L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, siglato all’inizio di ottobre 2025, ha aperto la strada al ritorno dei palestinesi nella Striscia di Gaza e al dispiegamento di truppe statunitensi in Israele per monitorare l’applicazione della tregua. La prima fase prevede il rilascio di ostaggi, la parziale ritirata israeliana e l’apertura di corridoi umanitari, segnando un momento cruciale dopo anni di conflitto e sofferenze.
La tregua e il ritorno dei palestinesi a Gaza
La notte tra l’8 e il 9 ottobre 2025 Israele e Hamas hanno accettato la prima fase di un accordo sul cessate il fuoco, che prevede l’apertura di cinque punti d’ingresso per gli aiuti umanitari e il ritorno a casa dei palestinesi nella Striscia di Gaza. Questo accordo include anche il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi e un parziale ritiro delle forze israeliane dalla zona, segnando una svolta dopo anni di conflitti e sofferenze per la popolazione civile[1][3].
La tregua è stata accolta con grande sollievo dalla popolazione di Gaza, che ha vissuto un lungo periodo di bombardamenti e blocchi che hanno causato una grave crisi umanitaria. Le famiglie degli ostaggi e molti israeliani hanno festeggiato il primo passo verso la fine delle ostilità, anche se permangono dubbi e tensioni politiche interne, come il dissenso di alcuni membri del governo israeliano[3].
Parallelamente, le truppe statunitensi sono state dispiegate in Israele con il compito di monitorare il rispetto del cessate il fuoco e garantire la stabilità della regione. Questo intervento riflette l’impegno internazionale, in particolare degli Stati Uniti, nel sostenere il processo di pace e prevenire nuove escalation militari, in un contesto ancora fragile e complesso[2][3].