Un’Unione senza identità né autonomia
Lo storico Luciano Canfora ha tracciato un quadro impietoso dell’Unione Europea, definendola una realtà “in coma” e priva di una vera capacità decisionale autonoma. Nel suo intervento al XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Roma, Europa alle prese con una perdita di centralità geopolitica e con una crescente difficoltà a mantenere coesione tra i suoi membri. Canfora ha messo in luce una crisi profonda che non riguarda solo la gestione economica o politica, ma la stessa identità dell’istituzione. L’UE, secondo il suo punto di vista, è diventata una struttura burocratica e ingessata, incapace di rispondere efficacemente alle sfide globali e interna, e ormai subordinata a interessi esterni che ne condizionano le scelte strategiche. Questa analisi si inserisce in un dibattito più ampio che vede l’Canfora sottolinea come la visione federalista di Altiero Spinelli, che aveva ispirato la costruzione europea nel secondo dopoguerra, sia stata progressivamente erosa da logiche di potere e da priorità militari che hanno deviato il progetto originario verso una deriva di riarmo e conflitti d’interesse.
La Gran Bretagna e il ruolo ambiguo nella crisi europea
Un elemento centrale della critica di Canfora riguarda il ruolo della Gran Bretagna, che egli definisce “regista ombra” delle politiche europee, nonostante l’uscita formale dall’UE con la Brexit. Secondo lo storico, Londra ha continuato a influenzare le dinamiche interne dell’Unione, orientandola verso una politica di riarmo esasperato e di subordinazione agli interessi anglosassoni. Questo ha contribuito a indebolire ulteriormente la capacità dell’UE di agire come attore politico indipendente e coerente. La presenza di questa “priorità armigera” ha spostato il baricentro politico europeo verso una dimensione militare e strategica che contrasta con le aspirazioni pacifiste e di integrazione economica che avevano caratterizzato le origini del progetto europeo. Canfora denuncia così una sorta di “cadavere pilotato”, un’istituzione che sembra muoversi senza una direzione chiara, guidata da interessi esterni più che da una volontà interna di progresso e unità.
Il sogno federalista tradito
Il sogno federalista, incarnato da figure come Altiero Spinelli, si è scontrato con una realtà ben diversa da quella immaginata dai padri fondatori dell’Europa unita. Canfora evidenzia come la costruzione europea sia stata progressivamente svuotata di contenuti politici e sociali, trasformandosi in un meccanismo burocratico che privilegia la gestione tecnica e la conservazione dello status quo. La “Comunità Politica Europea” evocata recentemente appare più come un tentativo di giustificare un’agenda militare e strategica che una reale volontà di integrazione democratica. Questa deriva ha portato a una crisi di legittimità dell’UE, che fatica a coinvolgere i cittadini e a rispondere alle loro esigenze. La mancanza di un progetto politico condiviso e la prevalenza di interessi nazionali e sovranazionali contrapposti hanno generato un senso di disillusione e sfiducia, alimentando movimenti euroscettici e nazionalisti in molti paesi membri.
Le implicazioni per il futuro dell’Europa
Le riflessioni di Canfora sollevano interrogativi cruciali sul futuro dell’Europa e sulla possibilità di rilanciare un progetto comune che sia realmente in grado di affrontare le sfide globali. La crisi di identità e di ruolo dell’UE non è solo un problema istituzionale, ma riguarda la capacità di costruire un senso di comunità e di solidarietà tra i popoli europei. Per superare questa fase di stallo, sarebbe necessario un ripensamento profondo delle priorità europee, con un ritorno a valori fondanti come la democrazia, la pace e la giustizia sociale. Solo così l’Unione potrà uscire da quello che Canfora definisce un “coma” politico e tornare a essere un attore credibile e autorevole sulla scena internazionale.
