Pace o geopolitica? Ambiguità dei media su Gaza e il silenzio sulla Siria

Pubblicato: 21/09/2025, 08:44:28 ·

Le domande emerse dal pubblico ruotavano tutte attorno al cuore della questione: c’è ancora speranza? Come percepiscono gli israeliani ciò che accade oggi? E

Un incontro a Pescara: la testimonianza di Alessandra Buzzetti

Ieri sono stato a Pescara, invitato da alcuni amici, per ascoltare la testimonianza della giornalista Alessandra Buzzetti, corrispondente da Gerusalemme per TV2000. L’incontro era dedicato al conflitto israelo-palestinese, un tema che da decenni lacera il Medio Oriente e scuote la coscienza del mondo intero.

Le domande emerse dal pubblico ruotavano tutte attorno al cuore della questione: c’è ancora speranza? Come percepiscono gli israeliani ciò che accade oggi? E i palestinesi, che diritto hanno a una loro terra? Si è parlato anche di perdono e odio, e della possibilità che soltanto una visione cristiana, capace di superare schemi politici e logiche di vendetta, possa offrire una via d’uscita dal ciclo infinito di violenza.

Buzzetti ha risposto portando la ricchezza della sua esperienza sul campo. Ha invitato a non leggere la tragedia di Gaza attraverso l’ormai consueta lente della polarizzazione, che riduce tutto a uno scontro binario tra vittime e carnefici, impedendo di cogliere la complessità. Ha ricordato come l’attuale governo israeliano si collochi su posizioni di estrema destra, alimentando divisioni, ma al tempo stesso ha sottolineato la vitalità concreta della società civile, sia israeliana che palestinese, composta da uomini e donne che restano, loro malgrado, vittime di logiche più grandi di loro e di giochi geopolitici che li travalicano.

Le domande rimaste sospese

Io, invece, non sono intervenuto. L’emozione e il senso di impotenza di fronte a ciò che sta accadendo mi hanno frenato. Ma dentro di me non potevo non pensare anche ad altro, probabilmente per la mia esperienza personale legata a un dramma vicino e parallelo: la guerra in Siria.

Dal 2011, infatti, ho intrecciato rapporti con religiosi e testimoni diretti in Siria, persone che hanno vissuto quella tragedia sulla propria pelle e ne hanno maturato una comprensione profonda. Se avessi avuto l’occasione, avrei posto almeno due domande.

La prima riguarda il ruolo ambiguo dei palestinesi in Siria. Per decenni, la Siria di Assad ha ospitato centinaia di migliaia di profughi palestinesi. Nel solo quartiere di Yarmouk, a Damasco, risiedevano circa 160.000 palestinesi. Eppure, durante l’offensiva jihadista contro la capitale, parte di quella comunità scelse di schierarsi non con lo Stato siriano che li aveva accolti, ma con i gruppi estremisti, compreso Hamas, che aprirono la strada all’ISIS. Un tradimento che fece scorrere altro sangue e mise in discussione la vera natura di Hamas e della cosiddetta “resistenza palestinese”. Non è un caso che dinamiche simili si siano viste anche in Giordania, già negli anni ’70, con le rivolte palestinesi che minacciarono la monarchia hashemita e portarono al sanguinoso “Settembre Nero” del 1970.

La seconda domanda riguarda il doppio standard della comunità internazionale. Da un lato, l’Occidente si mostra intransigente sull’Ucraina: nessuno spazio per il negoziato, sostegno militare illimitato, guerra “fino alla vittoria” anche a costo di distruggere un intero Paese. Dall’altro, sul dossier di Gaza, le stesse cancellerie mostrano improvvisamente un volto conciliante, un linguaggio di compromesso e appelli alla tregua. Ma quanto è sincera questa postura? Lo stesso Occidente che oggi piange le vittime di Gaza ha avuto un ruolo decisivo nella distruzione della Siria, dell’Iraq, della Libia e del Libano, alimentando guerre, destabilizzazioni e sanzioni. Come credere che la mentalità che ha generato quei disastri possa ora essere la chiave per risolverli?

Il valore dimenticato della Siria

Qui emerge una contraddizione dolorosa. Purtroppo occorre ricordare che fino a “ieri” praticamente tutti i media italiani – compresi Avvenire e TV2000 – parteggiavano apertamente per la caduta di Assad. Un atteggiamento miope, perché fu proprio Assad a difendere i cristiani e i palestinesi in Siria. E soprattutto, la Siria era la prova concreta che una convivenza tra religioni ed etnie diverse era possibile: cristiani, musulmani sunniti e sciiti, curdi, armeni, alawiti, drusi vivevano insieme in un mosaico sociale che, pur con i suoi limiti, rappresentava una ricchezza rara nel Medio Oriente.

Quell’esperienza è stata annullata dalla furia devastatrice delle pulsioni occidentali, che hanno anteposto le logiche di schieramento geopolitico al destino concreto dei popoli. Per questo, oggi, sento molta ambiguità negli appelli che provengono dagli stessi ambienti e dai media che ieri invocavano il crollo di Assad. Personalmente, rimango molto scettico: come si può credere alla sincerità di chi non ha mai fatto i conti con le proprie responsabilità?

Il rischio della falsa soluzione

La storia recente sembra confermare che la via scelta dalle potenze occidentali è sempre la stessa: divisione, polarizzazione, creazione di soluzioni impraticabili. È il caso della “soluzione a due Stati”, riproposta come un mantra, nonostante sia stata resa impraticabile da decenni di colonizzazione dei territori, di frammentazione politica e di distruzione delle strutture statali sovrane.

Resta così la domanda di fondo: si può davvero pretendere di costruire la pace mantenendo la stessa mentalità che ha prodotto la guerra? L’Europa stessa, che fu edificata con l’idea di superare i conflitti per dare stabilità e pace ai popoli, oggi contribuisce a distruggere Stati sovrani, anche dentro i propri confini.

Riferimenti utili

  • UNRWA – Yarmouk Camp Profile: dati sulla popolazione palestinese in Siria
    https://www.unrwa.org/where-we-work/syria/camp-profiles?field_syria_camp_target_id=28
  • BBC – Settembre Nero in Giordania (1970)
    https://www.bbc.com/news/world-middle-east-54116567
  • Report ONU sul conflitto in Siria (2011–2013)– per documentare la posizione dei media internazionali
    https://www.ohchr.org/en/hr-bodies/hrc/iicisyria/index
  • Archivio Avvenire (2012–2013)– articoli che sostenevano la caduta di Assad
    https://www.avvenire.it/mondo/pagine/siria
  • TV2000 – copertura Siria 2011–2013(servizi d’archivio)
    https://www.tv2000.it/

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