Un nuovo capitolo nell’inchiesta sul delitto di garlasco
A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, uno degli elementi chiave dell’indagine torna al centro dell’attenzione con una svolta inattesa. Un supertestimone ha infatti dichiarato agli inquirenti che lo scontrino del parcheggio di Vigevano, fino ad oggi considerato un alibi fondamentale per Andrea Sempio, non appartiene né a lui né ai suoi famigliari. Questa testimonianza rischia di ribaltare una delle certezze più consolidate nella lunga vicenda giudiziaria che ha segnato la città e l’Italia intera. La rivelazione arriva in un momento in cui la procura di Brescia sta indagando su presunti insabbiamenti e irregolarità nelle indagini precedenti, coinvolgendo anche figure di rilievo come l’ex aggiunto Mario Venditti.
Lo scontrino di piazza sant’ambrogio sotto la lente
Il ticket del scontrino, sostenendo che non è mai stato in possesso né di Andrea Sempio né della sua famiglia. Questa circostanza apre nuovi interrogativi sulle modalità con cui il ticket è stato acquisito e utilizzato nelle indagini. La vicenda si complica ulteriormente considerando che la madre di Sempio, Daniela Ferrari, ha avuto un malore durante un interrogatorio proprio in merito a questo elemento, segnalando la tensione e la delicatezza della questione.parcheggio di piazza Sant’Ambrogio, datato 13 agosto 2007 alle ore 10.18, era stato presentato da Sempio come prova della sua presenza lontano dalla scena del crimine. Secondo la sua versione, quel documento avrebbe dimostrato che si trovava a Vigevano in un orario incompatibile con l’omicidio. Tuttavia, la testimonianza del supertestimone mette in discussione la provenienza stessa dello
Le implicazioni per la difesa di andrea sempio
Per anni, lo scontrino è stato un pilastro dell’alibi di Sempio, tanto da contribuire all’archiviazione del caso nel 2017, firmata dal gip Fabio Lambertucci. L’avvocato Massimo Lovati, legale di Sempio, aveva già espresso dubbi sulla veridicità del documento, definendolo «falso e sottolineando che chi è innocente non ha bisogno di inventarsi un alibi. Ora, con la nuova testimonianza, questa posizione sembra trovare conferma e potrebbe portare a una revisione delle conclusioni giudiziarie precedenti. La possibilità che lo scontrino sia stato manipolato o addirittura fabbricato apre scenari inquietanti, anche alla luce delle indagini in corso sulla presunta corruzione e insabbiamento che coinvolgono alcuni membri delle forze dell’ordine.
Il ruolo degli inquirenti e le nuove piste investigative
Gli investigatori pavesi e milanesi stanno lavorando con attenzione su questo nuovo filone, convinti che la testimonianza raccolta possa rappresentare un tassello decisivo per fare luce su aspetti finora oscuri del caso. La scoperta degli appunti in casa Sempio e le incongruenze nelle dichiarazioni hanno alimentato sospetti di una possibile manipolazione delle prove. Le indagini si concentrano ora sul contesto in cui lo scontrino è stato ritrovato e consegnato, con particolare attenzione agli orari e agli spostamenti di Andrea Sempio e dei suoi familiari nella giornata dell’omicidio. L’obiettivo è ricostruire con precisione la dinamica degli eventi e verificare se l’alibi basato sul ticket possa reggere a un esame più approfondito.
Un caso ancora aperto e carico di tensione
Il delitto di Garlasco continua a rappresentare una ferita aperta per la comunità e un enigma per la giustizia italiana. La nuova testimonianza sullo scontrino del parcheggio riaccende il dibattito e potrebbe segnare una svolta significativa nell’inchiesta. Dopo quasi due decenni, la ricerca della verità si arricchisce di nuovi elementi che mettono in discussione certezze consolidate e invitano a un riesame critico delle prove. Il caso rimane sotto la lente degli inquirenti, con la speranza che questa nuova pista possa contribuire a fare chiarezza su una vicenda che ha segnato profondamente la storia giudiziaria del nostro paese.