Una denuncia che scuote il cast di Stranger Things
La notizia ha colpito come un fulmine a ciel sereno il mondo dello spettacolo: Millie Bobby Brown, volto noto della serie Netflix *Stranger Things*, ha presentato una denuncia formale contro il collega David Harbour. Le accuse riguardano comportamenti di bullying e harassment avvenuti sul set durante la produzione dell’ultima stagione della serie. Secondo quanto riportato da fonti vicine alla produzione, la denuncia sarebbe stata depositata prima dell’inizio delle riprese della quinta stagione, e avrebbe contenuto “pagine e pagine di accuse” dettagliate. L’episodio ha scosso l’atmosfera già carica di aspettative per il finale della serie, che rappresenta un momento cruciale per il franchise e per i suoi interpreti.
Il contesto delle accuse
Le fonti consultate indicano che le accuse di Millie Bobby Brown non riguardano episodi di natura sessuale, ma si concentrano su comportamenti ripetuti di bullismo e molestia psicologica. La giovane attrice, che interpreta il personaggio di Eleven, avrebbe denunciato atteggiamenti intimidatori e commenti offensivi da parte di David Harbour, che nel cast interpreta Jim Hopper, figura paterna del suo personaggio. Secondo quanto riferito da Radar Online, la denuncia sarebbe stata accompagnata da una documentazione dettagliata, che avrebbe portato Netflix a lanciare un’indagine interna. L’indagine, secondo le stesse fonti, si sarebbe protratta per diversi mesi, coinvolgendo sia la produzione che la direzione della piattaforma. Nonostante la gravità delle accuse, né Netflix né i diretti interessati hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. La piattaforma ha preferito mantenere il silenzio, limitandosi a confermare che “tutte le segnalazioni vengono prese sul serio e investigate con la massima attenzione”. Questo atteggiamento rispecchia la politica aziendale di gestire le questioni interne con discrezione, soprattutto in contesti così delicati e mediatici.
Impatto sul cast e sulla produzione
L’indagine interna ha inevitabilmente inciso sull’atmosfera di lavoro sul set. La tensione tra i membri del cast, già provata dal peso emotivo del finale della serie, si è ulteriormente acuita. Secondo alcune testimonianze raccolte da fonti vicine alla produzione, alcuni membri del team avrebbero notato un cambiamento nell’interazione tra Millie Bobby Brown e David Harbour, con una distanza crescente e una comunicazione limitata. La situazione ha sollevato interrogativi anche sulle dinamiche di potere all’interno del cast, soprattutto in un contesto dove le differenze di età e di esperienza possono influenzare le relazioni professionali. Nonostante le accuse, la produzione è proseguita, con la piattaforma che ha dichiarato di voler “proteggere la sicurezza e il benessere di tutti i membri del cast e della troupe”. Tuttavia, la vicenda ha acceso un dibattito più ampio sulle responsabilità delle aziende di intrattenimento nel garantire ambienti di lavoro rispettosi e inclusivi, soprattutto quando si tratta di giovani interpreti che crescono sotto i riflettori.
Reazioni e conseguenze
La notizia ha suscitato reazioni contrastanti tra fan e addetti ai lavori. Da un lato, molti hanno espresso solidarietà a Millie Bobby Brown, sottolineando l’importanza di denunciare comportamenti inaccettabili anche in contesti di grande visibilità. Dall’altro, c’è chi ha espresso perplessità sulla tempistica della denuncia, che arriva proprio nel momento clou della serie, e sulla mancanza di dettagli pubblici. Alcuni esperti di diritto del lavoro hanno sottolineato che la riservatezza delle indagini interne è una prassi comune, ma che la trasparenza è fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico. La vicenda solleva anche questioni più ampie sulle dinamiche di potere e sulle responsabilità delle aziende di intrattenimento. In un settore dove le carriere possono essere influenzate da relazioni personali e professionali, la gestione di casi come questo diventa cruciale per la reputazione delle produzioni e per la tutela dei lavoratori.
