Riforma Giustizia, Malan: “nessun indebolimento magistratura, si rafforza indipendenza

Pubblicato: 05/11/2025, 12:01:304 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Riforma Giustizia, Malan: “nessun indebolimento magistratura, si rafforza indipendenza

Il dibattito sulla separazione delle carriere

Il dibattito sulla riforma della giustizia italiana ha raggiunto un punto cruciale con le dichiarazioni di Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia. Malan ha ribadito che la proposta di separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti non comporta alcun indebolimento della magistratura, ma al contrario mira a rafforzare la sua indipendenza. Secondo Malan, la Costituzione italiana già prevede che il giudice debba essere terzo e imparziale rispetto all’accusa e alla difesa, e la separazione delle carriere rappresenterebbe l’attuazione concreta di questo principio. La sua posizione è stata espressa durante un incontro con i giornalisti davanti alla Corte di Cassazione, dove ha depositato le firme per il referendum sulla riforma insieme a una delegazione di senatori di centrodestra. La separazione delle carriere, spiega Malan, permetterebbe ai giudici di operare in condizioni di maggiore autonomia, liberi dai condizionamenti che possono derivare dalla presenza di magistrati inquirenti all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Questo organismo, secondo il senatore, è stato finora fortemente rappresentato dalla componente inquirente, il che potrebbe aver influito sulle decisioni e sulle nomine. La riforma, quindi, non solo non indebolisce la magistratura, ma la rende più indipendente e rispettosa del principio costituzionale di terzietà.

Il ruolo del CSM e la corte disciplinare

Un altro punto centrale della riforma riguarda il ruolo del CSM e la creazione di una corte disciplinare. Malan sottolinea che la separazione dei CSM garantirebbe ai giudici una maggiore libertà dai condizionamenti interni, favorendo una maggiore imparzialità nelle decisioni. Inoltre, la corte disciplinare avrebbe il compito di intervenire più frequentemente in caso di comportamenti scorretti, rispetto all’attuale sistema che, secondo il senatore, ha visto pochi provvedimenti disciplinari nonostante le numerose carcerazioni ingiuste registrate negli ultimi anni. Malan cita cifre precise: circa 5.900 carcerazioni ingiuste negli ultimi 7-8 anni, con praticamente nessun provvedimento disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti. La corte disciplinare, quindi, rappresenterebbe uno strumento per garantire una maggiore responsabilità e trasparenza all’interno della magistratura. Malan sottolinea che questo non significa punire ingiustamente i magistrati, ma assicurare che chi commette errori o abusi sia chiamato a risponderne. La riforma, in questo senso, mira a rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario, garantendo che le decisioni siano prese in modo equo e trasparente.

Il sorteggio dei membri del CSM

Un altro aspetto della riforma riguarda il sorteggio dei membri del CSM. Malan spiega che questa misura serve a superare il sistema delle correnti, che è stato ampiamente denunciato e conosciuto soprattutto dopo il caso Paramara. Il sorteggio, secondo il senatore, garantirebbe una maggiore rappresentatività e imparzialità all’interno del CSM, riducendo il rischio di favoritismi o di pressioni da parte di gruppi interni. Questo sistema, inoltre, permetterebbe di selezionare membri del CSM in modo più trasparente e democratico, favorendo una maggiore fiducia da parte dei cittadini. Malan sottolinea che il sorteggio non significa rinunciare alla competenza, ma semplicemente garantire che la selezione avvenga in modo più equo e trasparente. Questo, secondo il senatore, è un passo importante per rafforzare l’indipendenza della magistratura e garantire che le decisioni siano prese in modo imparziale.

Le reazioni e il futuro della riforma

Le dichiarazioni di Malan hanno suscitato reazioni contrastanti nel mondo della magistratura e della politica. Molti esponenti della magistratura hanno espresso preoccupazione per la riforma, temendo che possa effettivamente indebolire l’autonomia della magistratura. Altri, invece, sostengono che la riforma sia necessaria per garantire una maggiore trasparenza e responsabilità all’interno del sistema giudiziario. Malan, dal canto suo, ribadisce che la riforma non prevede alcun indebolimento della magistratura, ma al contrario mira a rafforzarne l’indipendenza e la trasparenza. Il futuro della riforma dipenderà ora dal referendum e dalle decisioni del Parlamento. Malan e la sua delegazione hanno depositato le firme per il referendum, dimostrando la volontà di coinvolgere direttamente i cittadini in questa importante decisione. La riforma della giustizia, in ogni caso, rimane un tema centrale del dibattito politico e sociale italiano, con implicazioni importanti per il futuro del sistema giudiziario e della democrazia nel Paese.

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