Di Daniele Ioannilli per ComeDonChisciotte.org Già da un po’ di tempo l’opinione pubblica, ovvero noi cittadini, si chiede perché il governo italiano si ostini a non prendere una netta e decisa posizione contro il genocidio palestinese e invece continui ad “abbaiare” contro Putin e la Russia. In rea
Di Daniele Ioannilli per ComeDonChisciotte.org Già da un po’ di tempo l’opinione pubblica, ovvero noi cittadini, si chiede perché il governo italiano si ostini a non prendere una netta e decisa posizione contro il genocidio palestinese e invece continui ad “abbaiare” contro Putin e la Russia. In realtà, le cose potrebbero essere diverse da quelle che il mainstream ci propone. Il governo italiano ha infatti già scelto da tempo da che parte stare, operando nell’ombra. Lo dimostrano due notizie: la prima, di questi giorni, riguarda le vacanze premio dei soldati israeliani dell’IDF trascorse in Italia (Marche e Sardegna, ma potrebbero esserci altre regioni coinvolte). La seconda, meno recente, riguarda l’addestramento di truppe ucraine sul territorio italiano, in particolare nel viterbese ed in provincia di Roma. La prima questione: che l’Italia venda armi a Israele è cosa nota. È moralmente deplorevole, ma rientra in un rapporto commerciale: se tu mi paghi, io ti vendo. A chi produce armi importa poco dell’uso che ne farà il compratore, anche perché un’arma è fatta per uccidere e la produzione di armi non è ancora vietata. Ospitare, però, dei soldati che secondo la Corte Penale Internazionale stanno commettendo un genocidio è cosa ben diversa. L’Italia aderisce alla Corte Penale Internazionale (a differenza di USA e Israele che non la riconoscono) e, anche se non è obbligata a seguirne le decisioni (ad esempio, non sarebbe obbligata ad arrestare Netanyahu, sotto processo per crimini di guerra, se si trovasse sul suolo italiano, anche se non farlo creerebbe un grave problema diplomatico), è fortemente opportuno che lo faccia. Non essendoci un trattato Schengen tra Italia e Israele, né tra Italia e USA, qualunque cittadino di quegli Stati deve richiedere un visto, ovvero un permesso motivato, per mettere piede sul suolo italiano. Solo le basi militari e le ambasciate ne sono esentate, perché considerate suolo di quella nazione e non italiano, ma i visitatori devono poi restare all’interno di quelle mura. Il mainstream ha provato a sostenere che “sì, è inopportuna la presenza di militari dell’IDF, ma l’Italia non poteva mica negargli il permesso di venire!”. Alla luce di quanto detto, invece, l’Italia poteva eccome, e doveva farlo. Anche perché durante queste loro vacanze premio, i soldati sono stati costantemente tutelati da agenti di pubblica sicurezza italiani appartenenti al reparto speciale della DIGOS, in quanto considerati “obiettivo sensibile”. Ora, anche qui c’è da chiarire un paio di cose: Israele è sempre stato considerato “obiettivo sensibile” e l’Italia gli ha sempre garantito protezione. Ma si è sempre trattato di luoghi fisici: sono sorvegliate le sinagoghe, i ghetti ebraici, le ambasciate… luoghi cioè che non si possono né rimuovere né spostare, sono fissi e per questo obiettivi sensibili a possibili atti di terrorismo. Soldati che vengono a divertirsi dopo aver massacrato bambini e donne inermi, sono un’altra cosa. Non sono “obiettivi sensibili”, ma rendono l’Italia un “obiettivo sensibile” ad atti di terrorismo. Sono loro un pericolo per l’incolumità del territorio e dei cittadini italiani. Come Israele colpisce Hamas in altri Stati indipendenti, violando qualsiasi legge internazionale, anche Hamas potrebbe voler colpire i soldati dell’IDF in altri Stati indipendenti. Immaginate cosa potrebbe succedere? Se l’Italia sta permettendo ciò, sta di fatto sostenendo, seppur in termini di logistica, Israele, rendendosi perciò complice de facto del genocidio in atto ed esponendo la popolazione italiana alla guerra. MATTEO SALVINI INTERVISTATO DAL CANALE TELEVISIVO INTERNAZIONALE ALL-NEWS i24NEWS DI TEL AVIV: “DIFENDO IL DIRITTO ALLA VITA DI ISRAELE. L’ONU E’ COMPLICE DI ANTISEMITISMO” La seconda questione: mentre il mainstream ci propone una narrativa in costante crescendo bellico (riarmo europeo, droni russi che violano gli spazi aerei europei e della NATO, ricerca dello scontro frontale a tutti i costi da parte di Putin con l’obiettivo di invadere l’Europa), dando l’impressione che sia tutto un divenire non programmato e volto a proteggerci dal “nemico rosso”, in realtà l’Europa, e in particolare l’Italia, sta già lavorando per la guerra, una guerra che ha deciso e che vuole a tutti i costi. Che l’Ucraina sia stata armata e che le si dia addestramento e supporto tattico da parte di USA ed Europa è cosa nota. Anche qui: mi paghi, ti addestro. Ci sono società che si occupano di questo e devono fatturare. Ma queste operazioni sono (devono) essere fatte in territorio ucraino. Diverso è farle direttamente in territorio italiano e sotto il comando diretto del Ministero della Difesa. Diverso è addestrare direttamente l’esercito ucraino in territorio italiano. Secondo il Diritto Internazionale, se uno Stato fornisce supporto diretto a un altro Stato coinvolto in una guerra, diventa esso stesso un obiettivo legittimo. Anche se non l’ha dichiarato, il Governo italiano, fornendo questo aiuto diretto all’Ucraina, è di fatto entrato in guerra al suo fianco. La Scuola di Fanteria dove sono stati svolti questi addestramenti dista pochi chilometri da Roma… Immaginate se la Russia avesse deciso di colpire, legittimamente, questo sito e magari un missile avesse sbagliato di poco il bersaglio e fosse caduto sulla cittadina di Cesano (11 mila abitanti) dove si trova la scuola? Due semplici notizie a cui non si è dato il peso dovuto mostrano come il Governo italiano abbia già deciso da che parte della Storia stare. E mostrano anche come sia indifferente ai rischi a cui sottopone la popolazione, cioè noi, agendo nell’ombra senza la dovuta trasparenza. Di Daniele Ioannilli per ComeDonChisciotte.org 21.09.2025