Democrazia dell’odio, fra influencer e cortei: un quadro della possibile evoluzione

Pubblicato: 21/09/2025, 08:09:27 ·

Democrazia dell’odio, fra influencer e cortei: un quadro della possibile evoluzione.

Democrazia dell’odio, fra influencer e cortei: un quadro della possibile evoluzione - Blitz Quotidiano.it (nella foto ANSA Trump e Kirk)

L’attuale crisi della democrazia europea nelle sue varie forme dipende dal fatto che la “rendita” politica dell’antifascismo, durata per oltre mezzo secolo, non è più avvertita come fattore unificante dei popoli.

Il consigliere del Pd al Comune di Genova che evoca Piazzale Loreto rivolgendosi ai “meloniani”, ci ricorda l’irriducibile soldato giapponese che pensava di essere ancora in guerra con gli americani quarant’anni dopo l’atomica su Hiroshima.

I principali partiti del dopoguerra europeo, quello “socialista” e quello “cristiano”, pur di restare al potere, hanno spesso adottato i programmi economici e sociali che essi stessi consideravano “fascisti” pochi anni prima.

I partiti italiani scomparsi per avere chinato il capo di fronte alla violenza giudiziaria, sono stati sostituiti dalla cosiddetta “democrazia mediatica” che fa a meno di sezioni e parrocchie, tessere e sermoni.

Il consenso nella nuova versione di democrazia

Il mezzo più efficace per ottenere il consenso mediatico è la demonizzazione dell’”avversario” e il “linguaggio dell’odio”.

L’individuo preso di mira è esposto alla ferocia di una folla che nasconde brava gente ma anche “balordi”. In una folla, il numero degli sciocchi, dei malvagi e degli ignoranti è mille volte superiore al numero degli uomini di merito.

Per destabilizzare una comunità urbana non ci vogliono eserciti, bastano poche centinaia di “balordi”.

La tradizione dei “balordi” negli Usa, dove puoi comprareun’arma al supermercato, si è rinnovata in questi giorni conl’assassinio di Charlie Kirk da parte di un simpatizzante dell’organizzazione “Antifa” il quale, tanto per metterla in politica, ha utilizzato pallottole con su scritto “bella ciao”.

Violenza americana in arrivo

Non sono d’accordo sul fatto che la violenza all’americana non attecchirà mai da noi, dal momento che l’Italia e gli Usa avrebbero diverse “tradizioni”. Cercherò di dimostrarlo partendo da un episodio di induzione all’odio di matrice “istituzionale”.

“Lei si comporta come gli influencer prezzolati dalla propaganda israeliana“, ha tuonato in Senato Alessandra Maiorino del M5S,rivolgendosi a Tajani. Seguono applausi scroscianti.

Consideriamo ora un senatore di centro destra secondo il quale i Pentastellati che votano per il disarmo, sono al soldo di Putin.

In entrambi i casi non si denuncia la “consapevolezza” del fatto corruttivo, che sarà dimostrato solo se risulteranno finanziamenti illeciti.

Tali episodi, insignificanti sotto il profilo giudiziario, stanno delegittimando ciò che resta della nostra democrazia.

Perché un parlamentare si presta a interventi di così basso profilo, a costo di compromettere la propria onorabilità?

Ecco una prima risposta: siccome gli argomenti discussi in Aula richiedono la comprensione di materie storiche, economiche, giuridiche e politiche, l’unico mezzo comunicativo alla portata dell’”incolto” è la fraseologia “insinuante” che consente di arrivare a una conclusione senza dimostrarla. Che è poi la stessa tecnica adottata dagli “infuencer”.

L’intervento è spesso preparato da esperti della comunicazione, mentre il relatore ufficiale si limita a leggerlo.

È come se un Giudice firmasse le sentenze scritte dal cancelliere o il primario ospedaliero delegasse all’infermiera la cura del paziente.

È come mettere il fattorino nel consiglio di una banca e dargli lo stipendio dell’amministratore delegato.

I movimenti politici senza strutture (i “non partiti”) ti scelgono seesegui gli ordini e non pretendi di capirli. Non devi possedere alcun “pericoloso” bagaglio culturale o professionale. La stagione grillina sembra finita, ma l’esiguo esercito di Conte, che condiziona il centro-sinistra a livello di numeri, è rimasto quellodel comico fondatore.

Il parlamentare più “credibile” in assoluto è colui che pensa secondo le indicazioni dei social, la vera e “autentica” voce del popolo.

Si ricade così in una moltitudine di piccoli gruppi di “incolti”, guidati da arrivisti il cui unico fine è il potere a qualsiasi prezzo.

L’organo supremo della vita politica non è più il Parlamento, ma accozzaglie di “incolti” che fanno girare fake news ad uso di masse incapaci di distinguere il vero dal falso e praticano la tecnica della “calunnia” che infiamma gli animi dei “balordi”.

