21 settembre giornata mondiale dell’Alzheimer: un libro per spiegare ai bambini la malattia “dei nonni”

Pubblicato: 21/09/2025, 12:55:23 ·

Come spiegare l'Alzheimer ai bambini attraverso libri e strumenti ludici. L'intervista ad Arianna Papini, autrice de "Le parole scappate"

Settembre è il mese della prevenzione e sensibilizzazione all’ Alzheimer, molte sono le iniziative che si celebrano in tutto il mondo il 21 settembre, Giornata Mondiale istituita dall’OMS nel 1994. Lo scopo è promuovere la ricerca e garantire un supporto e sostegno ai malati e alle loro famiglie.

Come spiegare ai bambini la malattia “dei nonni” chiamata Alzheimer? Uno dei consigli utili, che usano spesso i professionisti in materia, è paragonare il cervello dei nonni ad una libreria, dove i libri sono messi in modo confusionario. Il primo passo da fare è spiegare ai bambini la verità, senza farli spaventare, instaurando così un clima sereno, magari stimolandoli a fare dei giochi poco impegnativi con i nonni. Sicuramente i bambini si trovano ad affrontare un nuovo clima familiare, spesse volte repentino e/o inspiegabile, poiché difronte hanno una persona che purtroppo è cambiata a causa dei suoi vuoti di memoria, dimenticando persino che rapporto di parentela ha con loro e questo può sconvolgere il loro status. Occorre sicuramente proteggere i bambini e far in modo che possano scegliere se trascorrere o meno del tempo con i nonni, nonostante siano cambiati. L’obiettivo è aiutarli ad instaurare una nuova forma di comunicazione-relazione, magari attraverso strumenti ludici atti a spiegare l’ Alzheimer, come i libri. Un consiglio è proprio il libro scritto da Arianna Papini che affronta con delicatezza il tema dell’Alzheimer e non solo, anche quello della dislessia dove i protagonisti sono un bambino dislessico e sua nonna malata di Alzheimer. Un albo suggestivo che descrive la modalità di trovare un linguaggio comune, in cui l’arte e le storie diventano aiuto reciproco, per convivere con identità differenti, attraverso l’amore che unisce i nonni ai nipoti e viceversa, superando ogni limite. Una lettura che mostra come si può affrontare questa malattia nel migliore dei modi.

Le parole scappate di Arianna Papini

Illustrazioni di Arianna Papini

Edizione Coccolebooks, Età di lettura: 7 anni

Un viaggio intervista con l’autrice Arianna Papini per scoprirne di più

Arianna come mai hai deciso di affrontare queste due tematiche delicate come l’Alzheimer e la dislessia? Non ho deciso; come quasi sempre accade sono i temi a cercarmi, insistentemente. Era un periodo in cui come arte terapeuta seguivo vari bambini dislessici e facevo un’esperienza al caffè Alzheimer che mi ha portato creare questo libro. Lavoro spesso in gruppo con persone che non hanno mai lo stesso problema, perchè credo molto nell’aiuto reciproco. I due temi che ho affrontato sono nati tra gli appunti poetici che ho nel mio diario e che piano piano hanno preso una forma narrativa di breve romanzo.

Questo libro è diventato uno strumento importante tra le mani di genitori e insegnanti. È utilizzato nelle classi in cui scappano le parole a qualche bambino e stesso loro mi raccontano, dopo averlo letto, di essersi sentiti compresi e di aver utilizzato il trucco del protagonista per andare bene a scuola. Figli di ammalati di Alzheimer mi hanno detto di essersi consolati leggendo il libro, in alcune parti divertente, e questo mi commuove.

Cosa rappresentano per te “Le parole scappate”? Sono quelle non dette, per tanti motivi, quelle non lette, quelle desiderate. Le parole che non arrivano mai da una persona amata, ma che tu continui a sperare di sentire. Le parole che vorresti apprendere o insegnare e invece sfuggono, in favore di altre fin troppo spesso presenti, quasi aggressive.

In questo momento forse la parola che scappa maggiormente è “Pace”, così la inseguiamo, la diciamo come in un mantra sperando che alla fine si realizzi.

Come spiegare ai bambini questa malattia? In qualità di arte-terapeuta leggo molto nelle scuole e nelle biblioteche e posso tranquillamente affermare che i bambini capiscono tutto: sanno. Anche il protagonista del libro in fondo è l’unico della famiglia in grado di trovare gli strumenti di comunicazione con la nonna. Credo che siano necessari i ponti di comunicazione tra adulti e bambini.

I libri sono i migliori ponti, uniscono le persone sul filo del racconto e molte volte le salvano. Quando mancano le parole i libri parlano.

Qual è il consiglio che dai ai genitori su come affrontare una situazione familiare del genere? Io consiglio sempre di ascoltare i bambini e le persone che hanno problemi. Questi comunicano in un modo diverso dagli altri. Chi ha problemi di dislessia o di memoria in realtà sviluppa sistemi raffinatissimi per comunicare con gli altri, basta osservarli per poter ampliare i nostri strumenti. Così l’ascolto diviene denso di racconti che possono rappresentare strumenti di decodificazione del silenzio. Consiglio ai genitori di essere fieri di non saper rispondere, poiché questo li porta ad ascoltare umilmente. Rispondere “non lo so, scopriamolo insieme” dà luogo alle meravigliose invenzioni dell’essere umano quando finisce la scienza:

la musica, l’arte, la spiritualità, la filosofia. Condividere questo percorso con i propri familiari o in una classe è una cura meravigliosa.

Perchè viaggiare con “Le parole scappate”? Perché il viaggio è soprattutto quello della conoscenza dell’altro; infatti con

“Le parole scappate”si intraprende un viaggio nella memoria del presente, che è ciò che vivono i bambini e anche i malati di Alzheimer.