La NATO è in guerra con la Russia?

Pubblicato: 20/09/2025, 17:19:18 ·

Le recenti dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov secondo cui “la NATO è in guerra con la Russia” sollevano interrogativi rilevanti: quanto

Droni, Minsk e la riconversione bellica europea: il quadro che Peskov chiama per nome

Le recenti dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov secondo cui “la NATO è in guerra con la Russia” sollevano interrogativi rilevanti: quanto c’è di iperbole, quanto di realtà geopolitica? Dietro l’affermazione stanno evoluzioni concrete — armamenti, standardizzazione militare, posture strategiche — ma anche operazioni diplomatiche e narrativa propagandistica. Cerchiamo di capire, con dati e analisi, la misura in cui questa affermazione regge, e se – attraverso i pronunciamenti più recenti – vi sia davvero una volontà di pace, oppure se si stia rafforzando una logica di guerra per procura.

1) L’incidente dei droni in Polonia: cronaca, precedenti e perché resta irrisolto

Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, Varsavia ha denunciato 19 incursioni di UAV “russi” nel proprio spazio aereo, innescando consultazioni NATO e una riunione d’emergenza al Consiglio di Sicurezza ONU. La narrativa ufficiale polacca parla di “test” alla prontezza dell’Alleanza; Mosca nega, sostiene che nessun target in Polonia fosse previsto e che il raggio dei droni impiegati non consentisse quelle traiettorie. La diplomazia russa ha inoltre riferito di disponibilità a consultazioni tecniche bilaterali, senza esito. Questo spiega perché, a oggi, l’episodio resti privo di un accertamento congiunto e venga gestito soprattutto sul piano politico-mediatico. (Reuters)

Non sarebbe la prima volta che le prime accuse si rivelano fallaci: nel caso Przewodów (novembre 2022), il missile che colpì la Polonia fu poi attribuito a un S-300 ucraino in intercettazione, come chiarito da NATO e fonti ufficiali polacche. È un precedente che imporrebbe cautela oggi.

Un ulteriore dettaglio utile: Varsavia stessa ha ammesso in questi giorni che un ordigno polacco potrebbe aver colpito un’abitazione durante il caos dell’incursione dei droni — conferma indiretta di quanto sia facile generare “effetti collaterali” e fraintendimenti operativi in scenari ad alta tensione. (Reuters)

Inoltre, da un’analisi del tono di come la diplomazia occidentale e i resoconti occidentalidei media sulle violazioni aeree (Polonia/Estonia) si nota che collettivamente essi tendano a mascherare le zone grigie della dinamica e a utilizzare l’episodio per alzare l’asticella politico-militare. È una lettura da prendere criticamente, ma utile a bilanciare il coro mainstream.

2) Perché Mosca non si fida dei “cessate il fuoco”: la ferita aperta di Minsk

La riluttanza russa ad accettare pause senza garanzie robuste ha una radice concreta: gli Accordi di Minsk. Nel 2022 Angela Merkel spiegò a Die Zeit che Minsk aveva “comprato tempo” all’Ucraina per rafforzarsi; François Hollande ha espresso concetti analoghi. Che la loro intenzione fosse “ingannare” Mosca è oggetto di disputa tra fact-checker europei, ma il dato politico — Minsk come congelamento funzionale a riequipaggiare Kiev — è ormai riconosciuto dagli stessi protagonisti. Questo, per Mosca, è il tradimento che brucia e che oggi frena qualunque “freeze” non blindato.

3) “Economia di guerra” made in EU: la strategia è industriale prima ancora che militare

Dal 2023 l’UE ha impostato una riconversione strutturale del proprio apparato:

  • ASAP(Act in Support of Ammunition Production): fondi per colmare colli di bottiglia su155 mme missili, con obiettivo di capacità annua nell’ordine dei2 milioni di colpi entro fine 2025. Defence Industry and Space
  • EDIRPA(acquisti congiunti) edEDIS/EDIP(vera e propriastrategia industriale della difesa): spingono versomercato integrato, priorità d’ordine, supply chain dedicate e persinointegrazione dell’industria ucrainanell’ecosistema europeo della difesa. Defence Industry and Space

Al netto della propaganda, i numeri mostrano due verità: primo, i fondi UE non sono paragonabili ai budget bellici USA o russi; secondo, la direzione politica è chiara: stabilizzare una base industriale bellica europea. È questo il cuore della “nuova normalità” che molti leader vendono come “deterrenza”. (Centro per la Riforma Europea)

Sul versante critico, fonti analitiche come l’AntiDiplomatico interpretano questa traiettoria come una militarizzazione sistemica mascherata da pace: più che promuovere un negoziato, Bruxelles consolida domanda e offerta del comparto difesa. È una lettura polemica ma coerente con le carte ufficiali. (L’Antidiplomatico)

4) Kallas e Kellogg: pace o gestione della guerra?

