Al Consiglio di Sicurezza 14 sì, solo gli Usa contro. Idf: circa metà dei palestinesi sono fuggiti da Gaza City. Israele chiude il valico con la Giordania dopo l'attentato di ieri. Al via sciopero CGIL in tutta Italia contro il genocidio
Parroco di Gaza: morte e bombardamenti, le armi hanno il sopravvento
"La situazione continua ad essere molto grave in tutta la Striscia di Gaza con i bombardamenti. Continua una situazione di guerra e continua la morte che già si è portata via decine di migliaia di persone: sono stati uccisi più di 18mila bambini e gli ostaggi ancora non hanno sperimentato il diritto di vivere in libertà, i feriti e gli ammalati non hanno ancora possibilità di cura perché all'ospedale manca tutto. Le armi hanno preso il sopravvento".
Così padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, in un videomessaggio fatto ascoltare in Duomo prima dell'inizio delle celebrazioni di San Gennaro. Ad annunciare la messa in onda del messaggio, un commosso arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia.
Global Flotilla partita da Portopalo, rotta verso Gaza
"Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più". Così Maria Elena Delia, portavoce della Global Sumud Flotilla, ufficializza dalla rada di Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano, la partenza di 42 barche dirette a Gaza per portare aiuti umanitari, assieme ad altre sei salpate dalla Grecia.
Al Jazeera: "16 morti a Gaza dall'alba"
Sale il bilancio delle vittime provocate dai raid israeliani nella Striscia di Gaza. Dall'alba di oggi, 16 persone sono state uccise negli attacchi in diverse zone dell'enclave, riferisce l'emittente del Qatar Al-Jazeera citando fonti sanitarie.
Idf: circa metà dei palestinesi sono fuggiti da Gaza City
Secondo le ultime stime dell'Idf, circa 480.000 palestinesi sono finora fuggite da Gaza City, dirigendosi verso il sud della Striscia. Si stima che circa un milione di palestinesi risiedessero a Gaza City prima che l'Idf lanciasse una grande offensiva contro Hamas nella zona.
Nuova ondata di arresti da parte dell'Idf in Cisgiordania
Le forze israeliane hanno arrestato cinque palestinesi a Nablus, in Cisgiordania, all'alba di oggi, riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Secondo fonti di sicurezza, "le forze di occupazione hanno preso d'assalto diversi quartieri della città e fatto irruzione in diverse case", ha riferito l'agenzia.
Inoltre, Wafa ha anche riportato l'arresto di due giovani a Ramallah e Beitunia. Sempre questa mattina, l'esercito israeliano ha annunciato in un comunicato di aver arrestato "più di 75 persone ricercate" in Cisgiordania la scorsa settimana, che ha descritto come "terroristi", segnalando operazioni in una decina di villaggi.
Israele chiude il valico di Allenby dopo l'attentato di ieri
L'Autorità aeroportuale israeliana dichiara chiuso fino a nuovo avviso il valico di Allenby tra la Cisgiordania e la Giordania, in seguito all'attacco di ieri in cui sono rimasti uccisi due soldati israeliani. Lo riporta il Times of Israel.
L'autore dell'attacco con sparatoria e accoltellamento era un giordano alla guida di un camion di aiuti umanitari diretto dalla Giordania alla Striscia di Gaza.
Anche il valico settentrionale del fiume Giordano è stato chiuso fino a nuovo avviso. Il valico di Rabin tra Israele e Giordania, vicino a Eilat, è aperto solo ai lavoratori, mentre il valico di Taba con l'Egitto è regolarmente operativo, secondo quanto riferito dalle autorità israeliane.
Wafa, "4 palestinesi, tra cui 2 bambini, uccisi a Gaza"
Almeno quattro palestinesi, tra cui due bambini, sono stati uccisi e diversi sono rimasti feriti in attacchi delle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza dall'alba di oggi secondo l'agenzia palestinese Wafa, che cita fonti mediche.
Due bambini sono rimasti uccisi in un attacco aereo israeliano che ha colpito una tenda di famiglie sfollate a ovest di Khan Younis, nel sud di Gaza. Nella Striscia centrale, un uomo è stato ucciso e altri sono rimasti feriti quando aerei israeliani hanno bombardato i pressi della vecchia Moschea a Deir al-Balah. Un altro civile è stato ucciso in un attacco con droni a ovest del campo di Nuseirat.
