Doomscrolling di notizie negative: siamo noi a chiederle o i media a spingerle?

Pubblicato: 23/09/2025, 15:17:40 ·
Analisi del fenomeno del doomscrolling tra domanda degli utenti e ruolo dei media

Il doomscrolling è l'abitudine compulsiva di scorrere notizie negative online, che può aumentare ansia e stress. Questo articolo esplora se sia una richiesta degli utenti o una spinta dei media a generare questo comportamento, analizzandone cause, dinamiche e conseguenze.

Cos'è il doomscrolling e perché si diffonde

Il doomscrolling è la tendenza a scorrere compulsivamente notizie negative o allarmanti su dispositivi digitali, spesso con un impatto negativo sul benessere emotivo. Il termine nasce dall'unione di “doom” (rovina) e “scrolling” (scorrere su uno schermo) e si è diffuso soprattutto durante eventi globali come la pandemia di COVID-19 e crisi politiche o ambientali.

Questo comportamento nasce dalla paura di perdersi informazioni importanti e dalla necessità di mantenere un senso di controllo su eventi percepiti come minacciosi. Tuttavia, l’esposizione continua a contenuti negativi crea un circolo vizioso che alimenta ansia, stress e senso di impotenza, rendendo difficile interrompere questa abitudine.

Il ruolo degli utenti: una domanda di notizie negative?

Gli utenti spesso cercano attivamente notizie negative per sentirsi informati e preparati di fronte a crisi e incertezze. Questa ricerca è motivata dalla paura di perdere dettagli rilevanti e dal desiderio di controllare la realtà che li circonda, soprattutto in momenti di forte instabilità sociale o sanitaria.

Tuttavia, questa domanda è anche alimentata da una componente psicologica che rende difficile fermarsi: la sensazione di non aver ancora visto tutto ciò che potrebbe accadere spinge a continuare a scorrere, generando una dipendenza da cattive notizie che peggiora il benessere mentale.

Il ruolo dei media: spinta o risposta al pubblico?

I media tendono a privilegiare notizie negative perché attirano maggiormente l'attenzione e aumentano il coinvolgimento degli utenti, creando così un incentivo economico a diffondere contenuti allarmanti. Questo fenomeno è amplificato dalle piattaforme digitali che premiano l’interazione e la condivisione di notizie sensazionalistiche.

Tuttavia, i media rispondono anche a una domanda reale degli utenti, che cercano informazioni su eventi critici. La relazione è quindi bidirezionale: i media spingono notizie negative per interesse e algoritmi, ma gli utenti contribuiscono a mantenere vivo il fenomeno con la loro continua ricerca e consumo di tali contenuti.