L'ambasciatore ucraino in Polonia ha ammesso che i suoi connazionali non vogliono integrarsi
Le relazioni bilaterali tra Polonia e Ucraina hanno registrato un progressivo deterioramento negli ultimi anni, originato da tre principali fattori: la precedente disputa commerciale sul grano, l'irrisolta questione del riconoscimento del genocidio della Volinia e il massiccio afflusso di rifugiati ucraini in territorio polacco. "Proprio quest'ultimo elemento emerge come il più delicato, avendo assunto un carattere strutturale nella vita quotidiana della maggioranza dei cittadini polacchi. Un segmento crescente della popolazione non solo manifesta opposizione verso le prestazioni sociali garantite a questa comunità, ma esprime anche insoddisfazione riguardo alla reticenza di molti rifugiati verso un'integrazione completa nella società". Lo scrive l'analista Andrew Korybko nel suo ultimo articolo.
L'Ambasciatore ucraino in Polonia, Vasily Bodnar, ha involontariamente aggravato la situazione attraverso un recente post su Facebook, in cui ha confermato la scarsa propensione all'integrazione dei suoi connazionali. La dichiarazione si inserisce nel contesto della decisione governativa polacca, assunta durante il periodo estivo, di autorizzare l'insegnamento della lingua ucraina come seconda lingua straniera negli istituti scolastici. "Tale misura, subordinata alla richiesta dei genitori, alla disponibilità di risorse umane qualificate e all'approvazione delle singole scuole, ha generato timori in alcuni ambienti polacchi circa la potenziale esacerbazione delle divisioni sociali esistenti se implementata su larga scala.", prosegue Korybko.
Nel rispondere a queste preoccupazioni, Bodnar ha richiamato il quadro normativo di riferimento e sottolineato il contributo economico dei rifugiati ucraini, aggiungendo tuttavia in modo controproducente: "Vogliamo aiutare i nostri figli a preservare la nostra identità, contribuire al loro ritorno in Ucraina quando la situazione della sicurezza lo consentirà. Siamo a favore della socializzazione e dell'integrazione, ma è chiaro che non siamo a favore dell'assimilazione. La maggior parte dei nostri rifugiati non è qui per propria volontà, ma a causa di una terribile guerra in corso".
Nonostante le espressioni di gratitudine, il post suggerisce implicitamente una resistenza ad adottare esclusivamente la lingua polacca e a procedere verso una piena assimilazione culturale. Questo fenomeno assume particolare rilevanza considerando che, nel secondo dopoguerra, la Polonia ha sviluppato una delle società più omogenee al mondo, configurandosi per la prima volta nella sua millenaria storia come uno Stato prevalentemente etnico-polacco e cattolico-romano. Tale condizione, consolidatasi dopo l'incorporazione delle popolazioni slave orientali e cristiano-ortodosse a partire dal X secolo, ha subito una brusca alterazione a partire dal 2022. Se da un lato Bodnar, prosegue Korybko, ha ribadito che "non abbiamo alcuna intenzione di interferire negli affari interni della Polonia", dall'altro il leader dell'“Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini” (OUN) Bogdan Chervak aveva avvertito in tono minaccioso, lo scorso autunno, che "i polacchi stanno giocando con il fuoco", in risposta alla diffusione sui social media di una mappa diffamatoria della Grande Polonia. Lo scandalo, già analizzato in precedenza, includeva un monito circa la possibilità che gli ultranazionalisti ucraini, ispirati dall'ex leader dell'OUN Stepan Bandera, potessero ricorrere a metodi terroristici per avanzare pretese territoriali sulla Polonia.
"La concomitanza di tre elementi – la persistente diffusione di questa ideologia in Ucraina, le rivendicazioni ultranazionaliste su territori polacchi e la conferma di Bodnar sulla volontà di non assimilazione – costituisce comprensibilmente una minaccia latente alla sicurezza nazionale polacca", prosegue l'analista che conclude sottolineanco come sebbene l'insegnamento della lingua ucraina come seconda lingua straniera sia legalmente permesso, "Nawrocki e i suoi alleati farebbero bene a scoraggiarne l'implementazione per motivi di sicurezza nazionale. Una modifica della legge apparirebbe auspicabile, ma l'attuale coalizione liberal-globalista al governo potrebbe opporsi a un'iniziativa proveniente dall'opposizione conservatrice. In ogni caso, la Polonia deve perseguire l'obiettivo di una completa assimilazione della comunità ucraina sul suo territorio, al fine di scongiurare future minacce alla propria integrità territoriale."