Sondaggio di Channel 12: se si votasse oggi in Israele l'opposizione potrebbe formare un governo
Il blocco di opposizione a Benjamin Netanyahu potrebbe formare un governo se si votasse oggi in Israele. È quanto emerge da un sondaggio dell'emittente israeliana Channel 12.
Secondo il sondaggio se le elezioni si tenessero oggi, l'opposizione a Netanyahu potrebbe formare un governo senza i partiti arabi. Il Likud, pur perdendo un seggio rispetto alle precedenti elezioni, rimarrebbe comunque il primo partito alla Knesset con 24 seggi. Il secondo partito più numeroso sarebbe "Bennett 2026", il partito dell'ex Primo Ministro Naftali Bennett, che otterrebbe 21 seggi. Il terzo partito sarebbe Yisrael Beytenu di Avigdor Lieberman, con 11 seggi.
Seguono i Democratici, guidati da Yair Golan, e il partito Yeshar, fondato questa settimana dall'ex Capo di Stato Maggiore Gadi Eisenkot, che otterrebbero 10 seggi ciascuno, uno in meno rispetto alle elezioni precedenti. Più in basso nella lista ci sono Yesh Atid, guidato da Yair Lapid, e Shas, guidato da Aryeh Deri, che manterrebbero ciascuno 9 seggi, e United Torah Judaism, guidato da Yitzhak Goldknopf, con 7 seggi. I partiti arabi Hadash-Tàal e Ràam (guidati da Mansour Abbas) avrebbero 5 seggi ciascuno, mentre Sionismo Religioso, la formazione di estrema destra guidata da Bezalel Smotrich, supererebbe la soglia di sbarramento con 4 seggi.
Secondo il sondaggio, il blocco di Netanyahu avrebbe 49 seggi, i partiti arabi 10 e l'opposizione al Primo Ministro 61 senza i partiti arabi. Sarebbe possibile dunque, secondo il sondaggio, di fatto formare un governo basato sui partiti sionisti all'opposizione.
Eilat: drone cade dietro un hotel e prende fuoco
Il drone cade dietro l'hotel e prende fuoco: le telecamere catturano la scena
Gruppo armato di Khan Yunis, "accogliamo chi è contro Hamas"
Un ex membro delle forze di sicurezza dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) a Gaza, il 50enne Hossam al-Astal, afferma di aver formato un gruppo che opera contro Hamas a Khan Yunis e sollecita i palestinesi della zona a cercare rifugio presso di lui. Lo riportano i media israeliani.
Astal dichiara che il suo gruppo accoglierà "chiunque viva sotto l'oppressione di Hamas" e che ci sono cibo, acqua e riparo a sufficienza per tutti. "Nei prossimi giorni, accoglieremo altre 300-400 persone", ha affermato aggiungendo che il suo gruppo effettua controlli di sicurezza per assicurarsi che coloro che si uniranno non abbiano legami con il movimento islamista.
Astal spiega che esiste un "coordinamento" tra il suo gruppo e lo Stato ebraico e che presto si farà "affidamento su Israele per l'elettricità e l'acqua". Astal afferma che il gruppo è dotato di armi per difendersi e che ha ricevuto finanziamenti da diverse fonti tra cui Stati Uniti, Europa e stati arabi non meglio specificati. "La gente qui non vuole Hamas, vuole la pace con Israele", secondo Astal.
Sindaco di New York vedrà Netanyahu all'Assemblea Onu, "nessun mandato di arresto"
Eric Adams ha dichiarato che incontrerà Benjamin Netanyahu durante la visita del premier israeliano a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo riportano i media dello Stato ebraico.
Durante una conferenza stampa sulla sicurezza dell'evento Onu che inizierà la prossima settimana, al sindaco è stato chiesto se la polizia di New York stia "preparando mandati di arresto" per capi di Stato stranieri. "Ne incontrerò diversi e non vedo l'ora di incontrare anche Netanyahu quando arriverà in città: sarà accolto come gli altri dignitari", ha dichiarato Adams sottolineando che "c'è una cosa chiamata immunità diplomatica".
Il candidato sindaco Zohran Mamdani ha dichiarato da parte sua che da eletto farebbe arrestare Netanyahu in base al mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei suoi confronti, sebbene il sindaco di New York non abbia l'autorità per farlo visto che la Cpi non ha giurisdizione negli Stati Uniti e la legge federale impedisce alle entità Usa di collaborare con la Corte penale internazionale.
