Trump rivendica la vittoria sulle “bufale” del climate change dopo le parole di Bill Gates

Pubblicato: 30/10/2025, 09:52:565 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Trump rivendica la vittoria sulle “bufale” del climate change dopo le parole di Bill Gates

Trump e la guerra alle “bufale” climatiche

In un post pubblicato sul social Truth, l’ex presidente statunitense Donald Trump ha affermato di aver vinto quella che definisce la “guerra contro le bufale sul cambiamento climatico”. Secondo Trump, la svolta sarebbe arrivata dopo le dichiarazioni di Bill Gates, miliardario e filantropo noto per il suo impegno nelle politiche green, che avrebbe ammesso di essersi “completamente sbagliato” sulla questione. “Io (NOI!) abbiamo appena vinto la guerra alla bufala del cambiamento climatico. Bill Gates ha finalmente ammesso di essersi completamente SBAGLIATO sulla questione. Ci è voluto coraggio per farlo, e per questo gli siamo tutti grati”, ha scritto Trump, sottolineando la presunta ritrattazione di uno dei più influenti sostenitori della lotta al riscaldamento globale. La posizione di Trump riflette una visione consolidata nel dibattito politico statunitense, dove la negazione o la minimizzazione del cambiamento climatico è diventata una bandiera per una parte significativa dell’elettorato conservatore. Tuttavia, l’interpretazione delle parole di Gates fornita da Trump appare forzata e distante dal contesto reale delle dichiarazioni del filantropo.

Il contesto delle dichiarazioni di Bill Gates

Bill Gates, cofondatore di Microsoft e oggi tra i principali finanziatori della ricerca scientifica e delle iniziative per la sostenibilità ambientale, ha effettivamente rilasciato recenti dichiarazioni sul tema del cambiamento climatico. In un’intervista pubblicata dal New York Times, Gates ha affermato che, sebbene il riscaldamento globale sia una minaccia reale e urgente, non porterà alla “fine della civiltà” come spesso paventato da alcuni scenari apocalittici. Gates ha sottolineato l’importanza di affrontare la crisi climatica con pragmatismo, investendo in innovazione tecnologica e politiche pubbliche efficaci, ma senza cadere nel catastrofismo. Queste parole sono state rapidamente strumentalizzate da alcuni settori dell’opinione pubblica, tra cui Trump, per sostenere che anche i più convinti ambientalisti stiano ammettendo l’esagerazione dei rischi legati al climate change. In realtà, Gates non ha mai messo in dubbio la gravità del fenomeno, né ha ritrattato il suo impegno nella lotta al riscaldamento globale. Al contrario, ha ribadito la necessità di agire con determinazione, pur evitando toni allarmistici che possano generare rassegnazione o disimpegno.

La reazione della comunità scientifica

La comunità scientifica internazionale, rappresentata da organismi come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e la NASA, continua a considerare il cambiamento climatico una delle maggiori sfide del nostro tempo. I rapporti dell’IPCC, basati su migliaia di studi peer-reviewed, confermano che le attività umane sono la principale causa del riscaldamento globale osservato negli ultimi decenni. Le conseguenze, che includono l’aumento delle temperature medie, l’innalzamento del livello dei mari, la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi e la perdita di biodiversità, sono già visibili in molte regioni del pianeta. La posizione di Trump, che equipara le preoccupazioni scientifiche a semplici “bufale”, si scontra dunque con un consenso pressoché unanime tra gli esperti. Anche organizzazioni come la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense forniscono dati che confermano la tendenza al riscaldamento e le sue cause antropiche. Sminuire la portata del problema climatico, soprattutto in un momento in cui gli effetti diventano sempre più tangibili, rischia di rallentare gli sforzi globali per mitigare i danni e adattarsi ai cambiamenti in corso.

Implicazioni politiche e sociali

Le dichiarazioni di Trump non sono solo una questione di dibattito scientifico, ma hanno rilevanti implicazioni politiche e sociali. Negli Stati Uniti, la polarizzazione sul tema del climate change riflette divisioni più ampie tra progressisti e conservatori, tra chi chiede interventi decisi per la transizione ecologica e chi invece teme ripercussioni economiche e perdita di sovranità nazionale. La strumentalizzazione delle parole di Gates da parte di Trump può essere letta come un tentativo di legittimare posizioni scettiche, offrendo una presunta “riabilitazione” da parte di una figura rispettata anche negli ambienti liberal. Tuttavia, questa strategia rischia di alimentare confusione e disinformazione, soprattutto tra i cittadini meno informati. La comunicazione scientifica richiede chiarezza e responsabilità, perché le scelte individuali e collettive dipendono dalla corretta comprensione dei rischi e delle opportunità. Ridurre il dibattito a una contrapposizione tra “catastrofisti” e “negazionisti” non aiuta a trovare soluzioni concrete, ma anzi ostacola il dialogo necessario per affrontare una crisi complessa e multidimensionale.

Conclusioni: tra realtà scientifica e narrazione politica

La vicenda sollevata da Trump dimostra quanto il tema del cambiamento climatico sia diventato terreno di scontro ideologico, oltre che scientifico. Mentre la comunità internazionale lavora per trovare risposte efficaci alla crisi climatica, le dichiarazioni di leader politici come Trump rischiano di distogliere l’attenzione dai dati concreti e dalle soluzioni possibili. Bill Gates, dal canto suo, ha ribadito l’importanza di un approccio razionale e ottimista, senza negare la gravità della situazione. La sfida del nostro tempo non è scegliere tra catastrofismo e negazionismo, ma costruire una risposta collettiva basata su evidenze scientifiche, innovazione tecnologica e cooperazione internazionale. Solo così sarà possibile affrontare davvero il cambiamento climatico, superando le strumentalizzazioni e le semplifi

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