Bloccati i conti a Frédéric Baldan, autore di “Ursula Gates”: un caso che fa discutere

Pubblicato: 29/10/2025, 11:26:235 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
Condividi:
#baldan #trasparenza #liberta #libro #espressione #sistema #europee #vicenda
Bloccati i conti a Frédéric Baldan, autore di “Ursula Gates”: un caso che fa discutere

Un ex lobbista sotto attacco

Frédéric Baldan, ex lobbista belga noto per le sue denunce contro il sistema delle lobby farmaceutiche europee, si trova oggi al centro di una vicenda che solleva interrogativi profondi sul rapporto tra potere, trasparenza e libertà di espressione. Dopo la pubblicazione del libro “Ursula Gates”, in cui Baldan ha ricostruito con dovizia di particolari le dinamiche opache tra la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i grandi gruppi industriali del settore farmaceutico, la sua vita è stata travolta da una serie di eventi che molti osservatori definiscono “inquietanti”. In poche settimane, gli sono stati chiusi tutti i conti bancari personali, quelli della moglie e del figlio, e perfino quelli della casa editrice che aveva pubblicato il volume. Un’azione coordinata, senza precedenti nella sua carriera, che ha colpito non solo lui ma anche la sua famiglia e i suoi collaboratori. La tempistica di queste chiusure, avvenute a ridosso della pubblicazione del libro, ha alimentato sospetti e dibattiti. Baldan era cliente delle banche coinvolte da oltre un decennio, senza che fossero mai emersi problemi o segnalazioni. Le comunicazioni ricevute dagli istituti sono state generiche, senza fornire motivazioni dettagliate o riferimenti a violazioni specifiche. Questa mancanza di trasparenza ha spinto molti a chiedersi se si tratti di una rappresaglia istituzionale, un monito per chi osa sfidare il potere costituito.

Il libro che ha scosso Bruxelles

“Ursula Gates” non è un semplice pamphlet, ma un’inchiesta documentata che punta il dito contro il sistema delle lobby a Bruxelles, con particolare attenzione al settore farmaceutico. Baldan, grazie alla sua esperienza diretta nel mondo della rappresentanza di interessi, ha ricostruito reti di influenza, incontri riservati e decisioni che hanno avuto un impatto concreto sulla vita di milioni di cittadini europei. Il libro ha avuto un’eco notevole, soprattutto tra chi critica la mancanza di trasparenza nelle istituzioni comunitarie e il ruolo eccessivo delle grandi corporation nella definizione delle politiche pubbliche. Secondo fonti vicine all’autore, la pubblicazione ha suscitato reazioni immediate nei corridoi del potere. Non è la prima volta che un whistleblower o un critico del sistema viene colpito da misure amministrative o legali, ma la rapidità e l’ampiezza delle azioni contro Baldan hanno pochi precedenti. La casa editrice che ha pubblicato il libro ha visto anch’essa i propri conti bloccati, in un’azione che sembra voler colpire non solo l’autore, ma anche chi gli dà voce.

Le reazioni della società civile e degli esperti

La vicenda ha attirato l’attenzione di organizzazioni per la libertà di stampa e di esperti di diritto finanziario. Reporters Without Borders, in una nota ufficiale, ha espresso preoccupazione per il possibile uso strumentale delle norme antiriciclaggio e di compliance bancaria per colpire critici scomodi. Secondo l’organizzazione, se confermato, questo caso rappresenterebbe un pericoloso precedente per la libertà di espressione in Europa. Anche Transparency International EU, che monitora i conflitti di interesse e la trasparenza nelle istituzioni europee, ha sottolineato la necessità di indagare a fondo sulle motivazioni reali dietro il blocco dei conti. Secondo loro, le banche hanno il dovere di agire in modo trasparente e proporzionato, soprattutto quando le misure adottate coinvolgono persone impegnate in attività di pubblica denuncia. Dall’altro lato, alcuni esperti di compliance bancaria intervistati dal Financial Times ricordano che le banche europee sono tenute a rispettare normative molto stringenti in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo. Tuttavia, sottolineano che queste norme non devono diventare un pretesto per azioni punitive o per limitare la libertà di espressione. La mancanza di chiarezza nelle comunicazioni agli utenti è un elemento che desta preoccupazione e che meriterebbe un’indagine indipendente.

Un monito per chi osa sfidare il potere?

La vicenda di Frédéric Baldan solleva interrogativi che vanno oltre il caso specifico. Se da un lato è legittimo chiedersi se si tratti di una semplice coincidenza, dall’altro il sospetto che si possa trattare di un esempio punitivo è difficile da scacciare. In un’Europa che si professa campione di democrazia e diritti fondamentali, episodi del genere rischiano di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel sistema bancario. La storia insegna che punirne uno per educarne cento è una strategia antica, ma ancora efficace. Colpire un critico con misure amministrative, senza un processo pubblico e trasparente, può avere un effetto deterrente su chiunque voglia denunciare abusi o conflitti di interesse. Questo rischio è particolarmente grave in un contesto come quello europeo, dove il ruolo delle lobby è spesso opaco e poco controllato. La vicenda di Baldan potrebbe quindi diventare un caso simbolo, non solo per chi si occupa di trasparenza e anticorruzione, ma per tutti coloro che credono nel valore della libertà di espressione come pilastro della democrazia. La risposta delle istituzioni europee e delle autorità di vigilanza bancaria sarà cruciale per capire se siamo di fronte a un abuso di potere o a una semplice applicazione delle regole.

Questo articolo è stato scritto utilizzando le seguenti fonti:

Commenti

Caricamento commenti…