Emergency aderisce alle mobilitazioni di oggi per Gaza
Emergency si unisce alle mobilitazioni per la fine dei bombardamenti nella Striscia di Gaza in occasione dello sciopero proclamato dalla Cgil per venerdì 19 settembre: "Da più di un anno, attraverso i nostri operatori sanitari sul campo, siamo testimoni diretti della violenza indiscriminata esercitata contro gli abitanti della Striscia di Gaza in una spirale di disumanizzazione crescente. In 31 anni di interventi umanitari in zone di conflitto non abbiamo mai visto una tale brutalità, contro così tante persone, concentrate in pochi chilometri quadrati. Gaza City - commenta l'Ong fondata da Gino Strada - è stata distrutta e la sua popolazione è intrappolata tra bombe e macerie. Non c'è più un luogo sicuro per chi cerca di sopravvivere e nemmeno per chi fugge. Senza cibo, acqua e cure".
Emergency, ricorda ancora l'Ong - è presente nella Striscia con una sua clinica nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, dove visita in media 250 persone al giorno. Offre la sua assistenza anche nella clinica di medicina di base allestita dall'associazione locale Cfta (Culture & Free Thought Association) ad al-Mawasi, dove da novembre 2024 a luglio 2025 ha effettuato oltre 19.000 visite. Emergency è anche partita con la sua nave di ricerca e soccorso per accompagnare la Global Sumud Flotilla, con funzioni di nave osservatrice e di supporto medico e logistico. ''Finora l'Europa non ha voluto assumere azioni concrete per garantire la sopravvivenza delle centinaia di migliaia di civili che subiscono quotidianamente questa ferocia. E si è fatta complice di quanto sta succedendo a Gaza, che il recente pronunciamento della Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite per l'inchiesta sui Territori palestinesi occupati ha definito come 'genocidio'. La voce dei cittadini e delle cittadine italiane è fondamentale per obbligare il governo ad agire ora".
Oggi sciopero CGIL in tutta Italia "contro il genocidio"
Oggi, venerdì 19 settembre, il mondo del lavoro sciopera e scende in piazza in tutta Italia “contro il genocidio” a Gaza. La giornata di mobilitazione è stata indetta dalla Cgil. Lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, edili, chimici, dei trasporti, del commercio e della comunicazione si fermeranno per 4 ore. Il settore dell'agroindustria incrocerà le braccia nell'ultima metà del turno, quello dei bancari nelle ultime due ore, mentre quelli dell'istruzione e del pubblico impiego svolgeranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro indossando rispettivamente un fiocco nero e il segno del lutto al braccio. Manifestazioni, presidi, sit-in e adunate.
Tra le tante grandi e piccole città italiane, anche Roma si appresta a vivere un venerdì impegnativo, con diverse zone della capitale che oggi saranno interessate da vari appuntamenti con l'obiettivo di dare il proprio sostegno a Gaza e alla Global Sumud Flotilla. In mattinata, alle 11:30, i promotori dello sciopero generale e della manifestazione romana si ritroveranno in piazza dei Cinquecento per presentare la giornata di lunedì.
La Cgil Roma e Lazio invece ha indetto invece uno sciopero regionale di 4 ore "da effettuarsi alla fine di ogni turno di lavoro per tutti i lavoratori dei settori privati", convocando poi un presidio alle 15 a piazza di Montecitorio, con altre sigle sindacali. Una mobilitazione, spiegano, che "nasce dall'urgenza di fermare l'invasione israeliana a Gaza e il genocidio del popolo palestinese". Fra gli aderenti, anche Emergency e Avs Roma e provincia.
Il cardinale Pizzaballa: "Non capisco come si possa tollerare quel che accade a Gaza"
"Credo che sia evidente, e non si può tacerlo. Ne pago le conseguenze e il prezzo, anche in termini di relazioni e di amicizie". Così il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini a Gerusalemme, riguardo alla sproporzione tra quanto accaduto il 7 ottobre e la risposta da parte di Israele.
"Sono affranto per tutto l'odio che questa situazione sta creando, allontanando ogni prospettiva futura di ricomposizione e di guarigione di queste ferite", afferma Pizzaballa parlando della situazione a Gaza. "Quanto sta accadendo è di una gravità enorme e non riesco a capirlo, se non ricorrendo a quelle che sono le logiche umane. Non riesco a capire come si possa tollerare una cosa del genere". "Non è tutto nero o bianco: questo è ovvio, è evidente che ci sono delle strumentalizzazioni, è evidente che Israele ha delle ragioni... Tuttavia non possono in alcun modo giustificare quello che accade a Gaza. Questo va detto".
