La notte dei droni: cronaca dell’incidente
Nella tarda serata del 2 ottobre 2025, l’aeroporto internazionale di Monaco di Baviera ha vissuto ore di tensione senza precedenti per uno scalo civile tedesco. Poco prima delle 22:30, le operazioni di volo sono state interrotte a seguito dell’avvistamento di droni non identificati nelle immediate vicinanze della pista fonte Corriere della Sera. La polizia, allertata immediatamente, non è riuscita né a localizzare i velivoli né a identificarne i proprietari. Circa un’ora dopo, i droni sono ricomparsi, questa volta direttamente sopra l’area aeroportuale, costringendo le autorità a mantenere la chiusura dello scalo per diverse ore fonte LA7. La riapertura è avvenuta solo all’alba del 4 ottobre, con ritardi che hanno interessato migliaia di passeggeri e una quindicina di voli cancellati fonte Adnkronos. Le immagini delle webcam di sorveglianza, diffuse in tempo reale sui media tedeschi, hanno mostrato sagome sfuggenti e luci sospette, alimentando il dibattito pubblico: si è trattato davvero di semplici droni commerciali o di qualcosa di più sofisticato?
Analisi delle immagini: tra tecnologia e mistero
Le riprese delle webcam installate in aeroporto – consultabili anche online – hanno catturato solo ombre e tracce luminose, senza mai inquadrare chiaramente i velivoli responsabili della sospensione del traffico. Esperti di sicurezza aerea hanno sottolineato come la rapidità di movimento e la capacità di eludere i sistemi di rilevamento tradizionali siano caratteristiche che vanno oltre quelle dei comuni droni da hobbista. Alcuni osservatori hanno ipotizzato che si possa trattare di droni militari o di dispositivi dotati di sistemi di occultamento, capaci di interferire con i radar civili. Altri hanno avanzato l’ipotesi di una vera e propria “prova generale” di attacco ibrido, in cui droni di piccole dimensioni vengono usati per testare le difese di infrastrutture critiche europee. L’assenza di rivendicazioni e l’impossibilità di rintracciare i proprietari dei dispositivi hanno ulteriormente alimentato il sospetto che dietro questi episodi si celi una regia organizzata, forse di matrice statale o paramilitare. La Germania, già in stato di massima allerta per una serie di incidenti simili avvenuti in Polonia, Danimarca e Norvegia, ha sottolineato la necessità di potenziare le difese anti-drone e di autorizzare l’abbattimento immediato di questi velivoli in caso di minaccia fonte Sky TG24.
La reazione politica: tra allarme e azione
La gravità dell’episodio ha spinto il governatore della Baviera, Markus Söder, a prendere una posizione netta: “Gli episodi dei droni mostrano quanto alta sia la pressione. Da adesso deve valere quanto segue: abbatterli invece di aspettare. In modo conseguente. La nostra polizia deve poter abbattere subito i droni” fonte LA7. Queste parole riflettono la crescente preoccupazione delle autorità tedesche ed europee di fronte a una minaccia che non si limita più alla sfera del vandalismo o dell’incidente isolato, ma assume i contorni di un attacco coordinato alle infrastrutture critiche del continente. Il governo federale ha annunciato l’intenzione di autorizzare le forze armate a intervenire direttamente contro i droni intrusi, mentre a livello europeo si discute della creazione di un vero e proprio “muro anti-drone” per proteggere gli aeroporti e le basi militari fonte Sky TG24.
Il contesto europeo: un’ondata di incidenti sospetti
L’incidente di Monaco non è un caso isolato. Nella stessa settimana, una quindicina di droni è stata avvistata sopra la base militare di Elsenborn, in Belgio, durante un test di esercitazione fonte Adnkronos. Anche in questo caso, le autorità non sono riuscite a identificare i responsabili, nonostante l’apertura di un’inchiesta da parte del ministero della Difesa belga. In Estonia e Romania, violazioni dello spazio aereo da parte di droni non identificati sono state attribuite – senza prove definitive – alla Russia, che ha sempre respinto ogni accusa fonte Euronews. La concomitanza di questi episodi in paesi membri della NATO e dell’Unione Europea ha spinto i governi a considerare l’ipotesi di una campagna di destabilizzazione condotta attraverso strumenti tecnologici low-cost ma ad alto impatto mediatico e psicologico.
Conclusioni: tra sicurezza e sfide future
Le immagini delle webcam di Monaco, pur nella loro ambiguità, hanno contribuito a sollevare interrogativi cruciali sulla sicurezza delle infrastrutture critiche europee. Se da un lato è possibile che si tratti di semplici droni commerciali pilotati da malintenzionati o da gruppi hacker, dall’altro l’impossibilità di identificare i responsabili e la sofisticazione degli episodi lasciano aperta la porta a scenari più inquietanti. La Germania, e con essa l’Europa intera, si trova oggi a dover fronteggiare una minaccia asimmetrica che combina tecnologia avanzata, anonimato e capacità di colpire obiettivi sensibili con costi ridotti e rischi minimi per chi la orchestra. La risposta delle istituzioni dovrà essere rapida, coordinata e capace di innovare continuamente, pena la perdita di fiducia dei cittadini nella capacità di proteggere spazi e servizi essenziali. Le immagini delle webcam di Monaco, dunque, non sono solo la testimonianza di un incidente di sicurezza, ma il simbolo di una sfida più grande: quella di difendere la quotidianità delle nostre città dalle minacce del futuro, che viaggiano sempre più spesso a bassa quota e in totale silenzio.