Nel settembre 2025, la Global Sumud Flotilla, impegnata in una missione umanitaria verso Gaza, è stata attaccata da droni nei pressi delle coste tunisine. Secondo fonti dell’intelligence americana, l’ordine sarebbe stato dato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con l’ipotesi che i droni siano stati lanciati da un sottomarino. L’episodio ha suscitato reazioni internazionali e richieste di chiarimenti, mentre Israele nega ogni coinvolgimento.
L’attacco con droni alla Flotilla e le rivelazioni dell’intelligence americana
Durante la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza, alcune imbarcazioni sono state attaccate da circa 15 droni nei pressi del porto di Tunisi l’8 e 9 settembre 2025. L’attacco ha rappresentato un episodio senza precedenti per la Flotilla, che si trovava in acque internazionali durante la sua navigazione verso la Striscia di Gaza.
Due funzionari dell’intelligence statunitense hanno rivelato a CBS News che l’ordine per l’attacco sarebbe stato impartito dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo la ricostruzione, i droni sarebbero stati lanciati da un sottomarino israeliano, una modalità che sottolinea la complessità e la precisione dell’operazione. Israele ha però negato ogni commento ufficiale e non ha confermato né smentito le accuse.
Contesto e reazioni internazionali all’abbordaggio della Flotilla
Il 2 ottobre 2025, la marina israeliana ha intercettato e bloccato la Flotilla, arrestando attivisti e giornalisti a bordo. L’operazione è stata definita da Hamas un atto di pirateria e terrorismo, mentre numerose organizzazioni internazionali e governi europei hanno espresso preoccupazione per l’escalation della tensione nella regione.
In Italia e in Europa sono state organizzate proteste contro l’azione israeliana, con richieste di condanna e di tutela dei diritti umani. Alcuni leader europei hanno evitato commenti ufficiali, mentre la società civile ha chiesto maggiore trasparenza e rispetto del diritto internazionale, sottolineando la delicatezza della situazione umanitaria a Gaza.
Ipotesi operative e implicazioni politiche dell’attacco con droni
Secondo alcune analisi, i droni utilizzati nell’attacco non sarebbero partiti direttamente da Israele, ma da basi più vicine, come quella di Sigonella in Sicilia, dove sono presenti installazioni militari israeliane e americane. Questa circostanza apre interrogativi sulle collaborazioni e le autorizzazioni coinvolte nell’operazione.
L’attacco con droni a 600 miglia da Gaza ha sollevato dubbi anche all’interno della politica italiana, con richieste di chiarimenti sulle eventuali complicità o omissioni. La vicenda evidenzia come la questione della Flotilla sia al centro di un complesso intreccio geopolitico, in cui si intrecciano strategie militari, diritti umani e diplomazia internazionale.