Migliaia di persone a Firenze per “S.O.S. Palestina!”, i fondi a Medici senza Frontiere
"La situazione in Gaza e in Cisgiordania sta precipitando sempre di più. Ora c'è anche il black-out della rete, per nascondere i crimini di guerra dell'esercito israeliano. Stiamo assistendo in diretta a un massacro di civili inermi, di operatori umanitari, di giornalisti. Per questo chiediamo a gran voce: pace, pace, pace!". Con queste parole Piero Pelù ha aperto ieri sera “S.O.S. Palestina!”, il concerto-manifesto ospitato all'Anfiteatro delle Cascine di Firenze, già sold out da giorni, con oltre 2.500 persone e tante bandiere palestinesi.
Un evento nato per sostenere le attività umanitarie di Medici senza Frontiere in Palestina, e che ha riunito alcune delle voci più forti della musica italiana in una serata "intensa, partecipata, necessaria", da Roy Pace a Ginevra Di Marco, da Bandabardò agli Afterhours. "Chiediamo pace in Palestina, in Ucraina, in Sud-Sudan, in Congo, in Myanmar, in Yemen e negli altri 50 paesi del mondo", ha precisato il rocker fiorentino. Pierò Pelù ha parlato di genocidio, di responsabilità, di giustizia internazionale. "I criminali di guerra e i loro collusi devono essere consegnati alla Corte di giustizia dell'Aja prima possibile perchè non ci sarà mai un mondo giusto e in pace senza la giustizia ed il rispetto dei diritti umani da parte di tutti noi".
La catastrofe umanitaria nelle voci dei profughi, il racconto di Lucia Goracci
Un milione di sfollati, umanità in fuga
L'ambasciatore palestinese all'Onu: "2 milioni di persone pagano il prezzo del nostro fallimento"
"Gaza è la prova definitiva e due milioni di persone da due anni pagano il prezzo del nostro fallimento nel fermare la macchina di morte lanciata contro di loro. Non possiamo più deluderli". Lo ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryad Mansour al Consiglio di Sicurezza dopo il veto Usa alla risoluzione su Gaza.
"Israele non ha il diritto di massacrare i palestinesi. Israele non ha il diritto di commettere un genocidio. Israele non ha il diritto di commettere una pulizia etnica", ha detto ancora l'ambasciatore palestinese all'Onu. "Israele - ha sottolineato - non ha il diritto di affamare un popolo, e non ha il diritto di sfollare e spodestare una nazione".
Cina a Onu, Usa si allineino a comunita' internazionale
Il rappresentante cinese al Consiglio di sicurezza dell'Onu ha attaccato gli Stati Uniti per aver messo il veto alla bozza di risoluzione che chiedeva il cessate il fuoco a Gaza. "Siamo molto delusi", ha detto l'ambasciatore Fu Cong. "Non possiamo non chiederci - ha aggiunto - quante vite devono andare perse prima di raggiungere il cessate il fuoco. Noi speriamo che gli Stati Uniti possano allinearsi con la comunita' internazionale per lavorare allo stesso obiettivo".
Onu, a Gaza un milione di sfollati
L'Ufficio Onu per gli affari umanitari ha segnalato che le "ultime linee di sopravvivenza per i civili nella citta' di Gaza stanno crollando, in mezzo all'intensificarsi delle operazioni militari". "In soli cinque giorni - ha dichiarato il portavoce, Stephane Dujarric - undici strutture dell'Agenzia Onu per il soccorso e l'occupazione, che servivano come rifugi di emergenza per circa 11 mila persone a Gaza City, sono state danneggiate da colpi diretti o indiretti".
Il numero di sfollati all'interno della Striscia sta aumentando rapidamente, superando ormai il milione di persone dall'interruzione del cessate il fuoco a meta' marzo. Solo nell'ultimo mese, ha aggiunto Dujarric, sono stati registrati "circa 200 mila nuovi sfollati dal nord al sud di Gaza, di cui 56 mila solo da domenica, e questo fino a ieri". Gli sfollati dormono per strada o in tende di fortuna.