Quanti partecipanti ai cortei “anti sionisti” si sono esaltati dopo avere ascoltato l’intervento al Senato della Maiorino? Non possiamo saperlo: intanto il ministro degli Interni aumenta la protezione delle persone più “esposte”.

La stessa Maiorino merita protezione perche qualche “balordo” di destra potrebbe considerarla un bersaglio.

Il fatto sconvolgente è che i capi di governo delle moderne democrazie, da Trump alla Meloni, utilizzino i social divulgando a loro volta fake news sull’andamento dei mercati o dell’occupazione.

In questo stato di cose è inutile cambiare la Costituzione.

I francesi ritenevano di avere risolto questi problemi con la Repubblica presidenziale, ma al tempo di Macron sono caduti nel baratro più profondo. A nulla servirà il presidenzialismo invocato dalla Meloni.

Ma se la ”democrazia mediatica” non realizza una selezione normale, un giusto rendimento delle istituzioni? Se gli eletti non raggiungono neppure quella media accettabile che si esige e si ottiene nell’amministrazione e nel commercio?

No problem. Nella battaglia “democratica” tra “influencer”basterà punire i “follower” del campo avversario.

La risposta di Trump all’assassinio di Charlie Kirk è stata che diversi insegnanti, professori e altri dipendenti di istituzioni pubbliche e private hanno perso il lavoro a causa di commenti e post sui social media riguardanti l’attentato.

Oltre la metà degli americani approva questi sistemi spicci e non si scandalizza all’idea di trasformare la Palestina in un resort per ricchi, un business definito con il termine tecnico “distruzione creativa”: le ceneri dei cadaveri trasformate in mattoni per i palazzinari.

Alla lunga, per il fattore “emulazione”, i “balordi” europei saranno portati a compiere le gesta degli influencer del paese-guida delle democrazie occidentali. E’ ciò che è sempre accaduto in campo economico, artistico e politico.

Alcuni intellettuali affermano che l’uccisione di Kirk è un fenomeno individuale, che non si può impedire in qualsiasi sistema politico. Cosa diversa sarebbero i conflitti sociali, cioè le manifestazioni popolari “spontanee”.

In Italia, nell’ultimo ventennio, non ci sono state grandi esplosionidi conflitti sociali; i cortei e i girotondi sono sempre statiininfluenti. Ne risulta l’interruzione del traffico e qualche atto isolato di criminalità comune. Il finanziamento di talimanifestazioni rappresenta una dispersione di risorse.

Del resto i cortei Pro Pal di tutto il mondo non interrompono la “macelleria” dell’esercito israeliano.

Bisogna capire che Israele è responsabile di un genocidio nonostante che il primo responsabile di tale genocidio sia Hamas. Non esiste ragion di Stato o strategia militare che giustifichi un genocidio.

Sento dire che il tentativo di sovvertire la pace sociale in Italia durante gli anni di piombo sarebbe stato sbaragliato grazie alla reazione compatta di partiti e sindacati.

Voglio chiarire che le brigate rosse non erano un movimento di popolo, non combattevano per i “diritti dell’uomo” o contro un “tiranno” come facevano Mazzini, Garibaldi o Lenin, non avevano ideali che trovassero il consenso degli italiani. Sarebbe stato impossibile per qualsiasi partito speculare politicamente sulle brigate rosse.

I brigatisti erano degli assassini che sparavano su persone indifese. Avevano ammazzato Aldo Moro al solo scopo di allontanare la Grosse Koalition tra comunisti e democristiani.

Gli omicidi di singoli “individui” sono proseguiti ben oltre gli anni di piombo. Ricorderò le “esecuzioni” da parte delle Nuove Brigate Rosse di Massimo D’Antona del 1999, di Marco Biagi e di Michele Landi del 2002, gli attacchi alla Questura di Milano e a scuole, l’azione di piccole cellule estremiste durate fino al 2010. Al confronto, l’assalto alla CGIL del 2021 è stato roba da “educande”.

Non è dunque vero che le tradizioni italiane siano così distanti da quelle americane.

In ogni caso, questi episodi di delinquenza di destra e di sinistra, non potevano e non possono essere ricondotti a forze politicheistituzionali.

A Londra sono 110 mila le persone che si sono radunate, su appello dell’attivista di estrema destra e pluricondannato Tommy Robinson. Alla contemporanea manifestazione promossa da un’organizzazione antirazzista hanno partecipato “solo” 5.000 persone.

Il “campo largo” che aderisce alle manifestazioni anti Meloni (quella che non fa mai “abbastanza”), ha difficoltà ad accettare i cortei dei “neofascisti” francesi, inglesi e tedeschi.

Bisognerà decidersi una volta per tutte: deve prevalere la democrazia rappresentativa, oppure devono essere le piazze e gli influencer a dettare le agende politiche dei governi?