, Qatar, Giordania, Egitto e Turchia.

Alle 21 inizia la conferenza all'Onu sui due Stati: aprirà Macron

Il vertice franco-saudita sulla soluzione dei due Stati inizierà oggi alle 15 ora locale (le 21 in Italia) a New York, nella sala riunioni della sede centrale delle Nazioni Unite. L'evento sarà inaugurato dal presidente francese Emmanuel Macron, a cui seguirà un discorso video del principe ereditario saudita Muhammad bin Salman. Successivamente interverrà il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, seguito dalla tedesca Annalena Baerbock, presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Poi prenderanno la parola i capi di Stato o i loro rappresentanti. Secondo un funzionario francese, l'evento dovrebbe durare tre ore e al termine potrebbe essere adottata una dichiarazione congiunta. Lo riporta il Times of Israel.

Ministero della Salute di Gaza: 61 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore

Il ministero della Salute di Gaza, che fa capo ad Hamas, afferma che 61 palestinesi sono stati uccisi e circa 220 sono rimasti feriti dal fuoco israeliano nella Striscia nelle ultime 24 ore. Le autorità di Gaza non fanno distinzioni tra civili e combattenti.

Berlino: “Israele non faccia altri passi verso l’annessione”

"Non dovrà esserci alcun nuovo passo verso l'annessione della Palestina". È quello che detto il portavoce del governo tedesco, Sebastian Hille, in conferenza stampa a Berlino. "E la nostra richiesta stringente al governo israeliano è che tralasci ogni ulteriore passo in questa direzione", ha aggiunto.

Papa: “Terra Santa dilaniata da odio e violenza”

"Anche ai nostri giorni, c'è bisogno di donne generose. In proposito, permettetemi di rivolgere un particolare saluto alle sorelle Carmelitane Scalze di Terra Santa, qui presenti: è importante ciò che state facendo, con la vostra presenza vigile e silenziosa in luoghi purtroppo dilaniati dall'odio e dalla violenza, con la vostra testimonianza di abbandono fiducioso in Dio, con la vostra costante invocazione per la pace". Lo dice papa Leone alle suore di vari Capitoli tra cui quelle carmelitane ricevute in udienza. "Tutti - ha aggiunto - vi accompagniamo con la nostra preghiera e, anche attraverso di voi, ci facciamo vicini a chi soffre. Grazie a tutte voi, sorelle, per il bene che fate in tanti Paesi del mondo e in tanti contesti diversi".

(ansa)

Macron: “Riconoscere la Palestina unica soluzione politica”

Riconoscere oggi lo Stato di Palestina "è l'unico modo di fornire una soluzione politica ad una situazione che deve finire": è quanto afferma il presidente francese, Emmanuel Macron, intervistato dalla Cbs, ne giorno in cui si appresta ad annunciare il riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia dinanzi alle Nazioni Unite.

Netanyahu: “Avanti a Gaza per raggiungere tutti gli obiettivi della guerra”

"Continueremo ad agire con determinazione finché non raggiungeremo tutti gli obiettivi della guerra, per garantire il nostro futuro nella nostra meravigliosa terra". Lo dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu in un videomessaggio diffuso dai media israeliani in occasione del capodanno ebraico. "Così facendo, apriremo anche la strada all'espansione del cerchio della pace", aggiunge Netanyahu nel suo messaggio di Rosh Hashanah.
"Abbiamo colpito duramente l'asse iraniano. Lo abbiamo fatto in Libano, in Siria, in Yemen e nello stesso Iran", afferma. "Le nostre forze stanno ora operando con grande forza nella Striscia di Gaza per sconfiggere definitivamente Hamas e riportare a casa tutti i nostri ostaggi", aggiunge.
Dopo le parole della settimana scorsa secondo cui Israele potrebbe dover diventare una "super Sparta", Netanyahu afferma che Israele "continuerà a far progredire la nostra economia e la nostra sicurezza, attraverso la tecnologia, la cybersecurity, l'intelligenza artificiale, le nostre industrie della difesa e sviluppi che non hanno eguali al mondo e che superano i confini dell'immaginazione"."Che questo sia un anno di unità, un anno di vittoria, un anno di pace", conclude.