Veto USA a risoluzione ONU per la tregua a Gaza, 14 contro 1
Gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedeva un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza, insieme al rilascio degli ostaggi e alla rimozione delle restrizioni sugli aiuti umanitari. Il testo, presentato dai dieci membri non permanenti e approvato dagli altri 14 membri del Consiglio, è stato bloccato dal solo voto contrario americano, evidenziando ancora una volta l’isolamento di Washington su questo tema.
La risoluzione denunciava la situazione umanitaria a Gaza come “catastrofica”, esortando Israele a revocare immediatamente tutte le restrizioni alla consegna degli aiuti per i 2,1 milioni di palestinesi nel territorio e a garantirne una distribuzione sicura e senza ostacoli. Inoltre, il testo chiedeva il rilascio “incondizionato, dignitoso e immediato” degli ostaggi detenuti da Hamas. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno giustificato il veto sostenendo che la bozza non condannava adeguatamente Hamas e tracciava un “falso parallelo” tra Israele e il gruppo palestinese.“La guerra potrebbe finire oggi se Hamas rilasciasse gli ostaggi”, ha dichiarato una rappresentante USA al Palazzo di Vetro, sottolineando che il testo risultava inaccettabile per la mancata condanna esplicita di Hamas. La decisione ha riacceso le tensioni all’interno del Consiglio di Sicurezza, con gli Stati Uniti che si trovano isolati rispetto agli altri membri, tutti favorevoli alla risoluzione.Il veto riflette le divergenze persistenti sulla gestione del conflitto a Gaza, in un contesto di crescente pressione internazionale per affrontare la crisi umanitaria e trovare una soluzione al conflitto. La comunità internazionale rimane divisa, mentre la situazione a Gaza continua a deteriorarsi.
Macron, "Israele distrugge completamente la sua credibilità"
Israele sta "distruggendo completamente" la sua "immagine e credibilità" agli occhi dell'opinione pubblica mondiale, a causa delle vittime civili a Gaza. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista alla televisione israeliana Channel 12. "Israele ha ottenuto risultati unici in termini di sicurezza", "ma condurre questo tipo di operazione a Gaza è totalmente controproducente e, devo dire, è un fallimento", ha dichiarato il leader francese.
La guerra dentro Gaza, carri armati a vista e gente in fuga (Video)
La guerra dentro Gaza, carri armati a vista e gente in fuga
Monito di Hamas: "Gli ostaggi sono sparsi nei quartieri di Gaza, nessuno tornerà"
Hamas ha avvertito che gli ostaggi sono sparsi nei quartieri di Gaza City e che l'espansione dell'operazione militare israeliana in città implica che nessuno di loro verrà restituito dalla prigionia.
"Gaza non sarà un obiettivo facile per l'esercito e non ci preoccuperemo della vita degli ostaggi, finché Netanyahu decide di ucciderli", ha affermato il gruppo militante palestinese secondo quanto riporta Haaretz. "Il loro destino sara' lo stesso di Ron Arad", pilota israeliano abbattuto nei cieli del Libano nel 1986, fatto prigioniero da Amal e di cui non si è saputo più nulla. "L'inizio dell'operazione a Gaza City significa che il nemico non riavrà un solo ostaggio, vivo o morto", ha aggiunto Hamas, assicurando che "Israele sta entrando in una guerra di logoramento che gli costerà un ulteriore numero di morti e ostaggi".
4 soldati israeliani uccisi da un ordigno a Rafah
Quattro soldati israeliani sono stati uccisi e altri tre feriti in un'esplosione a Rafah, nel sud di Gaza. Lo ha annunciato l'esercito di Israele.
Fratoianni: Israele ci nega la possibilità di ingresso
L'ambasciata israeliana "ha comunicato a me e agli altri parlamentari di Avs che sono stati in missione in Cisgiordania, che il nostro status è stato revocato. 'E' cambiato per te - questo recita il messaggio - Nel nuovo stato è: negata la possibilità di ingresso in Israele". Lo ha detto il deputato di Avs, Nicola Fratoianni, segretario di Si, parlando con i giornalisti davanti alla Camera.
L'agenzia palestinese Wafa: ucciso a Gaza un cameramen della tv Al-Quds
Il fotoreporter palestinese Mohammed Alaa' Al-Sawalhi è stato ucciso in un attacco aereo israeliano sulla città di Gaza. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha espresso il suo cordoglio per la morte di al-Sawalhi, un cameraman della TV Al-Quds Al-Youm, ucciso a Gaza City in un attacco aereo israeliano.
