Lo scontro tra Report e il Garante
La trasmissione Report ha acceso i riflettori su una vicenda che coinvolge il Garante per la protezione dei dati personali, sollevando dubbi sulla trasparenza delle procedure e sull’eventuale danno erariale causato da una sanzione ridotta nei confronti di Meta. Il caso riguarda la prima versione degli smart glass, dispositivi che hanno sollevato forti preoccupazioni in materia di privacy. Secondo quanto ricostruito da Report, il Garante avrebbe inflitto una sanzione inizialmente molto elevata, per poi ridurla drasticamente dopo incontri tra membri dell’autorità e rappresentanti dell’azienda californiana. Questa sequenza di eventi ha alimentato polemiche e interrogativi su eventuali pressioni politiche e sull’efficacia delle sanzioni in materia di privacy.
Il caso degli smart glass
Gli smart glass, dispositivi indossabili dotati di telecamere e microfoni, sono stati al centro di un procedimento avviato dal Garante per la protezione dei dati personali nei confronti di Meta. L’istruttoria ha evidenziato gravi violazioni della normativa sulla privacy, con conseguenti proposte di sanzione da parte degli uffici dell’autorità. Inizialmente, la multa proposta era di 44 milioni di euro, cifra che rifletteva la gravità delle violazioni riscontrate. Tuttavia, dopo una serie di incontri tra il commissario Agostino Ghiglia e Angelo Mazzetti, responsabile istituzionale di Meta in Italia, la sanzione è stata ridotta a 12,5 milioni di euro. Successivamente, il Collegio del Garante ha ulteriormente abbassato la cifra a 1 milione di euro, suscitando perplessità tra esperti e osservatori.
Incontri e polemiche
La tempistica degli incontri tra Ghiglia e Mazzetti, avvenuti a metà ottobre 2024, coincide con la fase decisiva dell’istruttoria. Secondo Report, la riduzione della sanzione sarebbe stata influenzata da questi contatti, anche se sia Ghiglia che il presidente del Garante hanno smentito qualsiasi pressione o interferenza. La trasmissione ha mostrato immagini di Ghiglia mentre entra nella sede romana di Fratelli d’Italia, alimentando ulteriori speculazioni su eventuali pressioni politiche. Tuttavia, non sono emerse prove concrete di ingerenze, e l’autorità ha ribadito la correttezza delle proprie procedure. Nonostante le smentite, la vicenda ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle decisioni e sulla possibilità che le sanzioni possano essere modificate in seguito a incontri con le aziende coinvolte.
Danno erariale e responsabilità
La riduzione della sanzione da 44 milioni a 1 milione di euro ha portato alla luce il tema del danno erariale, ovvero il danno causato allo Stato per la mancata riscossione di una somma dovuta. Secondo alcuni esperti, la decisione del Garante potrebbe configurare una responsabilità amministrativa, soprattutto se si dimostrasse che la riduzione della sanzione è stata motivata da ragioni non tecniche o giuridiche. La questione è particolarmente delicata in un contesto in cui la tutela della privacy è sempre più centrale e le sanzioni devono essere proporzionate alla gravità delle violazioni. La vicenda solleva anche interrogativi sul ruolo delle autorità indipendenti e sulla loro capacità di resistere a pressioni esterne, siano esse politiche o di interesse economico.
Implicazioni per il futuro
Il caso degli smart glass e la vicenda della sanzione ridotta a Meta hanno implicazioni significative per il futuro della tutela della privacy in Italia. La trasparenza delle procedure e l’indipendenza delle autorità sono elementi fondamentali per garantire la fiducia dei cittadini e l’efficacia delle normative. La vicenda evidenzia la necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di rendicontazione, per evitare che decisioni importanti possano essere influenzate da incontri o pressioni esterne. Inoltre, il tema del danno erariale richiama l’attenzione sulla responsabilità delle autorità pubbliche e sull’importanza di garantire che le sanzioni siano effettivamente proporzionate e giustificate.
