Corruzione in Sicilia: un arresto al giorno, ma la politica tace

Pubblicato: 23/10/2025, 17:21:14
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Corruzione in Sicilia: un arresto al giorno, ma la politica tace

Un fenomeno che non accenna a placarsi

La Sicilia torna al centro del dibattito nazionale per un fenomeno che sembra non conoscere tregua: la corruzione. Secondo Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, nell’isola si registra ormai un arresto al giorno per reati legati alla corruzione, ma la risposta delle istituzioni appare debole, quando non assente. L’ultimo caso, che ha visto un funzionario regionale arrestato in flagranza a Palermo con l’accusa di aver ricevuto una bustarella, è solo l’ennesimo episodio di una lunga serie. Barbagallo sottolinea come, nonostante la magistratura e le forze dell’ordine agiscano con tempestività, il silenzio di chi governa sia assordante. La vicenda, riportata da diversi organi di stampa locali, ha visto protagonisti alcuni imprenditori che hanno denunciato il tentativo di estorsione, permettendo così l’intervento delle autorità. Questo schema, noto come “trappola al miele”, dimostra che la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine può funzionare, ma anche che il sistema resta vulnerabile. La corruzione non è un’eccezione, ma una costante che mina la fiducia nelle istituzioni e rallenta lo sviluppo del territorio.

Il ruolo della politica e il silenzio delle istituzioni

Barbagallo non risparmia critiche a chi, avendo ruoli di governo e dunque di vigilanza, sembra ignorare il problema. “Colpisce il silenzio di certi palazzi e di certi politici”, afferma il segretario del Pd, sottolineando come la mancanza di una reazione pubblica e istituzionale alimenti l’impunità percepita. La questione non riguarda solo la mafia o la sicurezza, ma investe direttamente la capacità della macchina amministrativa regionale di garantire trasparenza e legalità. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata (Ocso), la Sicilia è tra le regioni italiane con il più alto numero di arresti per corruzione negli ultimi anni. Tuttavia, come rileva anche l’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti, la risposta politica spesso si limita a dichiarazioni di circostanza, senza un reale impegno per prevenire e contrastare il fenomeno. La mancanza di una strategia organica e di un monitoraggio costante rischia di vanificare gli sforzi della magistratura.

Sanità e pubblica amministrazione: settori a rischio

Il caso recente non è isolato. Negli ultimi mesi, la cronaca siciliana è stata segnata da numerosi scandali, in particolare nel settore sanitario, dove la corruzione sembra aver attecchito con particolare forza. Barbagallo ricorda che, dopo i fatti legati alla sanità, ci si sarebbe aspettati un giro di vite da parte della Regione, ma la realtà appare diversa. La macchina amministrativa si dimostra “particolarmente e ripetutamente permeabile”, lasciando spazio a pratiche illecite che danneggiano i cittadini e il funzionamento stesso dei servizi pubblici. Un rapporto di Transparency International Italia evidenzia come la Sicilia sia tra le regioni con il più alto rischio corruttivo, soprattutto in ambito sanitario e negli appalti pubblici. La fragilità dei controlli interni, unita a una cultura della tolleranza verso piccole e grandi illegalità, crea un terreno fertile per chi cerca di eludere le regole. La corruzione, in questo contesto, non è solo un reato, ma un vero e proprio ostacolo allo sviluppo economico e sociale.

Le conseguenze per cittadini e territorio

Le ricadute di questo fenomeno sono tangibili e pesanti. Oltre a minare la fiducia nelle istituzioni, la corruzione rallenta gli investimenti, allontana le imprese e impoverisce la comunità. I cittadini si trovano a dover fare i conti con servizi pubblici inefficienti, ritardi nelle procedure e, in alcuni casi, veri e propri ricatti. La normalizzazione di queste pratiche rischia di diventare una spirale senza fine, in cui la legalità viene percepita come un’eccezione e non come la regola. Barbagallo invita a una riflessione collettiva: “Non c’è solo l’emergenza mafia e sicurezza, ma anche quella legata alla corruzione”. Serve un cambio di passo, che parta dalla politica ma coinvolga tutta la società civile. Solo così si potrà sperare di invertire la rotta e restituire alla Sicilia una prospettiva di crescita e di giustizia.

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