Tragedia sul Gruppo dell’Ortles
La montagna non ha fatto sconti. Dopo ore di ricerche estenuanti, i soccorritori hanno rinvenuto i corpi dei due scialpinisti tedeschi dispersi sotto Cima Vertana, nel Gruppo dell’Ortles, in Alto Adige. Si tratta di un padre e della figlia diciassettenne, che si erano uniti a un gruppo di appassionati per una salita invernale. Con il loro ritrovamento, il bilancio della tragedia sale a cinque vittime, tutte di nazionalità tedesca. La valanga, staccatasi ieri pomeriggio sul versante nord della montagna, ha travolto la cordata mentre risaliva un canalino di neve tra le rocce, a circa 3.200 metri di quota. Le condizioni meteo avverse, con nebbia fitta e temperature in rapido cambiamento, hanno reso le operazioni di soccorso particolarmente complesse.
Le dinamiche dell’incidente
La slavina si è generata a causa di una combinazione di fattori meteorologici tipici dell’alta quota: la prima neve fresca della stagione, venti sostenuti e un repentino aumento delle temperature diurne rispetto a quelle notturne. Questi elementi hanno reso instabile il manto nevoso, favorendo il distacco di una massa compatta che ha investito gli scialpinisti mentre procedevano con ramponi e piccozze. Secondo gli esperti del Servizio Valanghe dell’Alto Adige, la zona era stata già segnalata come a rischio moderato, ma la rapidità con cui si sono modificate le condizioni ha colto di sorpresa anche gli alpinisti più esperti. La montagna in inverno può cambiare volto in poche ore, sottolineano i tecnici, e anche le previsioni più accurate non sempre bastano a prevenire il pericolo.
Le operazioni di soccorso
Le ricerche sono riprese all’alba, nonostante la nebbia persistente e il vento che hanno rallentato ogni movimento. Le squadre di soccorso, coordinate dal Soccorso Alpino Südtirol, sono state trasportate in elicottero fino a 2.600 metri, ma da lì hanno dovuto proseguire a piedi per circa due ore per raggiungere il luogo dell’incidente, a oltre 3.200 metri. L’uso di cani da valanga e di apparecchiature elettroniche per la ricerca delle vittime è stato fondamentale, ma le condizioni proibitive hanno reso impossibile qualsiasi intervento tempestivo. La tempestività dei soccorsi in alta quota dipende sempre dalle condizioni atmosferiche, spiegano i responsabili delle operazioni, e purtroppo questa volta la montagna non ci ha dato tregua.
Il contesto e le reazioni
La tragedia ha scosso profondamente la comunità di Solda, località turistica nota per le sue piste e per le escursioni in quota. Il sindaco ha espresso profondo cordoglio per le vittime e le loro famiglie, ricordando come la montagna sia un ambiente affascinante ma anche estremamente pericoloso, soprattutto in inverno. Anche le autorità tedesche hanno preso contatto con i soccorritori italiani per coordinare il rimpatrio delle salme e offrire supporto ai familiari. Intanto, gli esperti di sicurezza in montagna ribadiscono l’importanza di consultare sempre i bollettini valanghe, di dotarsi di apparecchiature di autosoccorso e di valutare con estrema attenzione le condizioni del manto nevoso prima di ogni escursione.
Prevenzione e consapevolezza
L’incidente riaccende il dibattito sulla sicurezza nello scialpinismo e sulle attività in ambiente innevato. Secondo il Club Alpino Italiano, la formazione e l’informazione sono strumenti fondamentali per ridurre i rischi, ma non possono eliminare completamente il pericolo in un ambiente così dinamico come la montagna invernale. Ogni uscita richiede una valutazione attenta e continua delle condizioni, sottolineano gli esperti, e la consapevolezza che anche le scelte più ponderate possono non bastare di fronte alla forza della natura. Le autorità locali stanno valutando l’introduzione di ulteriori misure di controllo e di informazione per i frequentatori della montagna, soprattutto nelle zone più esposte.
