Un’esperienza immersiva tra scienza e poesia
All’interno delle OGR di Torino, l’installazione di Laure Prouvost si rivela come un’esperienza che sfida la percezione tradizionale dell’arte. L’opera, intitolata *We Felt a Star Dying*, non si limita a essere un oggetto da osservare, ma si trasforma in un ambiente da vivere, da abitare con il corpo e con la mente. Il visitatore è invitato a sdraiarsi al centro di una grande scultura cinetica, circondato da suoni, luci e movimenti che evocano sia la vastità dell’universo che l’intimità di un pensiero interiore. Questa fusione tra dimensione cosmica e introspezione personale è il cuore dell’installazione, che si pone come un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la realtà. Laure Prouvost, artista francese nota per la sua ricerca tra linguaggio, immagine e spazio, ha sviluppato l’opera durante una serie di residenze di ricerca incentrate sui quantum computer. Questi macchinari, ancora in fase sperimentale, rappresentano il futuro della computazione e sono caratterizzati da una sensibilità estrema: bastano piccole interferenze per alterarne il funzionamento. È proprio questa fragilità, questa incertezza intrinseca, che ha affascinato l’artista e che ha deciso di tradurre in forma artistica. La scultura, in movimento costante, diventa metafora di un universo in divenire, dove ogni elemento è connesso e ogni azione può generare effetti imprevedibili.
La scienza come fonte di ispirazione
La collaborazione tra arte e scienza è uno dei tratti distintivi del lavoro di Prouvost. Nelle sue residenze di ricerca, l’artista ha avuto modo di confrontarsi con scienziati e tecnici impegnati nello sviluppo dei quantum computer, macchinari che operano secondo principi fisici radicalmente diversi rispetto ai computer tradizionali. Questi dispositivi, ancora in fase di sperimentazione, sono estremamente sensibili alle interferenze esterne, tanto da richiedere ambienti isolati e condizioni di temperatura prossime allo zero assoluto. È proprio questa vulnerabilità che Prouvost ha voluto trasporre nell’installazione: la scultura reagisce ai movimenti e alle presenze dei visitatori, creando un’esperienza unica e irripetibile per ciascuno. Secondo il curatore delle OGR, Samuele Piazza, l’opera di Prouvost non si limita a illustrare concetti scientifici, ma li trasforma in un’esperienza sensoriale e poetica. La scultura cinetica, con i suoi movimenti lenti e ritmici, evoca il battito di un cuore cosmico, mentre i suoni e le luci amplificano la sensazione di essere parte di un sistema più grande. L’installazione diventa così un luogo di riflessione, dove la scienza e la poesia si incontrano per offrire nuove chiavi di lettura della realtà.
Un’arte che coinvolge il corpo
Uno degli aspetti più innovativi dell’installazione è la sua dimensione partecipativa. Il visitatore non è un semplice spettatore, ma un attore attivo all’interno dell’opera. Sdraiandosi al centro della scultura, si diventa parte integrante del sistema, influenzando con la propria presenza il movimento e il suono dell’installazione. Questa scelta riflette la volontà di Prouvost di superare la distanza tra arte e pubblico, creando un’esperienza che coinvolge non solo la vista, ma anche il tatto, l’udito e persino il senso dell’equilibrio. L’opera invita a una riappropriazione del corpo in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dalla digitalizzazione. In un’epoca in cui la maggior parte delle esperienze avviene attraverso schermi e dispositivi, Prouvost ci ricorda l’importanza di vivere il presente con tutti i sensi, di sentire il proprio corpo come parte di un universo sconfinato. L’installazione diventa così un luogo di meditazione, dove il tempo sembra rallentare e la mente può abbandonarsi a pensieri e sensazioni che di solito vengono soppressi dalla frenesia quotidiana.
Un’opera che parla al futuro
L’installazione di Laure Prouvost alle OGR di Torino si inserisce in un contesto più ampio, quello dell’arte contemporanea che si confronta con le sfide del nostro tempo. In un mondo sempre più interconnesso e tecnologico, l’arte ha il compito di offrire nuove prospettive, di aprire spazi di riflessione e di immaginazione. L’opera di Prouvost, con la sua fusione tra scienza e poesia, tra tecnologia e corpo, rappresenta un esempio di come l’arte possa diventare un luogo di esplorazione e di scoperta. Laure Prouvost ci invita a guardare oltre le apparenze, a considerare la realtà come un sistema complesso e interconnesso, dove ogni elemento ha un ruolo e ogni azione può generare effetti imprevedibili. L’installazione, con la sua dimensione immersiva e partecipativa, ci ricorda che l’arte non è solo qualcosa da osservare, ma qualcosa da vivere, da sentire con tutto il corpo e con tutta la mente. In un mondo che spesso ci spinge a essere spettatori passivi, Prouvost ci offre un’esperienza che ci riporta al centro della scena, ci ricorda che siamo parte di un universo sconfinato e che ogni nostro gesto può avere un significato.