Ada Colau: l'Italia firmi la dichiarazione contro gli attacchi alla Flotilla
I ministri degli Esteri della Spagna e di altri 15 Paesi hanno firmato una dichiarazione in cui riconoscono la Global Sumud Flotilla come missione umanitaria, affermano che ne condividono gli obiettivi e avvertono che nessuno può attaccare le imbarcazioni: “Chiediamo ai governi che non hanno firmato questa dichiarazione, come l’Italia, di farlo”, ha detto in un’intervista a LaPresse l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, che si trova a bordo della Global Sumud Flotilla.
“Ci sono tanti italiani che partecipano alla missione", e questa dichiarazione è “il minimo che si può fare”, ha affermato. Nella dichiarazione si dice che “si protegge la Flotilla come missione umanitaria, si chiede il rispetto del diritto internazionale e che non venga attaccata”, ha detto l’ex sindaca, “non capisco perché l’Italia o la Francia non l’abbiano firmata. Speriamo che lo facciano nei prossimi giorni”.
Tajani: aderiamo a dichiarazione Onu sullo Stato di Palestina
"Il 22 settembre a New York aderiremo con convinzione a una dichiarazione nell'ambito delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di costruire uno Stato palestinese e far cessare le ostilità". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri, nel corso di una iniziativa a Palermo, confermando l'adesione dell'Italia ad un percorso politico e diplomatico per la costruzione di uno Stato palestinese.
Oms, "ospedali di Gaza sull'orlo del collasso"
L'offensiva di terra di Israele nel nord di Gaza ha lasciato gli ospedali già sovraffollati "sull'orlo del collasso". Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, chiedendo la "fine di queste condizioni disumane".
"L'incursione militare e gli ordini di evacuazione nel nord di Gaza stanno provocando nuove ondate di sfollamenti, costringendo le famiglie traumatizzate a trasferirsi in un'area sempre più piccola e inadatta alla dignità umana", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus su X, avvertendo che "gli ospedali, già sovraffollati, sono sull'orlo del collasso, mentre l'escalation della violenza blocca l'accesso e impedisce all'Oms di consegnare forniture salvavita".
La Spagna apre un'inchiesta su presunti crimini di guerra a Gaza
Il procuratore generale dello Stato spagnolo, Alvaro Garcia Ortiz, ha autorizzato l'apertura di un'indagine preliminare sulle presunte "gravi violazioni del Diritto internazionale dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario" commessi dall'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. La decisione del PG è stata sollecitata dal capo della Procura per i Diritti umani e la Memoria Democratica, Dolores Delgado, che ha confermato l'apertura dell'indagine, in base al principio di giurisdizione universale, in dichiarazioni alla radio Cadena Ser.
Timida proposta di sanzioni Ue contro Israele, nel servizio del corrispondente da Bruxelles
Sanzioni contro Israele, il piccolo passo della UE
Smotrich rivela: "C'è la trattativa con gli americani per Eldorado Gaza"
Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha definito la Striscia di Gaza un ‘Eldorado immobiliare’, riferendosi al dibattito sul “giorno dopo” la guerra. Intervenendo al vertice sulla rigenerazione urbana organizzato dal Centro immobiliare e dal portale Madlan 2025, ha dichiarato che la ricostruzione della Striscia potrà trasformarsi in un investimento redditizio, rivelando di aver “già iniziato una trattativa con gli americani”.
Smotrich ha parlato di una visione “utopica” che circola anche nell'amministrazione Trump, descrivendola come un “business plan” costruito “dalle persone più professionali che ci siano”. Ha aggiunto che il progetto si trova ora sul tavolo del presidente degli Stati Uniti e che si sta verificando “come questa cosa diventa un Eldorado immobiliare, non sto scherzando, e si ripaga da sola”.
Commissione d'inchiesta indipendente ONU: "A Gaza c'è un genocidio in corso"
Commissione d'inchiesta indipendente ONU: "A Gaza c'è un genocidio in corso"
I numeri dello sterminio nella relazione di Francesca Albanese, ONU
Francesca Albanese, Onu: "65 mila morti accertati ma potrebbero essere molti di più"
Lussemburgo pronto a riconoscere stato Palestina all'Onu
Il Lussemburgo si unisce alla lista di paesi occidentali che intendono riconoscere lo Stato palestinese durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della prossima settimana. Lo scrive il Politico aggiungendo che il primo ministro lussemburghese Luc Frieden e il ministro degli Esteri Xavier Bettel hanno gia' resa nota la decisione in parlamento.