Chat control, il regolamento Ue sui messaggi fa litigare i governi. Lotta alla pedofilia e rischi per la privacy, cosa prevede la proposta

Pubblicato: 14/10/2025, 07:37:59 ·
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Chat control, il regolamento Ue sui messaggi fa litigare i governi. Lotta alla pedofilia e rischi per la privacy, cosa prevede la proposta

Un regolamento controverso per la sicurezza online

La proposta di regolamento europeo nota come **Chat Control** mira a contrastare la pedopornografia online attraverso la scansione preventiva dei contenuti scambiati nelle piattaforme di messaggistica, incluse quelle con crittografia end-to-end come WhatsApp, Telegram e Signal. L’obiettivo dichiarato è quello di identificare e bloccare immagini, video e messaggi riconducibili ad abusi su minori, fenomeno in crescita e di grande allarme sociale. Tuttavia, questa misura ha scatenato un acceso dibattito tra i governi europei e i garanti della privacy, perché comporta un controllo potenzialmente invasivo delle comunicazioni private degli utenti, con rischi concreti per i diritti fondamentali e la sicurezza dei dati personali Servicematica.

La tecnologia dietro la proposta: algoritmi e intelligenza artificiale

Il regolamento prevede che vengano utilizzati **algoritmi di intelligenza artificiale** direttamente sui dispositivi degli utenti per analizzare i contenuti prima della crittografia o, nel caso di messaggi già cifrati, con metodi che non compromettano la sicurezza delle piattaforme. Questi strumenti dovrebbero confrontare immagini e video con database di materiale pedopornografico noto e rilevare autonomamente nuovi contenuti sospetti. Tuttavia, esperti di cybersecurity segnalano che tali tecnologie sono vulnerabili a manipolazioni e falsi positivi: piccoli dettagli aggiunti alle immagini possono ingannare l’IA, mentre la segnalazione errata di contenuti privati può ledere la privacy degli utenti, soprattutto in comunicazioni tra adolescenti consenzienti Collettiva.

Divisioni tra governi e pressioni dei garanti della privacy

La proposta ha diviso profondamente gli Stati membri. Paesi come Italia, Svezia e Lettonia si sono mostrati inizialmente favorevoli ma poi hanno manifestato dubbi, mentre Germania e Belgio hanno assunto posizioni più critiche, con Berlino che ha esercitato un veto formale. Questo blocco ha costretto la Commissione Europea a rivedere il testo, introducendo modifiche importanti: la scansione dei messaggi non dovrebbe più essere indiscriminata, ma limitata a richieste specifiche da parte delle autorità giudiziarie, che diventano gli unici soggetti autorizzati a darne l’ok. Inoltre, il regolamento riveduto esclude la creazione di “backdoor” permanenti che compromettano la crittografia e prevede che il Centro europeo contro l’abuso sessuale su minori svolga un ruolo di coordinamento tecnico e verifica, senza fornire direttamente tecnologie di rilevazione ai provider Il Fatto QuotidianoCybersec Italia.

Rischi per la privacy e timori di sorveglianza di massa

Nonostante le modifiche, la proposta continua a suscitare forti perplessità tra i garanti della privacy e le associazioni per i diritti digitali. Il sistema di scansione preventiva, seppur limitato, rappresenta una forma di controllo generalizzato senza precedenti sulle comunicazioni private di centinaia di milioni di cittadini europei. Il rischio di **falsi positivi** è elevato, con la possibile esposizione di conversazioni private non illegali, e la mancanza di trasparenza sulle procedure di analisi e conservazione dei dati apre la porta a violazioni dei diritti fondamentali. Inoltre, molti temono che una volta sviluppati questi strumenti, possano essere utilizzati in futuro per un controllo preventivo delle comunicazioni di attivisti, oppositori politici e giornalisti, minando la libertà di espressione e la democrazia stessa Garante PrivacyCollettiva.

Verso un compromesso incerto e un futuro di sorveglianza equilibrata?

Il dibattito in Europa rimane aperto e complesso. Da un lato, c’è una forte volontà politica di contrastare la pedofilia online con strumenti tecnologici efficaci; dall’altro, la necessità di salvaguardare i diritti alla privacy e alla sicurezza delle comunicazioni digitali. La versione rivista di Chat Control sembra tentare un equilibrio, limitando la scansione alle richieste giudiziarie e rafforzando le garanzie di trasparenza, sicurezza e ricorso legale. Tuttavia, la fragilità del consenso tra i governi e i rischi tecnici e giuridici rendono incerto il futuro della proposta. La sfida resta trovare una soluzione che protegga i minori senza trasformare la rete in una rete di sorveglianza di massa, preservando al contempo i principi fondamentali su cui si fonda l’Unione Europea ServicematicaIl Fatto Quotidiano.

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