L’assalto notturno a Kiev
Nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2025, la capitale ucraina Kiev è stata teatro di uno dei più massicci attacchi aerei dell’intero conflitto. Secondo le autorità ucraine e diversi media internazionali, le forze russe hanno lanciato circa 430 droni e 18 missili, tra cui alcuni di tipo ipersonico, colpendo non solo la capitale ma anche le regioni di Kharkiv, Zaporizhzhia e Sumy. L’obiettivo principale sembra essere stato proprio Kiev, dove i raid hanno causato la morte di almeno sei persone e decine di feriti, tra cui donne incinte e bambini. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco “deliberatamente calcolato per causare il massimo danno alle infrastrutture civili e alla popolazione”. La risposta della difesa aerea ucraina è stata immediata e determinata: secondo il ministero della Difesa, sono stati abbattuti 419 droni su 430, un risultato che testimonia la crescente capacità di reazione delle forze ucraine nonostante la mole di mezzi impiegati da Mosca. Tuttavia, la potenza dell’attacco ha comunque provocato danni ingenti, con almeno 11 palazzi colpiti e diversi incendi scoppiati in vari quartieri della città. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito che i soccorritori hanno evacuato oltre 40 persone dagli edifici danneggiati, mentre i servizi di emergenza sono ancora al lavoro per valutare la situazione.
Le motivazioni e la strategia di Mosca
Mosca ha giustificato l’attacco come una risposta diretta ai raid ucraini sulle strutture energetiche russe, in particolare dopo che nei giorni precedenti l’Ucraina avrebbe colpito con missili di tipo “Long Neptune” obiettivi strategici sul territorio russo. Secondo il ministero della Difesa russo, l’obiettivo dei raid notturni era colpire il complesso militare-industriale e le infrastrutture energetiche ucraine, ma la scelta di Kiev come bersaglio principale lascia intendere una volontà di colpire il morale della popolazione e di dimostrare la capacità di Mosca di raggiungere il cuore del paese nemico. L’uso combinato di droni e missili ipersonici, come il Kinzhal, rappresenta una nuova fase della guerra, in cui la Russia cerca di sfruttare la sua superiorità tecnologica per superare le difese aeree ucraine. Tuttavia, la capacità di Kiev di abbattere la maggior parte dei droni dimostra che la guerra tecnologica è in continua evoluzione e che l’Ucraina sta ricevendo un supporto sempre più efficace dai suoi alleati occidentali.
L’impatto sulle regioni di confine
Oltre a Kiev, anche altre regioni sono state colpite durante la notte. Nella regione di Zaporizhzhia, gli attacchi hanno causato la morte di quattro persone, mentre a Kharkiv sono state uccise altre tre. Le autorità locali hanno riferito di danni ingenti alle infrastrutture e di un’ondata di panico tra la popolazione civile. In particolare, la regione di Sumy, al confine con la Russia, è stata colpita da missili, tra cui un presunto Zircon, un missile ipersonico di nuova generazione. L’uso di questo tipo di arma, se confermato, rappresenta un’escalation significativa della guerra e solleva nuove preoccupazioni sulla capacità di Mosca di colpire obiettivi strategici a grande distanza.
L’accerchiamento di Dimitrov e le prospettive future
Parallelamente agli attacchi aerei, la situazione sul fronte orientale continua a peggiorare per le forze ucraine. Secondo l’esperto militare russo Andrey Marochko, i soldati russi hanno concluso l’accerchiamento vicino a Dimitrov, nella regione di Donetsk, lasciando i militari ucraini completamente circondati e impossibilitati a lasciare la città. Questo sviluppo rappresenta una grave minaccia per le linee di rifornimento e di comunicazione ucraine, e potrebbe portare a una nuova fase di combattimenti intensi nelle prossime settimane. Nonostante le difficoltà, il presidente Zelensky ha annunciato che l’Ucraina riceverà presto nuovi sistemi di difesa aerea e aerei da combattimento dai suoi alleati, in particolare dalla Francia. Questi nuovi mezzi potrebbero cambiare l’equilibrio delle forze sul campo e offrire un nuovo margine di manovra alle forze ucraine, ma la situazione rimane estremamente fluida e incerta.
Le reazioni internazionali
La comunità internazionale ha espresso forte preoccupazione per l’escalation degli attacchi russi. Il portavoce dell’ONU, Stephane Dujarric, ha condannato fermamente gli attacchi missilistici e con droni su larga scala, sottolineando che hanno causato la morte di almeno sei persone a Kiev e due a Chornomorsk. La condanna è stata condivisa da diversi leader europei, che hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina e la necessità di intensificare le sanzioni contro la Russia.
