Alessia Pifferi vuole sposare la compagna di cella: «La chiama moglie». La nuova perizia in aula: «Bugiarda compulsiva, ma capace di intendere»

Pubblicato: 22/10/2025, 19:02:25
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Alessia Pifferi vuole sposare la compagna di cella: «La chiama moglie». La nuova perizia in aula: «Bugiarda compulsiva, ma capace di intendere»

La relazione in carcere e la proposta di matrimonio

Nel contesto del processo d’appello che vede imputata Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia Diana, emerge un aspetto inedito della sua vita in carcere: la donna ha instaurato una relazione affettiva con una compagna di cella, tanto da definirla già «moglie e manifestare l’intenzione di sposarla. La notizia è stata confermata dal suo legale, che ha anche annunciato la disponibilità a fare da testimone alle nozze. Questa vicenda si intreccia con la complessità del percorso giudiziario e psicologico di Alessia abbia trovato in carcere una persona che le Pifferi, che continua a suscitare attenzione mediatica e giudizi contrastanti. La relazione sembra rappresentare per lei un punto di stabilità emotiva, come riferito da fonti vicine al processo, che sottolineano come vuole bene e con cui desidera costruire un legame formale.

La nuova perizia psichiatrica: capacità di intendere e volere

Durante l’ultima udienza, è stata depositata una nuova perizia psichiatrica che ha fatto luce sul profilo psicologico di Roberta Bruzzone, ha definito la donna una «bugiarda compulsiva, capace però di intendere e volere al momento dei fatti. Secondo Bruzzone, Alessia Pifferi. La consulente di parte civile, la criminologa Pifferi non soffrirebbe di disturbi mentali tali da escludere la sua responsabilità penale, ma piuttosto mostrerebbe un profilo narcisistico, in cui gli altri sono funzionali ai suoi bisogni di gratificazione e attenzione. La perizia ha evidenziato come, durante i giorni in cui la figlia moriva, Alessia abbia mentito ripetutamente a familiari e conoscenti, abbia lasciato la casa con una valigia piena di abiti da sera e abbia mostrato un atteggiamento di totale indifferenza verso la bambina, preoccupandosi esclusivamente di sé stessa al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Il contesto del processo e le dichiarazioni in aula

Il processo di appello si sta svolgendo in un clima di forte tensione emotiva e mediatica. Nel corso delle udienze, Alessia Pifferi ha più volte dichiarato di sentirsi donna e non solo madre, sottolineando come la sua priorità fosse cambiata nel tempo. La testimonianza della criminologa Bruzzone ha ricostruito con precisione i fatti, evidenziando la disconnessione emotiva della donna e la sua incapacità di affrontare il lutto in modo sano. La perizia ha inoltre confermato che, pur essendo immatura dal punto di vista affettivo, Alessia era pienamente consapevole delle sue azioni quando ha lasciato morire la figlia. Questo quadro psicologico complesso alimenta il dibattito sulla sua responsabilità e sulle motivazioni che l’hanno spinta a comportamenti tanto gravi.

Le implicazioni della relazione e la strategia difensiva

La volontà di Alessia Pifferi di sposare la compagna di cella è stata interpretata da alcuni osservatori come una possibile strategia difensiva, volta a mostrare un cambiamento o una stabilità emotiva acquisita durante la detenzione. Tuttavia, la perizia ha respinto l’ipotesi di una compromissione mentale che possa giustificare un’esclusione di responsabilità. La relazione in carcere, pur essendo un elemento umano e personale, non modifica il giudizio sulla capacità di intendere e volere della donna. Il legale di Pifferi ha confermato l’intenzione di procedere con le nozze, sottolineando come questa scelta rappresenti per Alessia un tentativo di ricostruire una vita affettiva e sociale, anche se all’interno di un contesto detentivo.

Il quadro complessivo e le prospettive future

Il caso di Alessia Pifferi continua a rappresentare una delle vicende giudiziarie più controverse e seguite in Italia. La nuova perizia psichiatrica ha chiarito alcuni aspetti fondamentali del suo profilo psicologico, confermando la sua capacità di intendere e volere ma evidenziando al contempo una personalità complessa e problematica, caratterizzata da bugie compulsive e narcisismo. La relazione con la compagna di cella e la volontà di sposarsi aggiungono un ulteriore elemento umano a una storia già drammatica, che coinvolge temi di maternità, responsabilità e sofferenza. Il processo proseguirà con l’esame di queste nuove evidenze, mentre Alessia Pifferi cerca di costruire un nuovo equilibrio personale anche dietro le sbarre.

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