Furto al Louvre: due arresti grazie al Dna, restano in fuga altri due complici

Pubblicato: 26/10/2025, 14:44:174 min
Scritto da
Redazione
Categoria: News
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Furto al Louvre: due arresti grazie al Dna, restano in fuga altri due complici

Svolta nell’indagine dopo il clamoroso furto

Una settimana dopo il clamoroso furto avvenuto nella Galleria d’Apollo del Louvre, le indagini hanno registrato una svolta decisiva. Due sospettati, già noti alle forze dell’ordine francesi per la loro esperienza in rapine su commissione, sono stati arrestati sabato sera e sono attualmente in custodia cautelare. L’annuncio è stato dato dalla procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, che ha sottolineato come oltre cento investigatori siano stati mobilitati per risolvere il caso. Uno dei due è stato fermato all’aeroporto di Roissy mentre tentava di imbarcarsi su un volo per Algeri; l’altro è stato rintracciato nella zona di Parigi, in procinto di partire per il Mali. Entrambi, sulla trentina e originari di Seine-Saint-Denis, sono indagati per “furto organizzato” e “associazione a delinquere finalizzata alla commissione di un reato”. Il loro fermo potrà durare fino a 96 ore.

Il ruolo del Dna nell’identificazione dei sospettati

La svolta nelle indagini è arrivata grazie all’analisi delle tracce di Dna rinvenute nella Galleria d’Apollo, la sala del Louvre che custodisce alcuni dei tesori più preziosi della collezione reale francese. Gli esperti della polizia scientifica hanno confrontato i campioni biologici raccolti sulla scena del crimine con quelli presenti nei database nazionali ed europei, riuscendo così a risalire all’identità dei due uomini. Questa metodologia, sempre più utilizzata nelle indagini di alto profilo, ha permesso di accelerare notevolmente i tempi di identificazione, come confermato da fonti vicine all’inchiesta. Il fatto che entrambi i fermati fossero già noti alle autorità ha ulteriormente agevolato il lavoro degli investigatori.

Dinamica del furto e profilo dei sospettati

Secondo le ricostruzioni, il furto è stato compiuto da un commando di quattro persone, due delle quali sono riuscite a entrare nella Galleria d’Apollo sfruttando una vulnerabilità nel sistema di sicurezza. Gli altri due complici sarebbero rimasti all’esterno, coordinando l’operazione e garantendo la fuga. I due arrestati sono descritti come esperti in colpi su commissione, con precedenti per reati contro il patrimonio e collegamenti a reti criminali internazionali. La scelta di obiettivi di alto valore, come il Louvre, suggerisce una pianificazione accurata e la probabile presenza di un mandante rimasto nell’ombra. Le autorità non hanno ancora reso noto quali opere siano state trafugate, ma fonti interne al museo parlano di gioielli e oggetti di inestimabile valore storico.

Le reazioni istituzionali e il futuro dell’indagine

La notizia degli arresti ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, le autorità hanno espresso soddisfazione per la rapidità con cui è stato possibile identificare due dei presunti autori materiali; dall’altro, rimane alta la preoccupazione per la fuga degli altri due complici e per il possibile espatrio delle opere rubate. Il ministro della Cultura francese ha annunciato una revisione straordinaria dei sistemi di sicurezza di tutti i principali musei nazionali, mentre il direttore del Louvre ha assicurato che ogni misura sarà presa per prevenire episodi simili in futuro. Intanto, la cooperazione internazionale si è intensificata, con Interpol e Europol coinvolti nel tentativo di rintracciare i fuggitivi e recuperare il bottino.

Conclusioni e prospettive

Il caso del furto al Louvre rappresenta una sfida senza precedenti per le autorità francesi, chiamate a conciliare la tutela del patrimonio culturale con la lotta alla criminalità organizzata. L’utilizzo del Dna come prova forense ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia, ma ha anche sollevato interrogativi sulla capacità dei sistemi di sicurezza di prevenire intrusioni così audaci. Mentre l’indagine prosegue, resta da capire se e quando le opere trafugate potranno essere restituite al loro legittimo posto. Intanto, il museo più visitato al mondo si prepara a tornare alla normalità, consapevole che la sua reputazione e la sicurezza dei suoi tesori dipendono da un equilibrio sempre più delicato tra accessibilità e protezione.

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