Ambasciatore Israele negli Usa: “Starmer premia i nuovi nazisti”

Il primo ministro britannico Starmer "premia i nuovi nazisti" riconoscendo lo Stato palestinese. Lo scrive sui social l'ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter. "Quando Neville Chamberlain si è venduto ai nazisti, credeva (scioccamente) di evitare il conflitto. L'unica cosa che Starmer sta cercando di evitare è una presa di potere islamista in Gran Bretagna. Ha premiato i nuovi nazisti e riceverà solo vergogna", ha scritto Leiter su X.

Idf: “Ucciso il vicecomandante delle forze navali di Hamas, partecipò al 7 ottobre”

Il vice comandante della polizia navale di Hamas, Iyad Abu Yousef, che aveva partecipato all'attacco del 7 ottobre, è stato ucciso in un recente attacco aereo nella Striscia di Gaza centrale. Lo annunciano le Idf. L'attacco è stato effettuato dall'aeronautica militare israeliana, sulla base di informazioni fornite dalla Divisione di intelligence navale e dalla Direzione dell'intelligence militare.
Le Idf affermano che Abu Yousef aveva partecipato all'attacco del 7 ottobre 2023 e che durante la guerra ha pianificato imboscate contro le truppe israeliane e si è occupato della sicurezza dei beni di Hamas. "La sua eliminazione costituisce un duro colpo per le capacità della polizia navale di Hamas, che viene utilizzata per raccogliere informazioni sulle nostre forze e per far rispettare il controllo marittimo per l'ala militare dell'organizzazione", affermano i militari israeliani.

Il ministro degli Esteri francese Barrot: “Il riconoscimento dello Stato palestinese è una nostra vittoria”

Il riconoscimento di uno Stato palestinese rappresenta "una grande vittoria diplomatica per la Francia", secondo il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot.
Ospite del programma Bonjour! di Tf1, il ministro degli Esteri uscente ha affermato che "questo giorno è un grande giorno per la pace; è una grande vittoria diplomatica per la Francia".
"La decisione che il presidente presenterà questo pomeriggio è simbolica, immediata e politica, e dimostra l'impegno della Francia per la soluzione dei due Stati. La sua attuazione sarà graduale e subordinata agli sviluppi sul campo, incluso il rilascio degli ostaggi", ha spiegato Barrot.

Londra ammonisce Israele sulla minaccia di annessione della Cisgiordania

Il Regno Unito ha messo in guardia Israele contro la minaccia evocata dall'interno del governo di Benjamin Netanyahu di dichiarare l'annessione della Cisgiordania occupata, in tutto o in parte, in risposta al riconoscimento formale dello Stato di Palestina annunciato ufficialmente da Londra e da altri Paesi occidentali. Lo ha detto la ministra degli Esteri, Yvette Cooper, intervistata dalla Bbc prima del suo previsto intervento odierno all'Onu, insistendo che il riconoscimento britannico della Palestina mira "chiaramente a garantire la sicurezza d'Israele al pari di quella dei palestinesi".
"Si tratta di proteggere la pace e la giustizia in Medio Oriente continuando a lavorare con tutte le parti", ha proseguito: "Dobbiamo riconoscere ai palestinesi il diritto a un loro Stato così come riconosciamo lo Stato d'Israele".
La titolare del Foreign Office non ha tuttavia indicato quando il governo di Keir Starmer intenda attribuire al consolato generale britannico di Gerusalemme, sede diplomatica che si occupa tradizionalmente dei rapporti con l'Autorità nazionale palestinese (Anp) in un'ambasciata a pieno titolo.

(afp)

Global Sumud Flotilla: “Ci seguono droni non identificati”

“Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell'attività aerea ci preoccupa". E' quanto ha segnalato in un messaggio postato sul suo canale Telegram la Global Sumud Flotilla, la spedizione con una quarantina di imbarcazioni di 44 Paesi, che sta raggiungendo le coste di Gaza per rompere il blocco israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione. L'episodio si è verificato alle 21:09 di ieri ora italiana.
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Belgio: “Riconosciamo la Palestina per forzare la mano di Netanyahu”

