Israele e Palestina: tensioni crescenti e nuovi sviluppi diplomatici

Pubblicato: 10/11/2025, 08:32:133 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Esteri
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Israele e Palestina: tensioni crescenti e nuovi sviluppi diplomatici

La situazione sul terreno: bilancio e tensioni

Negli ultimi giorni, il conflitto tra Israele e Palestina ha visto un aumento delle tensioni nonostante il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre 2025. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza ha superato i 69.000 morti, con oltre 170.000 feriti, dati che riflettono la gravità della crisi umanitaria in corso. L’esercito israeliano ha restituito i corpi di 15 palestinesi a Gaza, mentre Hamas ha consegnato la salma di un soldato israeliano, Hadar Goldin, ucciso durante la guerra del 2014, segnalando un tentativo di gestione delle conseguenze umane del conflitto. Tuttavia, le accuse reciproche di violazioni del cessate il fuoco continuano a minare la fragile tregua.

Pressioni internazionali e diplomazia in movimento

In questo contesto, la diplomazia internazionale si fa più intensa. Jared Kushner, inviato degli Stati Uniti e genero dell’ex presidente Donald Trump, è arrivato in Israele per incontri con il premier Benjamin Netanyahu, con l’obiettivo di discutere strategie per consolidare il cessate il fuoco e promuovere un piano di pace. Parallelamente, il presidente palestinese Abu Mazen ha incontrato in Italia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, segnalando un interesse europeo nel favorire un dialogo più costruttivo tra le parti.

La crisi umanitaria e le sfide per Gaza

La Striscia di Gaza rimane una delle aree più colpite, con una popolazione intrappolata tra distruzione, carenza di risorse e instabilità. Le organizzazioni umanitarie denunciano la mancanza di acqua potabile, cibo e assistenza medica adeguata. Emergency, tra le realtà impegnate sul campo, sottolinea come la situazione sia al limite della sopravvivenza umana, con migliaia di sfollati e infrastrutture sanitarie devastate. La riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso di aiuti umanitari sono condizioni imprescindibili per evitare un collasso totale.

La comunicazione e la percezione internazionale

Un aspetto meno visibile ma altrettanto cruciale riguarda la strategia comunicativa di Israele, che secondo analisti come Munir Dahir si trova in crisi profonda. Dopo due anni di conflitto, la cosiddetta hasbara, ovvero la diplomazia pubblica israeliana, ha subito un crollo di credibilità a livello internazionale, complici le immagini di distruzione e vittime civili che hanno dominato i media globali. Israele sta ora investendo ingenti risorse per migliorare la propria immagine, coinvolgendo influencer e celebrità arabe, ma la sfida resta ardua in un contesto mediatico dove l’emozione spesso prevale sulla logica.

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