Avevano segregato e perpetrato violenze inaudite su un disabile soltanto per diletto: i responsabili degli orrori sono stati arrestati dalla Polizia di Pompei.
Set 21, 2025 - Redazione Vesuviolive
Avevano segregato e perpetrato violenze inaudite su un disabile soltanto per diletto: i responsabili degli orrori sono stati arrestati dalla Polizia di Pompei.
Una violenza assurda su un disabile: due arresti
I terribili fatti risalgono all’agosto 2024: a Pompei, provincia di Napoli, si consuma un episodio di inaudita crudeltà nei confronti di una persona con disabilità.
Secondo le indagini della Polizia del commissariato di Pompei, la vittima – incapace di difendersi – sarebbe stata prelevata dalla strada, rannicchiata con la forza in un’auto, privata del cellulare e delle chiavi di casa, per poi essere trattenuta in casa di uno degli aggressori per circa due ore, subendo insulti, violenze fisiche e psicologiche.
Un vero e proprio sequestro, solo per “divertirsi”
All’interno dell’abitazione la situazione sarebbe divenuta ancora più grave: gli indagati avrebbero tappato la bocca alla vittima, messo un braccio attorno al collo per impedirle di chiedere aiuto, e – segno emblematico del disprezzo verso la sua condizione – l’avrebbero gettata in piscina nonostante non sapesse nuotare, costringendola a restarvi, anche mentre cercava di uscire urlando per la paura e la mancanza d’aria.
L’atto di violenza non si ferma lì: la vittima presentava lesioni in varie parti del corpo, segno delle sevizie inflitte. Al termine di quel calvario, i due responsabili l’hanno abbandonata in un fondo agricolo.
Reati aggravati dai futili motivi: due arresti
I reati contestati sono gravissimi: sequestro di persona e lesioni personali. Secondo la Procura di Torre Annunziata, gli accusati hanno agito “per motivi abietti e futili, all’esclusivo fine di diletto”, approfittando della minorata capacità difensiva della vittima.
La svolta è arrivata solo ora: su richiesta della Procura, il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati. Uno di loro già si trovava detenuto per altro procedimento penale, e la misura è stata notificata direttamente. Un piccolo segnale di giustizia verso un’atto di inutile, assurda, violentissima ed inspiegabile ingiustizia.