Villa di Garlasco, ancora di Elisabetta

Pubblicato: 31/10/2025, 12:14:264 min
Scritto da
Redazione
Categoria: News
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Villa di Garlasco, ancora di Elisabetta

La casa che non si è mai venduta

La villa di via Carducci a Garlasco, luogo simbolo di una vicenda giudiziaria che ha tenuto banco per anni, è ancora di proprietà di Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi. Nonostante le numerose voci e le dichiarazioni di vendita circolate negli anni, le mura che hanno visto crescere Alberto e che sono state al centro di un processo mediatico senza precedenti non sono mai state trasferite a nuovi proprietari. La famiglia Stasi, trasferitasi a Garlasco da Liscate circa venticinque anni fa, ha sempre mantenuto la residenza come bene di famiglia, nonostante le difficoltà legate al caso Chiara Poggi e alle conseguenti pressioni sociali e legali. La decisione di non vendere la villa, nonostante le intenzioni espresse in passato, è stata confermata da fonti vicine alla famiglia e da documenti pubblici. Nel 2009, dopo la condanna di Alberto Stasi, i genitori avevano manifestato la volontà di lasciare Garlasco, ma la transazione non si è mai concretizzata. Nel 2016, la proprietà era stata inserita su un noto portale immobiliare a 610 mila euro, ma nessun acquirente si è mai fatto avanti. La casa, con le finestre sempre chiuse e il giardino incolto, appare oggi come un luogo sospeso nel tempo, testimone di una storia che non si è ancora conclusa.

La vendita della licenza, non delle mura

Se la villa è rimasta in mano alla famiglia, ciò che è stato effettivamente venduto è la licenza del negozio di autoricambi che era gestito dal padre di Alberto, Nicola Stasi, scomparso nel 2013. La cessione della licenza commerciale ha permesso alla famiglia di liquidare un’attività che non poteva più essere portata avanti, ma non ha comportato la vendita dell’immobile. Questo dettaglio è stato spesso trascurato dai media, che hanno parlato genericamente di “vendita della casa”, creando confusione tra il patrimonio immobiliare e quello commerciale. La distinzione è importante: la famiglia ha mantenuto la proprietà della villa, mentre ha ceduto solo il diritto di esercizio commerciale. Questo passaggio ha permesso di ottenere liquidità senza dover abbandonare la casa, che rimane l’unico bene stabile di una famiglia segnata da eventi drammatici e da una lunga battaglia legale. La scelta di non vendere la villa potrebbe essere legata anche a motivi affettivi, oltre che pratici: la casa rappresenta un legame con il passato, con la vita di Alberto prima del processo e con la memoria del padre.

Un’ipoteca e una storia che non si chiude

Nel 2019, sulla villa è stata accesa un’ipoteca da parte di Banca Creval per un mutuo non saldato. Questo dettaglio, emerso da documenti pubblici, conferma che la proprietà è ancora attiva e che la famiglia è ancora legata all’immobile attraverso obbligazioni finanziarie. La presenza dell’ipoteca non ha impedito la conservazione della casa, ma ha reso più complessa la possibilità di una futura vendita, soprattutto in un mercato immobiliare già difficile come quello di Garlasco. La villa, con le sue finestre serrate e il giardino incolto, è diventata negli anni un simbolo di una storia che non si è mai chiusa. Per molti abitanti del paese, la casa è un ricordo costante di quanto accaduto, ma per la famiglia Stasi rappresenta qualcosa di più: un luogo di appartenenza, di memoria e di resistenza. Se Alberto Stasi dovesse uscire dal carcere, per fine pena o per una revisione del processo, ritroverebbe ancora la casa dove ha vissuto da adolescente, dove ha trascorso gli anni della sua formazione e dove ha costruito i suoi ricordi più intimi.

La casa come simbolo di una famiglia

La decisione di mantenere la villa, nonostante le difficoltà e le pressioni, racconta una storia di resilienza e di attaccamento ai propri affetti. La famiglia Stasi ha vissuto anni di isolamento, di giudizi e di sofferenza, ma non ha mai rinunciato al legame con la propria casa. La villa di Garlasco è oggi più di un semplice immobile: è un simbolo di una famiglia che ha resistito alle avversità, che ha mantenuto la propria identità e che ha scelto di non cancellare il passato. La vicenda della villa di via Carducci è un esempio di come i beni immobili possano assumere un valore che va oltre il loro prezzo di mercato. Per la famiglia Stasi, la casa è un luogo di memoria, di affetti e di speranza, un punto fermo in una storia segnata da eventi drammatici e da una lunga battaglia legale. La scelta di non vendere la villa, nonostante le difficoltà, racconta una storia di attaccamento ai propri affetti e di resistenza di fronte alle avversità.

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