La rottura del patto di governo
La scena politica spagnola è stata scossa da una svolta inattesa: Carles Puigdemont, leader di Junts per Catalunya, ha annunciato la fine del sostegno al governo guidato da Pedro Sánchez e dal Psoe. La decisione, maturata dopo mesi di tensioni, segna la fine di un’alleanza nata nel 2023, quando Junts aveva garantito la maggioranza parlamentare ai socialisti in cambio di una serie di impegni su temi sensibili per la Catalogna. Secondo fonti interne al partito riportate da “El País”, la rottura è dovuta alla mancanza di progressi concreti su questioni cruciali come l’amnistia per i leader indipendentisti, il trasferimento di competenze in materia di immigrazione e il riconoscimento ufficiale della lingua catalana a livello europeo. La mossa di Puigdemont non è solo una questione di politica interna, ma ha implicazioni profonde per la stabilità del governo spagnolo. Il Psoe, pur esprimendo “assoluto rispetto” per la scelta di Junts, ha ribadito la volontà di mantenere aperto il dialogo. “C’è dialogo, c’è una mano tesa, c’è negoziazione. Continueremo a dialogare perché ne vale la pena, vale la pena raggiungere accordi”, ha dichiarato Montse Mínguez, portavoce della leadership socialista. Tuttavia, la distanza tra le parti appare ormai incolmabile, almeno nel breve periodo.
Le ragioni della crisi
La crisi tra Junts e il Psoe affonda le radici in una serie di promesse non mantenute. L’amnistia per i leader catalani coinvolti nel processo indipendentista del 2017 era uno dei punti cardine dell’accordo, ma il governo centrale non ha mai presentato una proposta concreta, alimentando la frustrazione tra i sostenitori dell’indipendenza. Allo stesso modo, la richiesta di trasferire alla Generalitat catalana maggiori poteri in materia di immigrazione è rimasta lettera morta, nonostante le pressioni di Junts. Un altro nodo cruciale riguarda la lingua catalana. Junts chiedeva che il catalano ottenesse uno status ufficiale nell’Unione Europea, una richiesta che avrebbe avuto un forte valore simbolico per l’identità nazionale catalana. Anche su questo fronte, però, il governo Sánchez non ha mosso passi significativi, limitandosi a vaghe rassicurazioni. Secondo analisti citati da “La Vanguardia”, la mancanza di progressi ha reso insostenibile per Puigdemont mantenere il sostegno a un esecutivo percepito come poco affidabile dai suoi elettori.
Le conseguenze politiche
La rottura tra Junts e il Psoe apre una fase di grande incertezza per la Spagna. Senza il sostegno dei sette deputati di Junts, il governo socialista perde la maggioranza assoluta in Parlamento e si trova costretto a cercare nuovi alleati per garantire la stabilità legislativa. La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che le elezioni anticipate non sono una soluzione appetibile per nessuna delle forze in campo: il Psoe teme una sconfitta, mentre Junts rischia di perdere influenza in un contesto politico più frammentato. D’altra parte, la mossa di Puigdemont potrebbe rafforzare la sua immagine di leader intransigente agli occhi dell’elettorato indipendentista, ma rischia anche di isolare la Catalogna dal resto del paese. Secondo “El Confidencial”, la rottura potrebbe spingere il Psoe a cercare l’appoggio di altri partiti regionali, ma nessuno di questi ha la stessa forza negoziale di Junts. La crisi, quindi, potrebbe prolungarsi a lungo, con ripercussioni anche sulla politica economica e sociale del paese.
Le reazioni e gli scenari futuri
Le reazioni alla decisione di Junts sono state immediate e contrastanti. Da una parte, i partiti di opposizione, in particolare il Partido Popular e Vox, hanno colto l’occasione per attaccare la fragilità del governo Sánchez, chiedendo elezioni anticipate. Dall’altra, i socialisti hanno cercato di minimizzare l’impatto della crisi, sottolineando la volontà di continuare a governare e di trovare nuovi equilibri. Nel campo indipendentista, invece, la rottura è stata accolta con un misto di soddisfazione e preoccupazione. Per alcuni, l’uscita dal patto con il Psoe rappresenta un ritorno all’autonomia decisionale di Junts, libero da condizionamenti esterni. Per altri, però, il rischio è quello di un ulteriore isolamento della Catalogna, con conseguenze negative per le trattative future con Madrid. Gli scenari che si aprono sono molteplici. Il governo Sánchez potrebbe tentare di ricucire lo strappo, offrendo nuove concessioni a Junts, ma la credibilità delle promesse socialiste è ormai compromessa. In alternativa, il Psoe potrebbe cercare l’appoggio di altre forze politiche, ma la strada appare in salita. Intanto, Puigdemont si prepara a guidare Junts verso una nuova fase, probabilmente più conflittuale, nella quale la questione catalana tornerà al centro del dibattito nazionale.
