Conte attacca la gestione Meloni sui migranti
Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha duramente criticato la premier Giorgia Meloni in seguito all’incontro di oggi tra quest’ultima e il premier ungherese Viktor Orban. A margine della presentazione del libro “Genocidio” di Rula Jebreal, a Montecitorio, Conte ha dichiarato: “Orban lo conosciamo. Sulle politiche di immigrazione immagino che avranno parlato dei fallimenti della Meloni”. Le parole di Conte sono state pronunciate in risposta a una domanda dei giornalisti, ma il tono e il contenuto hanno subito acceso il dibattito politico. Secondo Conte, il confronto tra Meloni e Orban avrebbe dovuto inevitabilmente toccare i punti deboli della strategia italiana sui migranti. “Si saranno confrontati ad esempio sul blocco navale o sui centri deserti in Albania, un miliardo di euro buttati, mentre serve più sicurezza sulle nostre strade”, ha aggiunto il leader pentastellato. La critica è netta: per Conte, le risorse impiegate dal governo non hanno prodotto risultati concreti, lasciando irrisolti i problemi di sicurezza e accoglienza.
Il nodo della politica migratoria italiana
La gestione dei flussi migratori rappresenta da anni una delle questioni più delicate per l’Italia, al centro di aspre polemiche tra maggioranza e opposizione. Giorgia Meloni, fin dall’insediamento, ha posto la lotta all’immigrazione irregolare tra le priorità del suo esecutivo, promuovendo misure come il memorandum con l’Albania per l’apertura di centri di accoglienza e il rafforzamento dei controlli alle frontiere. Tuttavia, secondo analisi riportate da fonti come Il Sole 24 Ore e La Repubblica, questi interventi non hanno ancora prodotto una riduzione significativa degli sbarchi, né una gestione più ordinata dei richiedenti asilo. Conte ha sottolineato come, nonostante gli investimenti, i centri in Albania siano rimasti vuoti e il blocco navale non abbia sortito gli effetti sperati. La critica si inserisce in un contesto più ampio di insoddisfazione verso le politiche migratorie europee, dove l’Italia continua a sostenere il peso maggiore degli arrivi, senza un reale sostegno da parte degli altri Stati membri. Anche Orban, noto per le sue posizioni anti-immigrazione, ha spesso criticato l’Unione Europea per la mancanza di una strategia comune, ma la sua visita a Roma sembra aver offerto a Conte l’occasione per mettere in luce le contraddizioni interne al governo italiano.
Le divergenze sulla politica estera e il ruolo dell’Italia
Oltre alla questione migratoria, Conte ha sollevato dubbi anche sulla coerenza della politica estera italiana, soprattutto in relazione al conflitto russo-ucraino. “Non so quando abbiano parlato del conflitto russo-ucraino, quale dialogo e intesa abbiano potuto ritrovare perché Orban è un filo putiniano, mentre noi riteniamo che ci debba essere un negoziato e che doveva essere fatto per tempo e indirizzato a una soluzione negoziale”, ha dichiarato il leader M5S. La posizione di Meloni, secondo Conte, appare ambigua: da un lato cerca di non “scoprirsi” troppo, dall’altro cerca di raccogliere le indicazioni di Trump, notoriamente imprevedibile. Questa lettura è condivisa da osservatori come Affari Internazionali, che sottolineano come l’Italia stia cercando di bilanciare la propria posizione tra l’alleanza atlantica e le pressioni interne di una parte dell’elettorato più vicina alle posizioni di Orban. La premier, secondo Conte, naviga in acque difficili, senza una linea chiara e rischiando di apparire poco credibile agli occhi dei partner internazionali.
Reazioni e prospettive politiche
Le dichiarazioni di Conte hanno immediatamente suscitato reazioni nel panorama politico italiano. Da una parte, la maggioranza difende l’operato del governo, sottolineando la complessità della sfida migratoria e la necessità di tempo per valutare i risultati delle politiche adottate. Dall’altra, l’opposizione, e in particolare il Movimento 5 Stelle, accusa l’esecutivo di aver sprecato risorse senza ottenere risultati tangibili. Secondo Politico Europe, la visita di Orban in Italia rientra in una strategia più ampia di consolidamento delle relazioni tra i governi di destra europei, ma rischia anche di accentuare le divisioni interne al paese sulla gestione dei migranti e sulla posizione da tenere nei confronti di Mosca. Il rischio, per l’Italia, è quello di trovarsi sempre più isolata nel contesto europeo, senza una chiara leadership né sul fronte migratorio né su quello della politica estera.
Conclusioni: una sfida ancora aperta
La polemica sollevata da Conte mette in luce le difficoltà del governo Meloni nel gestire due dossier cruciali: immigrazione e politica estera. Mentre la premier cerca di mantenere un equilibrio tra le diverse anime della maggioranza e le pressioni internazionali, l’opposizione non manca di sottolineare le contraddizioni e i presunti fallimenti. Il confronto con Orban, figura simbolo delle politiche anti-immigrazione in Europa, ha offerto l’occasione per riaccendere il dibattito sulle scelte del governo e sulle prospettive future dell’Italia nel contesto continentale. La sfida per Meloni è duplice: da un lato, dimostrare che le politiche adottate possono portare a risultati concreti nel medio termine; dall’altro, chiarire la posizione dell’Italia su scenari internazionali sempre più complessi, evitando ambiguità che potrebbero minare la credibilità del paese. Intanto, le critiche di Conte rimangono una cartin