Kaja Kallas (Alto Rappresentante UE) ha insistito, nelle sedi istituzionali, sulla triade deterrenza-cohesion-NATO: più difesa, più coordinamento con l’Alleanza, più sostegno a Kiev. È un linguaggio di fermezza: parla di pace, ma attraverso la forza e senza aperture pubbliche su neutralità ucraina o “no-NATO” per Kiev. È la pace come esito della pressione, non come compromesso. Servizio europeo per l’azione esterna

Keith Kellogg, inviato USA, ha stupito alcuni osservatori riconoscendo che le preoccupazioni russe sull’allargamento NATO sono “giuste”; in più sedi ha ammesso che la guerra ha tratti di proxy-war. Al tempo stesso, però, i suoi interventi non sanciscono un’inversione di rotta: è una mossa diplomatica che apre spazio negoziale (sul non-ingresso dell’Ucraina nella NATO) ma non ferma forniture e pressione sull’economia russa. Tradotto: gestione del conflitto con margini per un accordo, se e solo se Kiev accettasse neutralità e garanzie reciproche — punto sul quale Mosca insiste da anni. (Reuters)

Sul fronte diplomatico, non passa giorno e dichiarazione che non evidenzi un palese attivismo UE-NATO (incluso il recente clamore su droni e violazioni aeree) come parte di una narrativa di escalation che spinge lontano il terreno del compromesso.

5) Gli standard NATO in Ucraina: “spedizione” de facto

Se nelle osservazioni fattuali ci fossero dubbi, c’è un ulteriore punto un punto chiave: l’omologazione NATO di equipaggiamenti,  Comando e Controllo, difesa aerea e logistica ucraini. Il supporto occidentale  alleggerisce il compito delle Forze Armate Ucraine e aggira gli effetti degli strike russi sull’industria in loco: se gran parte dei nodi industriali (polveri, elettronica, esplosivi, linee di assemblaggio) sta fuori dall’Ucraina, il complesso militare-industriale ucraino diventa una rete distribuita transfrontaliera. È uno dei motivi per cui Mosca parla di NATO in guerra “senza dichiararla”: operativamente, molte funzioni sono già quelle di una forza “di spedizione”. (Il quadro sull’EDIS/EDIP/ASAP lo conferma dal lato europeo). (Defence Industry and Space)

Conclusione: dove porta tutto questo

  • Sulla verità fattuale: non c’èguerra formaleNATO-Russia; mafatti cumulativi(standardizzazione, supply chain, intelligence, addestramento, basi industriali e posture politiche) compongonouno stato di co-belligeranza di fatto. È ciò che Peskov chiama “la NATO è in guerra con la Russia”. Il termine è polemico, manon infondatoalla prova dei processi industriali e delle prassi operative. (Reuters)
  • Sulla diplomazia: Kallas propone pace comedeterrenza; Kellogg apre uno spiraglio suneutralità/no-NATOper Kiev, ma senza uncessate il fuoco verificabileegaranzierobuste (alla luce diMinsk) la Russia non si fida.
  • Sull’UE: l’architetturaEDIS-EDIP-ASAP(Programma europeo per l’industria della difesa ) non è emergenziale: èstrutturale. L’Europasi attrezzaa una lungaeconomia di sicurezza. Questo, per chi difende un’idea di Europa fondata sullapace, è un passaggioepocaleche va nominato per quello che è. (Parlamento Europeo)

In definitiva, se la pace è solo l’altro nome della deterrenza, non c’è dialogo: c’è una catena di montaggio. L’Europa nata per togliere la guerra dal suo orizzonte sta riportando la guerra nell’officina. La responsabilità di chi informa è dire la verità scomoda: senza garanzie reali, senza verifiche congiunte (come nel caso dei droni) e senza memoria di ciò che è stato Minsk, ogni “cessate il fuoco” rischia di essere intermezzo per il riarmo — non pace.

Fonti essenziali (selezione)

  • Droni/Polonia & ONU: Reuters; USUN; Security Council Report. (Reuters)
  • Disponibilità russa a consultazioni: TASS; Ministero Esteri russo. (TASS)
  • Precedente S-300 in Polonia (2022): Reuters; conferme media polacchi. (Reuters)
  • Minsk (Merkel/Hollande): rassegna su RussiaPost; interviste e copertura (Kyiv Independent; Le Monde)
  • Riconversione industriale UE: schede ufficiali EDIS/EDIP/ASAP (Commissione/Parlamento UE), analisi terze. (Defence Industry and Space)
  • Kallas: interventi ufficiali (EEAS/PE). (Servizio europeo per l’azione esterna)
  • Kellogg: Reuters; interventi e profilo pubblico. (Reuters)

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