Il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot ha celebrato il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina da parte del Belgio e ha chiesto sanzioni contro il governo israeliano per "forzare la mano" all'amministrazione di Benjamin Netanyahu.
"Riconosciamo con chiarezza lo Stato di Palestina, la legittimità del popolo palestinese a vedere tale Stato. Lo formalizzeremo amministrativamente e giuridicamente in una seconda fase, ma è per questo che siamo molto orgogliosi di essere tra le nazioni che oggi compiranno un ulteriore passo ufficiale verso il riconoscimento", ha dichiarato il capo della diplomazia belga in un'intervista alla radio Rtl. Prevot ha rilasciato la dichiarazione prima di recarsi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, dove il Belgio riconoscerà "politicamente" la Palestina come Stato, aderendo alla dichiarazione promossa da Francia e Arabia Saudita. Il Belgio formalizzerà legalmente il riconoscimento in un secondo momento, in futuro "senza scadenze" e quando Hamas consegnerà gli ostaggi israeliani e scomparirà dalla scena politica, a seguito dell'accordo raggiunto dal governo di coalizione belga. "L'importante è inviare un messaggio forte sulla scena internazionale sul riconoscimento che il Belgio desidera concedere allo Stato di Palestina", ha affermato Prevot. Il ministro belga, tuttavia, ha sottolineato che il riconoscimento non è urgente "se ciò che vogliamo è portare cibo a quelle bocche che gridano fame, a quei bambini che muoiono di fame, a quelle donne e cittadini che aspettano aiuti umanitari a Gaza". "Dobbiamo agire imponendo sanzioni al governo israeliano, il cui braccio deve essere torto un po’ affinché gli aiuti umanitari possano finalmente essere distribuiti in massa a Gaza", ha aggiunto Prevot, che ha ricordato che "il Belgio è attualmente in prima linea tra i Paesi europei nell'attuazione delle sanzioni più severe contro il governo israeliano, in modo che possiamo finalmente aspettarci un impatto sulla situazione umanitaria".

Al Jazeera: scene disperate sulle strade verso il sud di Gaza

Migliaia di persone, in auto, sui camion o su carretti trainati da asini carichi di mobili ed effetti personali, si dirigono verso il sud della Striscia in cerca di un rifugio, mentre proseguono i raid su Gaza city. Lo riporta Al Jazeera pubblicando immagini di lunghe file di persone e mezzi.
"Alcune auto sono in panne o hanno esaurito il carburante - osserva un giornalista sul posto in un reportage -. A volte si vedono auto che trainano un altro veicolo o che vengono spinte a mano. Scene disperate", commenta, lungo la strada costiera considerata al momento un'ancora di salvezza per le famiglie in fuga da Gaza City sotto la minaccia dei bombardamenti.
"Scene come queste si verificano da più di una settimana.
Abbiamo visto famiglie dormire sul ciglio della strada. Per loro, spostarsi verso sud non significa essere completamente al sicuro. Ma stanno cercando di allontanarsi dalle zone di bombardamento verso aree designate come cosiddetti spazi umanitari, nonostante l'assenza di infrastrutture umanitarie".

(reuters)

Al Jazeera: 11 morti in attacchi di Israele a Gaza dall'alba

Secondo fonti mediche contattate da Al Jazeera Arabic, dall'alba le forze israeliane hanno ucciso almeno 11 palestinesi nella Striscia di Gaza, tra cui sette persone uccise a Gaza City. Gli ultimi decessi sono stati registrati presso l'ospedale dei martiri di Al-Aqsa nella città di Deir el-Balah, dove sono stati trasportati due corpi e alcuni feriti dopo che un attacco aereo israeliano ha colpito una tenda per sfollati nella zona di al-Sawarha, a sud-ovest di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza. Separatamente, due persone sono state uccise in un attacco di droni israeliani nel quartiere di Tal al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City.

Danimarca annuncia un “cambio di posizione” sulla Palestina

"Desideriamo cambiare la nostra posizione, affinché non sia Israele, ma il popolo palestinese stesso, a prendere le decisioni e ad agire in modo che la Danimarca riconosca la Palestina. Questo è qualcosa che speriamo di poter fare". Lo ha detto il ministro degli Esteri danese Lars Loekke Rasmussen annunciando che in giornata fornirà dettagli più precisi in merito a quali ritiene essere i criteri necessari per un riconoscimento della Palestina da parte di Copenaghen.
"Finora abbiamo di fatto concesso a Israele il diritto di veto sulla questione, poiché abbiamo affermato che il riconoscimento danese della Palestina avverrà solo quando sarà stata negoziata una soluzione a due Stati" ha dichiarato il ministro in un video pubblicato su Instagram. "E questa soluzione sembra ancora lontana, se si guarda a cosa sta accadendo non solo a Gaza, ma anche con gli insediamenti in Cisgiordania e la dichiarata opposizione del governo Netanyahu a una soluzione a due Stati" ha aggiunto il ministro, che è già a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu in cui si parlerà della situazione a Gaza e del riconoscimento della Palestina.

