Città sottomesse a maranza e baby gang: la resa dello Stato

Pubblicato: 28/10/2025, 11:31:373 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
Condividi:
#senza #sociale #citta #disagio #spesso #fenomeno #maranza baby gang
Città sottomesse a maranza e baby gang: la resa dello Stato

La nuova emergenza urbana

In molte città italiane si sta diffondendo un fenomeno inquietante che mina la sicurezza e la convivenza civile: la crescita incontrollata di gruppi giovanili violenti, noti come maranza e baby gang. Questi gruppi non sono semplici espressioni di disagio sociale, ma vere e proprie organizzazioni che impongono la loro legge nelle strade, seminando paura e insicurezza. La cronaca quotidiana è costellata di episodi di aggressioni, scippi e vandalismi che coinvolgono spesso vittime innocenti, trasformando interi quartieri in zone di conflitto permanente. Secondo il sociologo Francesco Carchedi, esperto di fenomeni giovanili, il problema nasce da una combinazione di fattori: la mancanza di politiche efficaci di prevenzione, l’assenza di un sistema educativo capace di intercettare i segnali di disagio e un approccio istituzionale troppo indulgente che alimenta un senso di impunità. Questa realtà è il risultato di anni di lassismo e di un’attenzione insufficiente alle dinamiche sociali che generano queste forme di devianza.

Il ruolo dello Stato e delle istituzioni

La risposta delle istituzioni appare spesso insufficiente e frammentata. Le forze dell’ordine si trovano a dover fronteggiare una criminalità giovanile che si muove con rapidità e organizzazione, ma senza un adeguato supporto legislativo e risorse adeguate. Il sistema giudiziario, inoltre, tende a trattare questi giovani come semplici “vittime del disagio”, senza riconoscere la gravità delle loro azioni e senza applicare misure deterrenti efficaci. L’analisi del criminologo Giovanni Fiandaca sottolinea come la politica italiana sia rimasta intrappolata in un dibattito sterile tra buonismo e repressione, senza mai trovare un equilibrio concreto. La mancanza di una strategia chiara ha permesso a queste bande di crescere indisturbate, trasformando le città in territori di conquista per chi sfida apertamente la legge.

La cultura della violenza e l’influenza dei social

Un elemento che contribuisce alla diffusione di questo fenomeno è la cultura mediatica e social che glorifica la figura del “delinquente di quartiere”. Piattaforme come TikTok e Instagram diventano vetrine per esibire atti di violenza e arroganza, alimentando un circolo vizioso di emulazione e ricerca di notorietà. I maranza, spesso giovanissimi, si identificano in modelli di comportamento che premiano la prepotenza e il dominio territoriale, in un contesto dove la legalità viene percepita come un ostacolo da superare con la forza. La psicologa sociale Maria Luisa Furfaro evidenzia come questa dinamica sia aggravata dall’assenza di punti di riferimento positivi e di opportunità reali per i giovani. Il mito del potere facile e della ribellione senza regole si sostituisce a valori di responsabilità e rispetto, creando una generazione che vive in una sorta di giungla urbana.

Conseguenze per la società e possibili soluzioni

Le ripercussioni di questa situazione sono profonde e riguardano non solo la sicurezza, ma anche la qualità della vita e la coesione sociale. I cittadini si sentono abbandonati e privati del diritto a vivere serenamente i propri spazi, mentre il tessuto urbano si degrada sotto la pressione di atti vandalici e comportamenti antisociali. La sfida è quindi duplice: da un lato è necessario rafforzare la presenza dello Stato con interventi mirati e coordinati, dall’altro occorre investire in politiche di inclusione e prevenzione che coinvolgano scuole, famiglie e comunità locali. Un approccio integrato, come suggerito da numerosi esperti, dovrebbe prevedere un mix di misure repressive e programmi educativi, accompagnati da un cambiamento culturale che valorizzi il rispetto delle regole e la partecipazione attiva alla vita sociale. Solo così si potrà invertire la tendenza e restituire alle città la loro dignità.

Questo articolo è stato scritto utilizzando le seguenti fonti:

Commenti

Caricamento commenti…