Non do i numeri, solo l’1522

Pubblicato: 26/10/2025, 14:32:544 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Non do i numeri, solo l’1522

Un’emergenza che non si può più ignorare

Il 2025 si sta rivelando un anno drammatico per la violenza di genere in Italia. Secondo i dati raccolti da associazioni e osservatori, già nei primi dieci mesi sono state uccise più di cinquanta donne, spesso per mano di partner, ex partner o familiari. Luciana, Pamela, Cleria: nomi che si aggiungono a una lista già troppo lunga, vittime di una violenza che non accenna a diminuire. La cronaca quotidiana restituisce l’immagine di un fenomeno strutturale, che attraversa tutte le regioni, le classi sociali, le generazioni. Non si tratta di casi isolati, ma di una piaga che affonda le radici nella cultura, nella mentalità, nella quotidianità. La violenza sulle donne non è una questione privata, ma un problema sociale che riguarda tutti. Giusi Patti Holmes, giornalista e scrittrice, sottolinea come questa non sia una guerra tra generi, ma una battaglia comune contro i “mostri” che vivono tra noi, capaci di trasformare la vita delle vittime in un incubo senza fine. La paura, la solitudine, la vergogna spesso impediscono alle donne di chiedere aiuto, di denunciare, di rompere il silenzio. Eppure, esiste uno strumento concreto a cui rivolgersi: il numero 1522, il servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il 1522: una risposta concreta alla violenza

Il 1522 è un numero gratuito, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che offre ascolto, supporto e orientamento alle donne vittime di violenza e stalking. Il servizio, gestito da operatori specializzati, fornisce informazioni sui centri antiviolenza, sulle case rifugio, sugli strumenti legali a disposizione. Non si limita a raccogliere denunce, ma accompagna le donne in un percorso di uscita dalla violenza, offrendo sostegno psicologico, consulenza legale, aiuto concreto. Secondo i rapporti annuali del Dipartimento per le Pari Opportunità, le chiamate al 1522 sono in costante aumento, segno di una maggiore consapevolezza, ma anche di una crescente necessità di supporto. Tuttavia, molti casi restano sommersi: la paura di ritorsioni, la dipendenza economica, la mancanza di una rete sociale solida spingono ancora troppe donne a sopportare in silenzio. Chiamare il 1522 può essere il primo passo per riprendere in mano la propria vita, ma serve coraggio, e serve una società pronta ad accogliere, proteggere, sostenere.

Cultura, prevenzione e responsabilità collettiva

La violenza di genere non nasce dal nulla. Affonda le radici in stereotipi, pregiudizi, modelli culturali che legittimano la sopraffazione, la possessività, il controllo. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), in Italia una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Un dato allarmante, che dimostra come il fenomeno sia diffuso e trasversale. La prevenzione passa attraverso l’educazione, la sensibilizzazione, la decostruzione degli stereotipi di genere. Scuole, media, istituzioni hanno il dovere di promuovere una cultura del rispetto, della parità, della non violenza. D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, la più grande associazione italiana di centri antiviolenza, sottolinea l’importanza di interventi precoci, di reti territoriali efficaci, di politiche integrate che coinvolgano tutti gli attori sociali. Non basta punire i colpevoli: serve cambiare mentalità, rompere il silenzio, costruire alleanze.

Cosa può fare ciascuno di noi

La lotta alla violenza di genere non è compito esclusivo delle istituzioni o delle associazioni. Ogni cittadino può fare la differenza, prestando attenzione ai segnali, offrendo ascolto, sostenendo chi è in difficoltà. Spesso, un gesto semplice come chiedere “Come stai?” o proporre di chiamare il 1522 può salvare una vita. È fondamentale diffondere informazioni corrette, sfatare miti e pregiudizi, promuovere una cultura della denuncia. Le vittime devono sapere che non sono sole, che esistono strumenti di protezione, che la giustizia può e deve intervenire. La violenza non è un destino, ma una scelta che si può contrastare, insieme.

Verso un futuro senza violenza

Il cammino è ancora lungo, ma non impossibile. Le storie di chi ha trovato il coraggio di denunciare, di ricostruire la propria vita, dimostrano che il cambiamento è possibile. Servono politiche pubbliche efficaci, risorse adeguate, una giustizia rapida e attenta. Ma serve, soprattutto, una società che non volti lo sguardo, che non minimizzi, che non colpevolizzi le vittime. Il 1522 resta un simbolo di speranza, un ponte verso la libertà. Non do i numeri, solo l’1522: una frase che racchiude la determinazione a non arrendersi, a non normalizzare la violenza, a lottare per un mondo in cui ogni donna possa vivere senza paura.

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