Tre arresti per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia Basket: la chat, la spedizione punitiva e i volti degli ultras di Rieti

Pubblicato: 20/10/2025, 19:12:50
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Tre arresti per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia Basket: la chat, la spedizione punitiva e i volti degli ultras di Rieti

La dinamica dell’assalto: una tragedia annunciata

La sera di domenica 19 ottobre si è consumata una delle pagine più drammatiche della recente storia sportiva italiana. Un pullman che trasportava i tifosi del Pistoia Basket è stato assalito nei pressi dello svincolo di Contigliano, lungo la superstrada Rieti-Terni, da un gruppo di ultras della Sebastiani Rieti. Durante l’agguato, una pietra ha colpito mortalmente Raffaele Marianella, secondo autista del mezzo, seduto accanto al collega che in quel momento era alla guida. L’uomo, 65 anni, è deceduto sul colpo, lasciando sgomenti i presenti e l’intera comunità sportiva. Le indagini hanno ricostruito che il pullman, dopo aver lasciato il PalaSojourner di Rieti al termine della partita di A2 vinta da Pistoia, era stato inizialmente scortato dalla polizia fino all’imbocco della superstrada. Pochi minuti dopo la fine della scorta, il mezzo è stato seguito da alcune auto da cui sono scesi i tifosi reatini, che hanno dato il via a una violenta sassaiola. La dinamica dell’assalto, per la sua efferatezza e organizzazione, ha subito fatto pensare a una vera e propria spedizione punitiva.

L’organizzazione dell’attacco: la chat segreta

Gli investigatori della Squadra Mobile e della Digos di Rieti, coordinati dal pubblico ministero Lorenzo Francia, hanno rapidamente individuato la matrice organizzata dell’attacco. Secondo quanto emerso dalle indagini, almeno tre ultras della Sebastiani Rieti avrebbero pianificato l’assalto attraverso una chat privata, dove si sarebbero coordinati per colpire il pullman dei tifosi avversari. Gli scambi di messaggi, ora al vaglio degli inquirenti, potrebbero rivelarsi decisivi per ricostruire la sequenza degli eventi e attribuire le responsabilità individuali. L’ipotesi della spedizione punitiva pianificata trova conferma anche nella scelta del luogo e del momento dell’attacco: l’agguato è avvenuto pochi minuti dopo la fine della scorta delle forze dell’ordine, in un tratto isolato della statale 79, rendendo difficile un intervento tempestivo. Gli inquirenti stanno ora analizzando i contenuti della chat per comprendere il grado di premeditazione e il coinvolgimento di altri membri del gruppo ultras.

I fermati: identità e profili degli ultras indagati

Nelle ore successive all’assalto, la Procura di Rieti ha disposto il fermo di tre tifosi della Sebastiani Rieti: Manuel Fortuna e Kevin Pellecchia, entrambi di 31 anni, e Alessandro Barberini, di 53 anni. I tre sono accusati di aver preso parte attiva all’agguato che ha portato alla morte di Marianella. Secondo quanto riportato da fonti investigative, i fermati sono noti alle forze dell’ordine per precedenti episodi di violenza negli stadi e per la loro appartenenza alla “Curva Terminillo”, gruppo ultras della Sebastiani Rieti. La “Curva Terminillo” è da tempo sotto osservazione per i suoi legami con ambienti dell’estrema destra e per il coinvolgimento in disordini durante incontri di basket ad alta rivalità. Alcuni dei suoi membri erano già stati segnalati in passato per comportamenti violenti e per la partecipazione a episodi di tensione al PalaSojourner. L’arresto dei tre ultras rappresenta un primo passo verso l’individuazione di tutte le responsabilità, ma gli inquirenti ritengono che il gruppo coinvolto nell’assalto possa essere più ampio, con almeno una decina di persone sotto indagine.

La reazione delle istituzioni e della comunità sportiva

La notizia della morte di Raffaele Marianella ha suscitato una profonda ondata di commozione e indignazione nel mondo dello sport e nella società civile. La Procura della Repubblica di Rieti ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, mentre la Federazione Italiana Pallacanestro ha convocato un consiglio federale straordinario per discutere le misure da adottare contro la violenza negli stadi e nei palazzetti. Sui social network, la figlia della vittima, Federica Marianella, ha affidato a un messaggio pubblico il suo dolore: “Ti terrò sempre nel mio cuore”. Un gesto che ha raccolto la solidarietà di migliaia di persone, unite nel ricordo di un uomo descritto come generoso e appassionato del suo lavoro. Anche le società sportive coinvolte hanno espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia, sottolineando la necessità di un impegno comune per prevenire simili tragedie. Le autorità locali e nazionali hanno ribadito la volontà di fare piena luce sull’accaduto e di adottare provvedimenti esemplari contro i responsabili. Il procuratore capo di Rieti, Paolo Auriemma, ha dichiarato che le indagini proseguiranno senza sosta, mentre nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Marianella per chiarire in modo definitivo la causa del decesso.

Ultras e violenza: un fenomeno che interroga il paese

L’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket riporta drammaticamente all’attenzione il tema della violenza legata al tifo organizzato. La presenza di gruppi ultras con legami con l’estremismo politico e la capacità di organizzare azioni violente attraverso strumenti digitali come le chat private rappresentano una sfida crescente per le forze dell’ordine e per le istituzioni sportive. Il caso di Rieti evidenzia come la rivalità sportiva possa degenerare in atti di inaudita gravità, mettendo a rischio la sicurezza di semplici appassionati e lavoratori. La figura di Marianella, autista di una ditta specializzata nel trasporto di tifoserie, diventa simbolo di una violenza che colpisce indiscriminatamente e che richiede una risposta ferma e coordinata da parte di tutti gli attori coinvolti. Le indagini in corso e i primi arresti segnano un punto di svolta, ma resta urgente una riflessione più ampia sul ruolo delle tifoserie organizzate, sulla prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione e sull’efficacia delle misure di sicurezza nei grandi eventi sportivi. Solo attraverso un’azione condivisa sarà possibile restituire allo sport il suo valore originario di incontro e rispetto reciproco.

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