Un attacco letale in Oaxaca
Lilia Gema García Soto, sindaca di un comune nello stato di Oaxaca, è stata uccisa in un agguato che ha nuovamente scosso la politica messicana. L’omicidio, avvenuto in un contesto di crescente violenza contro i funzionari pubblici, è stato confermato dalla Procura Generale dello Stato di Oaxaca, che ha annunciato l’avvio di un’operazione per identificare e arrestare i responsabili. García Soto era nota per la sua determinazione nel voler rafforzare la presenza delle forze dell’ordine contro i cartelli della droga, una posizione che l’aveva resa bersaglio di minacce e intimidazioni. Il suo assassinio rappresenta il secondo omicidio di un sindaco nello stato di Oaxaca nel corso del 2025, dopo quello di Mario Hernández García, sindaco di Santiago Amoltepec, ucciso a maggio insieme a due collaboratori. La violenza contro i politici locali non è un fenomeno isolato, ma parte di una tendenza preoccupante che investe l’intero Paese. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite sugli omicidi del 2023, il Messico registra uno dei tassi di omicidio più alti al mondo, con la violenza legata ai cartelli della droga che rappresenta la principale causa. L’uccisione di García Soto si inserisce in questo contesto, dove la lotta contro il crimine organizzato spesso si trasforma in una battaglia per la sopravvivenza personale.
La strategia dei cartelli e la risposta delle istituzioni
I cartelli messicani, guidati da figure come Nemesio Oseguera, noto come “El Mencho”, hanno consolidato il loro potere attraverso una strategia basata sulla violenza e sulla corruzione. “El Mencho” è il capo del cartello Jalisco Nueva Generación, considerato il più forte a sud del Rio Bravo, e conta su migliaia di affiliati pronti a colpire chiunque si opponga ai loro interessi. La sua strategia, ispirata a Totò Riina e alla strategia violenta dei corleonesi, si basa sul principio del plomo mas que plata – piombo più che soldi – che prevede l’eliminazione fisica dei nemici piuttosto che la corruzione. La risposta delle istituzioni messicane è stata spesso inadeguata, con una lotta contro la criminalità organizzata che si è rivelata inefficace e talvolta complice. Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha più volte denunciato il predominio dei narcos, ma le misure adottate dal governo non sono riuscite a invertire la tendenza. La corruzione, diffusa a tutti i livelli della pubblica amministrazione, ha permesso ai cartelli di infiltrarsi nelle istituzioni e di neutralizzare chiunque tenti di contrastarli. La morte di García Soto è un esempio lampante di come la lotta contro i narcos possa costare la vita ai politici locali, che spesso si trovano soli di fronte a una minaccia organizzata e ben armata.
La violenza contro i funzionari pubblici
Negli ultimi anni, la violenza contro i funzionari pubblici in Messico è aumentata in modo preoccupante. Durante il ciclo elettorale dello scorso anno, sono stati uccisi più di 30 candidati a cariche comunali o statali, e il numero di omicidi di sindaci e politici locali continua a salire. L’assassinio di García Soto segue anche la violenza contro i funzionari pubblici nella capitale del Messico, dove il mese scorso sono stati uccisi la segretaria personale del sindaco di Città del Messico Clara Brugada, Ximena Guzmán, e il suo consigliere, José Muñoz. Si è trattato del peggior attacco degli ultimi anni contro i funzionari pubblici della capitale, che, pur essendo meno esposta rispetto ad altre regioni, non è immune dalla violenza legata ai cartelli. La situazione è particolarmente grave nelle regioni del sud del Paese, dove i cartelli hanno un controllo quasi totale del territorio. L’assassinio del sindaco di Chilpancingo, Alejandro Arcos Catalán, avvenuto a soli sei giorni dall’insediamento, è un altro esempio della brutalità con cui i narcos eliminano chiunque si opponga al loro potere. La violenza contro i politici locali non solo minaccia la sicurezza dei singoli, ma mette a rischio la stessa democrazia messicana, che si trova sempre più in balia dei criminali organizzati.
Il futuro della lotta contro i narcos
La morte di García Soto solleva interrogativi fondamentali sulla capacità dello Stato messicano di contrastare la violenza dei cartelli della droga. La corruzione, la mancanza di risorse e la complicità di alcuni settori delle forze dell’ordine rendono difficile una risposta efficace. La lotta contro i narcos richiede una strategia complessiva, che includa non solo l’azione delle forze dell’ordine, ma anche la riforma delle istituzioni e la lotta alla corruzione. Solo così sarà possibile proteggere i politici locali e garantire la sicurezza dei cittadini. La comunità internazionale ha più volte espresso preoccupazione per la situazione in Messico, ma le soluzioni non possono venire solo dall’esterno. È necessario un impegno concreto da parte delle autorità messicane, che devono dimostrare la volontà di affrontare il problema alla radice. La memoria di García Soto e degli altri politici uccisi deve essere un monito per tutti coloro che hanno il compito di governare e proteggere il Paese.
