Garlasco, al setaccio pc e smartphone dell'ex pm Mario Venditti: cosa cercano gli inquirenti?

Pubblicato: 28/10/2025, 09:39:353 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Garlasco, al setaccio pc e smartphone dell'ex pm Mario Venditti: cosa cercano gli inquirenti?

Nuovo sequestro e indagine parallela

Nelle ultime ore, la Procura di Brescia ha disposto un nuovo sequestro dei dispositivi informatici di Mario Venditti, ex pubblico ministero di Pavia. L’operazione riguarda pc, smartphone e altri supporti digitali di proprietà dell’ex pm, al centro di un’inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Questa indagine si sviluppa parallelamente a quella sull’omicidio di Chiara Poggi, caso che ha visto coinvolto Andrea Sempio, figura chiave anche nel procedimento contro Venditti. Gli inquirenti ritengono che all’interno dei dispositivi sequestrati possano esserci elementi probatori decisivi, in particolare dati, messaggi e documenti che attesterebbero versamenti di denaro da parte di Sempio, dei suoi familiari o di terzi a favore di Venditti. La nuova confisca segue l’annullamento del primo sequestro da parte del Tribunale del Riesame, che aveva sollevato questioni di natura formale, ma non ha fermato la Procura, convinta dell’importanza di questa fase investigativa.

Cosa cercano gli inquirenti nei dispositivi

L’analisi dei dispositivi digitali di Venditti è considerata cruciale per ricostruire i rapporti tra l’ex pm, la famiglia Sempio e alcuni membri della squadra di polizia giudiziaria di Pavia. L’arco temporale preso in esame va dal 2014 al 2017, un periodo che coincide con le prime indagini su Andrea Sempio, la cui posizione fu archiviata dal gip Fabio Lambertucci su richiesta dello stesso Venditti. Gli investigatori puntano a individuare tracce di comunicazioni sospette, transazioni finanziarie e documenti che possano confermare l’ipotesi di corruzione. In particolare, si cercano prove di accordi illeciti o pressioni esercitate per influenzare l’esito delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. La presenza di messaggi criptati o di file cancellati potrebbe fornire ulteriori elementi per chiarire la natura dei rapporti tra le parti coinvolte.

Implicazioni per il caso Chiara Poggi

Il sequestro dei dispositivi di Venditti assume un rilievo particolare perché si inserisce in un contesto giudiziario già complesso e delicato. L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, ha visto nel corso degli anni numerosi sviluppi e controversie, con diverse piste investigative e processuali. La posizione di Andrea Sempio, inizialmente indagato e poi archiviato, è tornata al centro dell’attenzione proprio in relazione alle nuove accuse mosse contro Venditti. Secondo fonti investigative riportate da LaPresse, la Procura di Brescia ritiene che la corruzione contestata possa aver influito sulle indagini originarie, compromettendo la ricerca della verità. Se confermate, queste ipotesi potrebbero aprire nuovi scenari processuali e mettere in discussione alcune decisioni prese in passato. L’esito dell’analisi dei dispositivi digitali sarà quindi determinante per valutare la fondatezza delle accuse e per eventuali sviluppi futuri.

La strategia degli inquirenti e le reazioni

Nonostante il primo sequestro fosse stato annullato per motivi formali, la Procura ha deciso di procedere con una seconda confisca, segno della determinazione degli inquirenti nel voler approfondire ogni possibile pista. L’attenzione si concentra soprattutto sulla capacità tecnica di recuperare dati cancellati o nascosti, un’operazione che richiede competenze specialistiche e strumenti avanzati. Dal punto di vista legale, l’ex pm Venditti si trova ora a dover affrontare un quadro accusatorio più complesso, che potrebbe influire anche sulla sua carriera e reputazione. Le difese, al momento, mantengono la linea della presunzione di innocenza, sottolineando l’importanza di un’indagine trasparente e rigorosa. Il caso ha suscitato interesse anche tra gli esperti di diritto e cronaca giudiziaria, che osservano con attenzione le evoluzioni di questa fase investigativa. La combinazione tra tecnologia forense e indagini tradizionali rappresenta un esempio significativo di come la giustizia moderna si avvalga di strumenti sempre più sofisticati per garantire l’efficacia delle indagini.

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