Conte e Marotta, la polemica sul rigore e le parole che cambiano

Pubblicato: 26/10/2025, 13:43:164 min
Scritto da
Gaspare Lamazza
Categoria: Sport
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Conte e Marotta, la polemica sul rigore e le parole che cambiano

La polemica scoppia a Napoli-Inter

La sfida tra Napoli e Inter al “Maradona” non si è conclusa solo sul campo, ma ha acceso una vivace discussione tra panchine e dirigenze. Protagonista della serata è stato Antonio Conte, tecnico del Napoli, che ha risposto a tono alle critiche di Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter, sul rigore assegnato ai partenopei. “Da allenatore non l’avrei permesso a un mio dirigente. Non ho mai chiesto ai miei presidenti di fare i papà e fare le difese d’ufficio”, ha dichiarato Conte ai microfoni di Dazn, sottolineando la sua autonomia e la distanza dalle polemiche post-partita. Un messaggio chiaro, che però stride con alcune sue posizioni assunte in passato, soprattutto durante la sua esperienza all’Inter, quando Marotta era già uno dei dirigenti di riferimento.

Il rigore contestato e le reazioni

A scatenare la polemica è stato il calcio di rigore trasformato da Kevin De Bruyne (poi costretto all’uscita per infortunio) al 30’ del primo tempo. L’azione parte da un’imbucata per Di Lorenzo, che supera il primo avversario, allarga la gamba e cade dopo un contatto con Mkhitaryan. Il gioco prosegue, ma dopo circa dieci secondi l’arbitro Mariani ferma l’azione e assegna il rigore, suscitando le vibranti proteste dell’Inter, che chiede l’intervento del Var. La decisione dell’arbitro, confermata anche dopo la revisione, ha acceso gli animi, con Marotta che ha espresso pubblicamente il suo disappunto. La reazione di Conte è stata netta: ha rivendicato la correttezza della decisione arbitrale e ha criticato l’abitudine dei dirigenti a difendere la propria squadra a prescindere.

Conte e Marotta: un rapporto complesso

Il rapporto tra Conte e Marotta non è nuovo a tensioni. I due hanno condiviso l’esperienza all’Inter, dove il tecnico toscano ha guidato la squadra alla conquista dello scudetto nella stagione 2020-2021. In quell’occasione, però, Conte non si è mai sottratto dal difendere pubblicamente le scelte della società, anche in caso di polemiche arbitrali o situazioni controverse. Fonti come La Gazzetta dello Sport e Sky Sport Italia hanno più volte riportato dichiarazioni in cui Conte, da allenatore dell’Inter, esprimeva solidarietà alla dirigenza e chiedeva unità di intenti, soprattutto nei momenti difficili. Oggi, invece, Conte sembra aver cambiato prospettiva, sottolineando l’importanza dell’autonomia dell’allenatore e la necessità di evitare interferenze esterne.

Le dichiarazioni del passato e il cambio di registro

Analizzando le dichiarazioni di Conte durante il suo periodo all’Inter, emerge un atteggiamento diverso rispetto a quello mostrato oggi. In diverse interviste rilasciate a testate come Corriere dello Sport e Tuttosport, il tecnico ha più volte ringraziato la dirigenza per il supporto, sottolineando l’importanza di un clima sereno e di una squadra unita anche fuori dal campo. In particolare, in occasione di alcune polemiche arbitrali, Conte ha espresso comprensione per le reazioni dei dirigenti, considerandole parte del gioco. Oggi, invece, la sua posizione è diametralmente opposta: l’allenatore deve essere autonomo e i dirigenti non devono “fare i papà”, ma limitarsi al loro ruolo.

Il dibattito sul ruolo dei dirigenti nel calcio moderno

La polemica tra Conte e Marotta solleva una questione più ampia: qual è il ruolo dei dirigenti nel calcio moderno? Da una parte c’è chi, come Conte oggi, ritiene che i presidenti e i direttori sportivi debbano mantenere un profilo basso, evitando di alimentare polemiche e lasciando all’allenatore la gestione tecnica e mediatica della squadra. Dall’altra, c’è chi sostiene che i dirigenti abbiano il diritto – e forse il dovere – di difendere gli interessi del club, anche pubblicamente, soprattutto in un contesto sempre più competitivo e mediatico come quello del calcio di vertice. La posizione di Conte, dunque, non è solo una questione personale, ma tocca un tema centrale nel dibattito sul futuro del calcio italiano.

Conclusioni: parole che pesano e contesti che cambiano

La vicenda dimostra come le parole di un allenatore possano assumere significati diversi a seconda del contesto e del momento della carriera. Antonio Conte, oggi alla guida del Napoli, rivendica la sua autonomia e critica l’ingerenza dei dirigenti, ma in passato, all’Inter, ha mostrato un atteggiamento più conciliante e solidale con la dirigenza. Questa evoluzione non è solo frutto di esperienze diverse, ma riflette anche la complessità dei rapporti tra panchine e uffici nelle grandi squadre di calcio. La polemica con Marotta, dunque, non è solo una questione di rigore contestato, ma un episodio simbolico di un dibattito più ampio sul ruolo e i limiti dei dirigenti nel calcio moderno.

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