Berlino: “Il riconoscimento della Palestina dopo la soluzione dei due Stati”

In vista del dibattito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza e l'avvio di un processo per la creazione di due Stati con i palestinesi. "Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avverrà probabilmente alla fine del processo", ha detto Wadephul prima della partenza. Tuttavia, un processo negoziale corrispondente deve "iniziare ora". "Uno Stato palestinese è il nostro obiettivo", ha continuato Wadephul. Non c'è altra via se non quella della soluzione a due Stati. Tuttavia, uno Stato palestinese deve essere raggiunto attraverso i negoziati. Prima del dibattito all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri tedesco prevede di partecipare a una conferenza organizzata da Francia e Arabia Saudita a New York questo pomeriggio per rafforzare la soluzione a due Stati tra Israele e palestinesi. Nella sua dichiarazione, Wadephul ha anche sottolineato che "due anni dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, non si intravede ancora una via d'uscita dal conflitto". "Ciò di cui la regione ha bisogno ora è un cessate il fuoco immediato, un aumento significativo degli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi", ha chiesto il ministro degli Esteri. Ha nuovamente condannato l'attuale offensiva israeliana a Gaza City definendola "completamente sbagliata".

(afp)

Israele: “Respingiamo la dichiarazione di riconoscimento dello Stato palestinese”

"Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da alcuni altri paesi. Questa dichiarazione non promuove la pace, ma al contrario destabilizza ulteriormente la regione e compromette le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro". Lo ha scritto su X Oren Marmorstein, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, in risposta alla dichiarazione del Regno Unito, Canada e Australia in merito al riconoscimento di uno Stato palestinese.
"Definita dai leader di Hamas 'i frutti del massacro del 7 ottobre' - prosegue il portavoce - la dichiarazione non solo premia il più grande massacro di ebrei dall'Olocausto da parte di un'organizzazione terroristica che invoca e agisce per l'annientamento di Israele, ma consolida anche il sostegno di cui gode Hamas. È distruttivo separare la statualità - una delle questioni relative allo status finale - dalla pace. Questa decisione va contro ogni logica di negoziazione e di raggiungimento di un compromesso tra le due parti e allontanerà ulteriormente la pace desiderata".
"Inoltre - afferma Marmorstein - l'Autorità Nazionale Palestinese non ha rispettato nessuno dei suoi obblighi e requisiti; non ha fermato né l'incitamento, né la politica del 'pagare per uccidere', né ha adottato le misure necessarie per combattere il terrorismo, come dimostrato di recente con la scoperta di razzi e missili vicino a Ramallah la scorsa settimana. L'Autorità Nazionale Palestinese è parte del problema e non della soluzione. Questo è anche il motivo per cui gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni all'Autorità Nazionale Palestinese e impedito ai suoi alti funzionari di entrare nel suo territorio. In ogni caso, Israele non accetterà alcun testo distaccato e immaginario che tenti di costringerlo ad accettare confini indifendibili. I gesti politici rivolti al pubblico nazionale danneggiano solo il Medio Oriente e non sono utili. Invece, se i Paesi che hanno firmato questa dichiarazione desiderano davvero stabilizzare la regione, dovrebbero concentrarsi sulla pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi e proceda al disarmo immediato".

Gli Usa: “Il riconoscimento della Palestina è una mossa di facciata”

Gli Stati Uniti hanno criticato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo, definendolo una “mossa di facciata” e affermando di “privilegiare una diplomazia seria” in Medio Oriente. “Continuiamo a privilegiare una diplomazia seria piuttosto che mosse di facciata. Le nostre priorità sono chiare: la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, che non possono essere garantite finché esiste Hamas”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato sotto condizione di anonimato secondo quanto riportato dall’agenzia France Press

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