Porno, accesso con verifica dell’età: come funziona, chi controlla e cosa cambia

Pubblicato: 03/11/2025, 20:29:035 min
Scritto da
Redazione
Categoria: Tecnologia
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Porno, accesso con verifica dell’età: come funziona, chi controlla e cosa cambia

Cosa cambia dal 12 novembre 2025

Dal 12 novembre 2025, in Italia, l’accesso ai siti che diffondono contenuti pornografici sarà possibile solo dopo aver dimostrato di essere maggiorenni. La novità, che riguarda sia le piattaforme internazionali più note – come Pornhub, YouPorn, Xvideos e OnlyFans – sia i portali minori, è stata introdotta dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con la delibera n. 96/25/CONS, che attua l’articolo 13-bis del decreto-legge 123/2023, meglio noto come “Decreto Caivano”. L’obiettivo dichiarato è proteggere i minori dall’esposizione a materiale considerato lesivo della loro dignità e del benessere psicofisico, ma la misura solleva domande su privacy, anonimato e funzionamento concreto del sistema. La nuova regola impone ai gestori dei siti di adottare sistemi di verifica dell’età affidabili, gestiti da soggetti terzi certificati. Non sarà più sufficiente dichiarare di essere maggiorenni: occorrerà superare un controllo effettivo, che dovrà essere ripetuto a ogni accesso o sessione. In caso di inadempienza, le sanzioni previste arrivano fino a 250.000 euro e, nei casi più gravi, al blocco dell’accesso dall’Italia.

Come funziona la verifica dell’età

Il meccanismo di controllo non sarà gestito direttamente dai siti pornografici, ma da enti terzi indipendenti e certificati. L’utente che tenta di accedere a un contenuto per adulti verrà reindirizzato a una piattaforma esterna, che verificherà l’età senza trasmettere al sito pornografico alcun dato personale. Su dispositivi mobili, potrebbe essere richiesto il download di un’app dedicata, sempre gestita da un soggetto terzo. Il principio guida è quello del doppio anonimato: chi verifica l’età non saprà a quale sito si accede, mentre il sito riceverà solo un codice che attesta la maggiore età, senza conoscere l’identità dell’utente. SPID, il sistema di identità digitale italiano, non sarà utilizzato per questo scopo, perché riservato ai servizi della Pubblica Amministrazione. Il nuovo sistema sarà invece sviluppato in linea con le indicazioni europee e le norme sulla privacy, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza e trasparenza. In futuro, la verifica dell’età potrebbe confluire nell’IT Wallet, il portafoglio digitale che ospita anche altri documenti ufficiali, ma senza condivisione di informazioni sensibili tra i diversi servizi.

Privacy e anonimato: quali garanzie?

Uno dei punti più delicati riguarda la tutela della privacy degli utenti adulti. Le nuove regole impongono soluzioni privacy-by-design e privacy-by-default, in linea con il GDPR: l’utente deve dimostrare solo di avere l’età richiesta, senza rivelare la propria identità al sito pornografico. È vietata la profilazione, la conservazione dei documenti di identità e il tracciamento della navigazione. Il sistema dovrà garantire la minimizzazione dei dati e la sicurezza end-to-end, con tecnologie che separino nettamente la prova di età dall’identità personale. L’Agcom, in collaborazione con il Garante per la Privacy e la Commissione europea, ha definito standard tecnici stringenti per assicurare che i dati sensibili non vengano trattati in modo improprio. L’applicazione di verifica sarà open source e tracciabile, quindi sottoponibile a controlli pubblici. Questo approccio risponde alle preoccupazioni sollevate da esperti e associazioni per i diritti digitali, che temevano l’introduzione di sistemi intrusivi o facilmente aggirabili.

Quali siti sono interessati e come si adegueranno

L’Agcom ha pubblicato una lista di 48 portali coinvolti, tra cui figurano i principali player globali del settore. Queste piattaforme, indipendentemente dalla loro sede legale, dovranno adeguarsi alle nuove regole se intendono continuare a operare in Italia. Il mancato rispetto dell’obbligo comporterà una diffida e, in caso di inottemperanza, sanzioni economiche e possibili blocchi. L’adeguamento richiederà un investimento tecnologico non indifferente: i siti dovranno integrare API per collegarsi ai servizi di verifica esterni, garantendo che il processo sia fluido e sicuro. Le soluzioni dovranno essere conformi agli standard fissati dall’Agcom e dovranno essere certificate da enti terzi. Per gli utenti, l’esperienza cambierà radicalmente: non sarà più possibile accedere ai contenuti con un semplice clic, ma sarà necessario superare un passaggio aggiuntivo di autenticazione anonima.

Dubbi aperti e prospettive future

Nonostante le rassicurazioni sulle garanzie di privacy, permangono dubbi sulla reale efficacia del sistema nel bloccare l’accesso ai minori. Esperti segnalano che i ragazzi potrebbero trovare modi per aggirare i controlli, ad esempio utilizzando dispositivi o account di adulti. Inoltre, la frammentazione delle normative a livello europeo potrebbe creare zone grigie, soprattutto per i siti con sede all’estero. Un altro aspetto critico riguarda l’equilibrio tra tutela dei minori e libertà digitale. Se da un lato la misura è giustificata dalla necessità di proteggere i più giovani, dall’altro rischia di introdurre barriere all’accesso a contenuti legali per gli adulti, con possibili ricadute sulla libertà di espressione e sulla neutralità della rete. Infine, resta da vedere come si evolverà il sistema nei prossimi anni. L’Agcom prevede che, entro il 2026, la verifica dell’età possa confluire nell’IT Wallet, ma senza che questo comporti la condivisione di dati sensibili tra servizi diversi. La sfida sarà mantenere un equilibrio tra sicurezza, privacy e usabilità, monitorando l’efficacia delle misure e intervenendo con aggiornamenti normativi se necessario.

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