Provano a occupare il liceo per Gaza ma i portoni sono sbarrati, la scelta della preside del Mercalli di Napoli: «Chiuso a tempo indeterminato»

Pubblicato: 14/10/2025, 12:04:10 ·
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Provano a occupare il liceo per Gaza ma i portoni sono sbarrati, la scelta della preside del Mercalli di Napoli: «Chiuso a tempo indeterminato»

Introduzione alla situazione

Negli ultimi giorni, Napoli ha assistito a una serie di proteste studentesche in diverse scuole della città, con occupazioni che hanno coinvolto vari istituti in segno di solidarietà per la causa di Gaza. Tuttavia, il liceo scientifico Giuseppe Mercalli di Napoli ha preso una posizione diversa rispetto ad altre scuole. La preside, Maria Luisa Paparella, ha deciso di chiudere la scuola a tempo indeterminato per evitare possibili occupazioni studentesche, una mossa che ha suscitato dibattiti e discussioni tra studenti, insegnanti e genitori. La chiusura del liceo Mercalli è stata una risposta preventiva alla volontà di alcuni studenti di unirsi alle proteste pro Gaza, che hanno già portato all'occupazione di altre scuole nella città partenopea, come il liceo classico "Umberto I" occupato da attivisti che hanno bloccato l'accesso alla struttura. Queste azioni sono parte di un movimento più ampio che sta coinvolgendo diverse città italiane, con studenti che si mobilitano per esprimere la loro solidarietà con la popolazione di Gaza.

La decisione della preside

La preside del Mercalli, Maria Luisa Paparella, ha comunicato la chiusura della scuola attraverso un messaggio pubblicato sul sito web dell'istituto. La decisione è stata motivata dalla necessità di garantire la sicurezza e l'ordine all'interno della struttura, in un momento in cui la tensione sociale è alta. Questa scelta riflette la volontà di mantenere un ambiente scolastico tranquillo e protetto, evitando possibili conflitti o situazioni di disordine che potrebbero sorgere durante le occupazioni. Tuttavia, la chiusura ha generato un dibattito acceso tra gli studenti e le famiglie, che vedono nella scelta della preside una limitazione della libertà di espressione e di protesta. Alcuni sostengono che le occupazioni sono un modo legittimo per gli studenti di far sentire la loro voce su questioni sociali e politiche importanti, mentre altri apprezzano la decisione della preside come un tentativo di preservare la normalità delle attività didattiche.

Reazioni e dibattiti

Le reazioni alla chiusura del Mercalli sono state diverse e hanno suscitato un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sulla gestione delle proteste studentesche. Molti studenti hanno espresso disappunto per la decisione, sostenendo che la scuola dovrebbe essere un luogo dove si possono discutere e affrontare le questioni sociali e politiche del momento. Altri, invece, hanno apprezzato la prudenza della preside nel cercare di evitare situazioni di tensione che potrebbero mettere a rischio la sicurezza degli studenti e del personale. Il contesto di Napoli è particolarmente significativo, poiché la città ha visto un aumento delle proteste studentesche negli ultimi tempi, con diverse scuole coinvolte in occupazioni e manifestazioni. Ad esempio, il Settimo e l'Umberto I sono stati al centro di azioni simili, con studenti che hanno bloccato l'accesso alle strutture per esprimere la loro solidarietà con la causa di Gaza fermando le attività didattiche.

Implicazioni e futuro

La chiusura del Mercalli ha anche sollevato questioni più ampie sulla gestione delle proteste studentesche e sulla libertà di espressione nelle scuole. Molti esperti ritengono che le scuole dovrebbero essere luoghi dove si possono discutere e affrontare le questioni sociali e politiche, ma che ciò debba avvenire in modo ordinato e sicuro. Altri sostengono che le occupazioni possono essere un mezzo efficace per attirare l'attenzione su cause importanti, ma che debbano essere gestite in modo da non compromettere la funzionalità della scuola. In questo contesto, la decisione della preside del Mercalli riflette una tensione tra la necessità di mantenere l'ordine e quella di permettere la libera espressione degli studenti. La situazione è complessa e richiede una riflessione approfondita su come bilanciare queste esigenze contrapposte, assicurando che le scuole rimangano luoghi di apprendimento e di crescita, ma anche di dibattito e di partecipazione sociale.

Conclusioni

La chiusura del liceo Mercalli di Napoli rappresenta un momento significativo nel dibattito nazionale sulla gestione delle proteste studentesche e sulla libertà di espressione nelle scuole. Mentre alcune scuole hanno scelto di permettere le occupazioni come forma di protesta, altre hanno optato per una linea più cauta, cercando di mantenere la normalità delle attività didattiche. La scelta della preside del Mercalli è un esempio di come le istituzioni scolastiche stiano affrontando queste sfide, cercando di bilanciare la sicurezza con la libertà di espressione degli studenti. In un contesto di crescente attivismo studentesco, la gestione di queste situazioni sarà cruciale per garantire che le scuole rimangano luoghi di apprendimento e di crescita, ma anche di dibattito e di partecipazione sociale. Le decisioni prese in questo momento potranno avere un impatto duraturo sulla percezione della libertà di espressione e sulla capacità delle scuole di affrontare le questioni sociali e politiche del nostro tempo.

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