La decisione della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha respinto la Delibera Cipess n. 41/2025 relativa al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, bloccando di fatto l’avvio ufficiale dei lavori. La sezione centrale di controllo di legittimità ha motivato la decisione con una serie di riserve tecniche e amministrative, che saranno dettagliate entro 30 giorni in una deliberazione ufficiale. Questo pronunciamento arriva dopo un’attenta analisi degli atti governativi e delle amministrazioni coinvolte, e segue le richieste di chiarimenti avanzate dalla Corte a fine settembre. L’ente di controllo ha evidenziato criticità nella documentazione presentata, sollevando dubbi sulla sostenibilità economica e sulla congruità delle procedure adottate. La decisione ha immediatamente acceso il dibattito politico, ponendo in evidenza le tensioni tra poteri dello Stato e la gestione del progetto infrastrutturale più discusso degli ultimi decenni in Italia.
Le reazioni politiche: Meloni e la critica ai giudici
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito la decisione della Corte dei Conti come un’«invasione dei giudici nella sfera politica, accusando l’organo di controllo di oltrepassare i propri limiti istituzionali. Meloni ha sottolineato come il governo abbia il mandato popolare per portare avanti opere strategiche e che l’interferenza giudiziaria rischia di paralizzare iniziative fondamentali per lo sviluppo del Paese. Nel suo intervento, la premier ha ribadito la volontà di proseguire con il progetto, considerandolo un volano di crescita e occupazione, soprattutto per il Sud Italia. La sua posizione riflette una visione in cui l’esecutivo reclama maggiore autonomia decisionale, denunciando quella che definisce una forma di ostacolo burocratico e giudiziario che rallenta investimenti e infrastrutture.
L’opposizione: Schlein e la richiesta di trasparenza
Dal fronte opposto, la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, ha interpretato la posizione di Meloni come un tentativo di ottenere «mani libere per procedere senza adeguati controlli. Schlein ha evidenziato come la decisione della Corte dei Conti rappresenti un importante presidio di legalità e trasparenza, necessario per evitare sprechi e garantire la correttezza nella gestione dei fondi pubblici. Secondo l’esponente dell’opposizione, il progetto del Ponte sullo Stretto deve essere valutato con rigore, soprattutto alla luce delle esperienze passate e delle criticità ambientali e finanziarie. Schlein ha invitato il governo a non forzare la mano, ma a rispettare le procedure e a fornire risposte chiare alle perplessità sollevate dagli organi di controllo.
Salvini conferma la volontà di andare avanti
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha reagito con fermezza alla bocciatura della Corte dei Conti, definendola un «grave danno per il Paese. Salvini ha assicurato che il governo non intende fermarsi e che il progetto del Ponte sullo Stretto rappresenta una priorità strategica per collegare la Sicilia al continente, stimolare l’economia e creare migliaia di posti di lavoro. Il ministro ha sottolineato come il boom di candidature per lavorare alla costruzione, con quasi 4.000 richieste in un solo giorno, dimostri l’interesse e la necessità sociale dell’opera. Salvini ha quindi ribadito l’impegno a superare gli ostacoli burocratici e giudiziari, puntando a una rapida ripresa del progetto attraverso eventuali modifiche tecniche e amministrative.
Implicazioni e prospettive future
La vicenda del Ponte sullo Stretto si inserisce in un contesto più ampio di confronto tra poteri istituzionali e visioni politiche divergenti sul modello di sviluppo infrastrutturale italiano. La decisione della Corte dei Conti rappresenta un momento di verifica cruciale, che mette in luce la necessità di bilanciare ambizione e rigore, investimenti e controlli. Il dibattito politico che ne è seguito evidenzia una spaccatura profonda: da un lato, la volontà di accelerare opere considerate strategiche per il rilancio economico; dall’altro, la richiesta di trasparenza e rispetto delle regole per evitare rischi di inefficienza e sprechi. La soluzione dovrà necessariamente passare attraverso un dialogo costruttivo tra governo, organi di controllo e società civile, per garantire che il progetto possa procedere in modo sostenibile e condiviso.
