Mandragora: tra mito, medicina e tossicità

Pubblicato: 21/09/2025, 16:59:46 ·
Una pianta antica dalle proprietà complesse e ambivalenti

La mandragora è una pianta dalle radici profonde nella storia della medicina e del folklore, nota per le sue proprietà sedative, analgesiche e narcotiche, ma anche per la sua elevata tossicità. Utilizzata fin dall'antichità come rimedio naturale e amuleto, la mandragora ha affascinato e spaventato generazioni, trovando oggi un ruolo limitato e controllato nella farmacologia moderna.

Origini e caratteristiche botaniche

La mandragora è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, diffusa in Europa, Asia e Africa. È conosciuta soprattutto per la sua radice, che ha una forma spesso antropomorfa, da cui derivano molte leggende popolari.

La pianta è resistente e relativamente facile da coltivare, ma la sua radice contiene alcaloidi potenti come l’atropina, la scopolamina e la josciamina, che ne determinano le proprietà farmacologiche e la tossicità.

Questi composti chimici sono responsabili degli effetti sedativi, analgesici e narcotici della mandragora, ma anche dei rischi associati al suo uso improprio.

Usi tradizionali e proprietà medicinali

Fin dall'antichità la mandragora è stata utilizzata come rimedio per numerosi disturbi, tra cui dolori, spasmi, insonnia, ansia, depressione, e persino come anestetico durante interventi chirurgici.

La radice veniva spesso stemperata nel vino per potenziarne l’effetto antidolorifico, come testimoniato da Dioscoride nel I secolo d.C.

Oltre agli usi medici, la mandragora era considerata una pianta magica e veniva impiegata come amuleto per la fortuna o per curare la sterilità, alimentando un ricco patrimonio di superstizioni.

Effetti farmacologici e tossicità

Gli alcaloidi presenti nella mandragora agiscono sul sistema nervoso centrale, inducendo effetti sedativi, narcotici e analgesici, ma anche allucinazioni e deliri se assunti in dosi elevate.

Per questo motivo, l’uso diretto della pianta in fitoterapia è oggi sconsigliato e vietato, a causa dell’elevata tossicità e del rischio di avvelenamento.

Tuttavia, alcuni alcaloidi come la scopolamina e la iosciamina sono utilizzati in farmacologia, ma prodotti sinteticamente e dosati con precisione per trattare nausea, spasmi addominali, malattie polmonari e altri disturbi.

Mandragora nella cultura e nel folklore

La mandragora ha avuto un ruolo centrale in molte tradizioni popolari, spesso associata a poteri magici e mistici, come la capacità di guarire o di portare sfortuna.

La forma antropomorfa della radice ha alimentato credenze secondo cui la sua estrazione potesse provocare maledizioni o addirittura la morte di chi la raccoglieva.

Queste leggende, pur prive di fondamento scientifico, hanno contribuito a mantenere viva l’aura di mistero e fascino attorno a questa pianta.

La mandragora oggi: tra scienza e cautela

Oggi la mandragora non viene più utilizzata direttamente in medicina a causa dei rischi legati alla sua tossicità, ma i suoi principi attivi sono alla base di farmaci importanti prodotti sinteticamente.

La ricerca scientifica ha permesso di isolare e comprendere i meccanismi d’azione degli alcaloidi tropanici, garantendo un uso sicuro e controllato in ambito terapeutico.

Nonostante ciò, la mandragora continua a esercitare un certo fascino culturale, rappresentando un esempio emblematico di come la natura possa offrire sia rimedi potenti sia pericoli nascosti.