La provocazione delle sorelle Delevingne
Le sorelle Cara, Poppy e Chloe Delevingne, note modelle, attrici e influencer internazionali, hanno scatenato una tempesta mediatica nel mondo delle bollicine con il loro slogan “Tradisci lo champagne, bevi prosecco”. Dal 2020, le tre britanniche producono a Treviso un prosecco vegano, puntando su una comunicazione audace che mette in competizione diretta il vino italiano con il simbolo francese per eccellenza. La scelta del messaggio non è casuale: vuole attirare l’attenzione di un pubblico giovane, cosmopolita e attento alla sostenibilità, ma ha anche sollevato le ire dei produttori d’Oltralpe. Il Comité Champagne, l’organismo che tutela e promuove lo champagne nel mondo, ha reagito con fermezza, accusando le Delevingne di sfruttare il prestigio del nome “champagne” per pubblicizzare il proprio prodotto. La difesa dell’origine e della reputazione dello champagne è una priorità assoluta per il Comité, che da decenni combatte contro ogni forma di appropriazione indebita del termine, protetto da normative europee e internazionali. Secondo fonti vicine al Comité, l’uso del termine in campagne comparative è considerato sleale e dannoso per l’immagine del prodotto francese.
Prosecco e champagne: due mondi a confronto
Il prosecco e lo champagne rappresentano due filosofie produttive e culturali profondamente diverse. Lo champagne nasce nella regione francese omonima, dove le uve, i metodi di vinificazione e persino le bottiglie sono rigidamente regolamentati. Il risultato è un vino dalle bollicine fini, complesso, spesso associato a occasioni speciali e a un’aura di esclusività. Il prosecco, invece, proviene principalmente dal Veneto, è prodotto con uve Glera e si distingue per la sua freschezza, immediatezza e accessibilità di prezzo. Negli ultimi anni, il prosecco ha conquistato mercati globali, diventando il vino spumante più venduto al mondo. Secondo i dati dell’Osservatorio del Prosecco Doc, nel 2023 le esportazioni hanno superato i 600 milioni di bottiglie, con una crescita costante soprattutto nei mercati anglosassoni. Questa ascesa ha inevitabilmente creato frizioni con la Francia, che vede nel prosecco un concorrente sempre più agguerrito, capace di attrarre anche consumatori tradizionalmente fedeli allo champagne.
La battaglia legale e di immagine
La reazione del Comité Champagne non è solo una questione di principio, ma anche una mossa strategica per proteggere un comparto che vale miliardi. Lo champagne è un prodotto di nicchia, con una produzione limitata e prezzi elevati, mentre il prosecco punta sul volume e sulla democratizzazione del consumo. La battaglia si gioca quindi su due fronti: quello legale, per la tutela del marchio, e quello dell’immagine, per preservare il valore simbolico dello champagne. Già in passato, il Comité ha intentato cause contro aziende e personaggi pubblici che hanno utilizzato il termine “champagne” in modo improprio. In questo caso, però, la provocazione arriva da volti noti del jet set internazionale, capaci di raggiungere milioni di follower sui social network. Le Delevingne, con il loro seguito e la loro visibilità, hanno amplificato il messaggio, trasformando una semplice campagna di marketing in un caso mediatico di portata globale. Dall’altra parte, i produttori di prosecco difendono la libertà di espressione e il diritto a confrontarsi sul mercato. Secondo Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela della Denominazione di Origine Controllata Prosecco Doc, “il prosecco non ha bisogno di sfruttare altri nomi per affermarsi, ma può competere grazie alla sua qualità e alla sua identità”. Zanette sottolinea come il successo del prosecco sia frutto di un lavoro decennale su innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione.
Impatto sul mercato e sulle tendenze di consumo
La polemica tra champagne e prosecco riflette un cambiamento più ampio nelle abitudini dei consumatori. I millennials e la Generazione Z cercano prodotti autentici, sostenibili e accessibili, spesso privilegiando esperienze di consumo informali rispetto ai rituali tradizionali. Il prosecco, con il suo carattere giovane e versatile, si adatta perfettamente a questa tendenza, mentre lo champagne deve bilanciare tradizione e innovazione per restare rilevante. Le Delevingne hanno saputo intercettare questo spirito del tempo, associando il loro prodotto a valori come la sostenibilità (il prosecco è vegano) e l’inclusività. La scelta di produrre in Italia, inoltre, rafforza l’appeal del “made in Italy” nel mondo, un brand riconosciuto e apprezzato a livello globale. La sfida per lo champagne è dimostrare che la sua unicità e il suo prestigio resistono anche in un mercato sempre più competitivo e segmentato.
Conclusioni: una guerra senza vincitori?
La controversia tra i produttori di champagne e le sorelle Delevingne è solo l’ultimo capitolo di una rivalità storica tra Francia e Italia nel settore delle bollicine. Da una parte, la Francia difende con orgoglio la sua eccellenza enologica, dall’altra l’Italia dimostra di saper innovare e conquistare nuovi mercati. Entrambi i prodotti hanno diritto a esistere e a crescere, purché nel rispetto delle regole e delle identità di ciascuno. Quello che emerge da questa vicenda è l’importanza della comunicazione nel mondo del vino: un messaggio azzardato può scatenare polemiche, ma anche accendere i riflettori su un intero settore. La vera sfida, per entrambe le parti, è continuar
