Durante l’inaugurazione della mostra “Dalì: tra arte e mito” a Parma, i Carabinieri hanno sequestrato 21 opere sospette di non autenticità. L’indagine, avviata dopo segnalazioni della Fundació Gala – Salvador Dalí, ha messo in luce problemi di provenienza e certificazione, sollevando dubbi sull’integrità di parte della collezione esposta.
Il sequestro durante la mostra a Parma
Il blitz dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale è avvenuto a Palazzo Tarasconi, sede della mostra “Dalì: tra arte e mito”. Sono state poste sotto sequestro 21 opere tra incisioni, disegni, arazzi e oggetti di design, ritenute sospette per la loro autenticità.
L’operazione è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Roma e convalidata dal gip, inserendosi in una più ampia indagine che aveva già coinvolto la tappa romana della stessa esposizione, conclusasi in estate.
La mostra e le opere coinvolte
La mostra, una delle più ricche retrospettive italiane dedicate a Salvador Dalì, presentava oltre 200 opere provenienti da collezioni private e dall’attività grafica dell’artista. L’esposizione intendeva offrire un viaggio nell’immaginario daliniano, includendo disegni preparatori e celebri grafiche.
Tra le opere sequestrate figurano incisioni, disegni e arazzi, oltre a oggetti di design attribuiti a Dalì, che però presentavano incongruenze stilistiche e documentarie sollevate dalla Fundació Gala – Salvador Dalí, custode dei diritti morali e patrimoniali dell’artista.
Le ragioni del sequestro e le implicazioni
La Fundació Gala – Salvador Dalí ha segnalato anomalie che hanno portato a un approfondimento tecnico e comparativo delle opere. La mancanza di certificazioni solide e la scarsa tracciabilità della provenienza hanno alimentato i sospetti sull’autenticità di alcune opere.
Il sequestro rappresenta un importante intervento nella tutela del patrimonio culturale e sottolinea l’importanza di verifiche rigorose nelle esposizioni d’arte, soprattutto quando si tratta di artisti di fama mondiale come Dalì.