Kiev vicina alla resa: Travaglio e l’amaro calice della sconfitta

Pubblicato: 24/10/2025, 09:53:324 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: News
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Kiev vicina alla resa: Travaglio e l’amaro calice della sconfitta

La situazione militare a Kiev

Secondo l’analisi di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, la capitale ucraina si trova ormai sull’orlo della capitolazione. Le forze russe, dopo mesi di avanzate e pressioni costanti, sarebbero prossime a entrare in città, segnando un punto di svolta decisivo nel conflitto. Questa valutazione si basa su dati militari e rapporti di intelligence che indicano un progressivo indebolimento delle difese ucraine, incapaci di sostenere ulteriormente l’assalto. La prospettiva di una caduta di Kiev non è più un’ipotesi remota, ma una realtà imminente che impone una riflessione urgente sulle strategie adottate finora. Travaglio sottolinea come la resistenza ucraina, pur coraggiosa, sia destinata a soccombere di fronte alla superiorità numerica e tecnologica delle truppe russe. In questo contesto, la retorica della vittoria appare sempre più distante dalla realtà sul terreno, e il rischio di un’escalation incontrollata cresce. L’analista invita quindi a considerare con pragmatismo la situazione, evitando illusioni che potrebbero solo prolungare inutilmente il conflitto.

L’illusione europea e il ruolo di Zelensky

Un punto centrale del ragionamento di Travaglio riguarda il ruolo dell’Europa e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo il direttore, l’Unione Europea si è lasciata trascinare da un’ideologia “euro-folle” che ha alimentato una resistenza a oltranza, ignorando i segnali di un possibile esito negativo. L’ostinazione nel sostenere Kiev senza una strategia di pace concreta rischia di trasformarsi in un boomerang, con conseguenze devastanti per l’intero continente. Zelensky, da parte sua, viene descritto come un leader che ha scelto la via del conflitto totale, spinto da un nazionalismo esasperato e da pressioni esterne. Travaglio sostiene che questa posizione, lungi dal garantire la sovranità ucraina, rischia di condurre il Paese a una sconfitta umiliante. L’editoriale invita quindi a una riflessione più realistica, in cui la pace non sia subordinata a condizioni irraggiungibili, ma diventi un obiettivo prioritario da perseguire con pragmatismo.

La necessità di un’amara resa

Per Travaglio, l’unica via percorribile per fermare la guerra è quella di una resa consapevole, un “amaro calice” che Zelensky e l’Europa devono accettare per evitare un disastro ancora più grande. Questa resa non va intesa come una sconfitta morale, ma come un atto di responsabilità politica e umana. Solo riconoscendo la realtà dei fatti e accettando compromessi si potrà mettere fine a un conflitto che sta devastando l’Ucraina e mettendo a rischio la stabilità europea. L’editorialista richiama l’esperienza storica degli ultimi vent’anni, in cui l’Europa ha spesso evitato di affrontare con decisione le crisi, preferendo soluzioni temporanee e illusorie. Ora, secondo Travaglio, è giunto il momento di cambiare approccio, accettando che la pace richiede anche sacrifici e rinunce. La sconfitta, in questo senso, diventa un passaggio necessario per costruire un futuro più stabile e sicuro.

Il consenso globale e la forza di Putin

Un altro elemento chiave dell’analisi riguarda la crescente popolarità di Vladimir Putin a livello internazionale. Travaglio osserva come, nonostante le sanzioni e le condanne occidentali, il consenso attorno al leader russo stia aumentando in molte parti del mondo. Questo fenomeno riflette una realtà geopolitica complessa, in cui il modello autoritario del Cremlino appare più stabile e attrattivo rispetto alle democrazie occidentali in crisi. Secondo Travaglio, questa dinamica rafforza ulteriormente la posizione di Putin, rendendo improbabile un suo arretramento senza una chiara vittoria militare. L’editoriale mette in guardia dall’illusione che la pressione internazionale possa piegare il regime russo, sottolineando invece la necessità di negoziati realistici e di un riconoscimento delle nuove condizioni sul campo.

Conclusioni e prospettive future

L’analisi di Marco Travaglio si presenta come un monito severo e pragmatico di fronte a una crisi che rischia di trascinare l’Europa in un conflitto senza fine. La prospettiva di una capitolazione di Kiev, lungi dall’essere una resa morale, rappresenta un passaggio obbligato per evitare un’escalation ancora più drammatica. Zelensky e l’Europa, secondo Travaglio, devono abbandonare le illusioni e accettare l’amaro calice della sconfitta come condizione per una pace duratura. Questa posizione, pur controversa, invita a riflettere sulle reali possibilità di risoluzione del conflitto e sulla necessità di un approccio più realistico e meno ideologico. Solo così si potrà sperare di mettere fine a una guerra che ha già causato troppe vittime e instabilità.

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