
La storia del tonno in scatola è un racconto che parte dalla pesca antica nel Mediterraneo, attraversa le innovazioni tecnologiche dell’Ottocento e arriva fino alle industrie moderne che hanno reso questo alimento un prodotto globale. Dalle tonnare tradizionali alle scatolette di latta inventate in Sicilia dai Florio, fino alle grandi aziende americane che ne hanno perfezionato la conservazione, il tonno in scatola rappresenta un esempio di come tradizione e innovazione si siano incontrate per creare un prodotto duraturo, sicuro e nutriente.
Le origini antiche della pesca del tonno
La pesca del tonno affonda le sue radici nella preistoria, come testimoniano i graffiti nella Grotta del Genovese a Levanzo, nelle isole Egadi, che dimostrano come questo pesce fosse già noto migliaia di anni fa.
Nell’antichità classica, il tonno era apprezzato non solo per il suo valore nutritivo, ma anche per le sue presunte proprietà terapeutiche, come riportato da autori come Omero, Plinio, Aristotele e Galeno.
I Fenici, abili navigatori e commercianti, praticavano la pesca del tonno spingendosi fino a Cadice, dove il tonno rappresentava una risorsa strategica e un simbolo commerciale, come confermato da testimonianze numismatiche.
L’Ottocento: la nascita del tonno in scatola
Il vero punto di svolta nella storia del tonno in scatola avviene nell’Ottocento, grazie alle innovazioni nella conservazione alimentare, in particolare alla scoperta della sterilizzazione delle conserve da parte del francese Nicolas Appert.
In Sicilia, la famiglia Florio, con Vincenzo e suo figlio Ignazio, rivoluzionò il mercato del tonno creando le prime scatolette di latta per il tonno sott’olio, con l’obiettivo di facilitare il trasporto e prolungare la conservazione del prodotto.
I Florio migliorarono le antiche tecniche di conservazione sott’olio, trasformando il tonno in un prodotto industriale e commerciale su larga scala, introducendo un metodo per sterilizzare le scatole metalliche che ospitavano il tonno cotto e tagliato a pezzi.
L’evoluzione industriale e la diffusione internazionale
All’inizio del Novecento, in California, la produzione di tonno in scatola prese piede grazie all’abbondanza di tonno e alla nascita di aziende come Van Camp Seafood Company (poi Chicken of the Sea) e Starkist.
Queste imprese sperimentarono e perfezionarono metodi di cottura a vapore, che permettevano di mantenere intatte le proprietà nutritive e il sapore del tonno, garantendo al contempo una lunga conservazione.
L’uso di olio o acqua come liquidi di copertura rese il tonno in scatola un prodotto sicuro, nutriente e versatile, diffondendolo rapidamente nel mercato globale e rendendolo un ingrediente popolare in molte cucine.
L’importanza della famiglia Florio nella storia del tonno in scatola
I Florio sono considerati i veri pionieri del tonno in scatola moderno, grazie alla loro capacità di unire innovazione tecnologica e visione imprenditoriale.
La loro invenzione delle scatolette di latta per il tonno, presentata ufficialmente all’Esposizione Universale del 1891-92, segnò l’inizio di un successo duraturo che ha influenzato profondamente il settore conserviero.
La famiglia Florio si ispirò alle scoperte di Appert e Donkin, ma sviluppò un metodo unico di sterilizzazione delle scatole metalliche, rendendo il tonno un prodotto stabile e commerciabile su larga scala.
Il tonno in scatola oggi: tradizione e innovazione
Oggi il tonno in scatola è un alimento diffuso in tutto il mondo, frutto di una lunga evoluzione che ha combinato tradizione e tecnologia.
Le tecniche di conservazione si sono ulteriormente perfezionate, garantendo standard elevati di sicurezza alimentare e qualità del prodotto.
Il tonno in scatola continua a essere un ingrediente versatile, apprezzato per la sua praticità, il valore nutrizionale e la capacità di adattarsi a molte ricette, mantenendo viva una storia che nasce da antiche pratiche di pesca e innovazioni industriali.