Bomba distrugge le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia davanti alla casa a Pomezia. “Ordigno in grado di uccidere

Pubblicato: 17/10/2025, 07:16:16 ·
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Bomba distrugge le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia davanti alla casa a Pomezia. “Ordigno in grado di uccidere

Un attentato di forte impatto a Pomezia

Nella serata del 16 ottobre 2025, un grave episodio di violenza ha scosso la comunità di Pomezia, alle porte di Roma, dove due ordigni hanno completamente distrutto le automobili di Sigfrido Ranucci, noto giornalista d’inchiesta e conduttore del programma Report, e di sua figlia, parcheggiate davanti alla loro abitazione in località Campo Ascolano. L’esplosione, avvenuta intorno alle 22, ha avuto una potenza tale da danneggiare anche l’immobile vicino e scuotere l’intero quartiere, generando paura e sconcerto tra i residenti. La deflagrazione, come sottolineato dallo stesso Ranucci, avrebbe potuto provocare vittime se qualcuno si fosse trovato nel luogo al momento dell’attentato, confermando la pericolosità dell’ordigno utilizzato, definito «in grado di uccidere.

L’indagine in corso e le ipotesi degli inquirenti

Sul luogo dell’attentato sono intervenuti tempestivamente carabinieri, Digos, vigili del fuoco e la polizia scientifica per i rilievi del caso. La Procura di Roma, attraverso la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), ha aperto un’indagine per danneggiamento aggravato dall’uso del metodo mafioso, coordinata dal pm Carlo Villani con l’aggiunto Ilaria Calò. Le forze dell’ordine stanno acquisendo filmati delle telecamere di sorveglianza nelle vicinanze per identificare gli autori materiali e risalire a eventuali mandanti. Al momento non sono stati resi noti collegamenti definitivi con gruppi criminali, ma la matrice intimidatoria è ritenuta chiara. Ranucci, da tempo impegnato in inchieste scomode, ha raccontato di aver ricevuto diverse minacce negli ultimi tempi, rendendo l’episodio ancora più inquietante e rappresentativo di un tentativo di intimidazione ai danni della libertà di informazione.

Reazioni istituzionali e solidarietà al giornalista

L’attentato ha immediatamente suscitato forti prese di posizione da parte delle istituzioni e del mondo dell’informazione. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso «solidarietà e ferma condanna per questo atto intimidatorio, ribadendo la necessità di difendere con determinazione la libertà e l’indipendenza del giornalismo, valori fondanti della democrazia. Diversi colleghi e rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti hanno manifestato vicinanza a Ranucci e alla sua famiglia, sottolineando come la violenza contro chi fa informazione sia un attacco diretto alla società nel suo complesso. L’episodio richiama con forza l’importanza di garantire sicurezza e tutela a chi svolge attività investigative contro fenomeni criminali e corruzione.

Il racconto di Ranucci e l’impatto sull’opinione pubblica

Sigfrido Ranucci ha descritto in prima persona la drammaticità del momento, sottolineando come la potenza dell’esplosione avrebbe potuto causare una tragedia con vittime innocenti, inclusi i suoi figli. Nel video diffuso sui social, il giornalista appare scosso ma determinato a non farsi intimidire, evidenziando la difficile situazione in cui si trovano molti cronisti d’inchiesta in Italia. L’episodio ha suscitato ampio dibattito e preoccupazione tra i cittadini, richiamando l’attenzione sull’escalation di minacce e atti violenti verso esponenti del giornalismo investigativo. La vicenda di Ranucci si inserisce in un contesto più ampio di tensioni che vedono i giornalisti sempre più esposti a rischi legati al loro ruolo di controllo e denuncia.

Le prospettive future e la tutela della libertà di stampa

Questo episodio di violenza rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema informativo italiano e per le istituzioni chiamate a garantire sicurezza e giustizia. La prosecuzione delle indagini sarà fondamentale per accertare responsabilità e prevenire ulteriori attacchi. La solidarietà mostrata dalle autorità e da parte dell’opinione pubblica deve tradursi in azioni concrete per rafforzare le tutele verso i giornalisti, in particolare quelli impegnati in inchieste delicate. Solo così si potrà preservare il diritto dei cittadini a una informazione libera e indipendente, pilastro imprescindibile di ogni società democratica.

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